mercoledì, settembre 16, 2015

LA SAGRA DI SANTA CROCE AD ORISTANO: UN ANTICO RITO DI FEDE E TRADIZIONE.



Oristano 16 Settembre 2015
Cari amici,
l’appuntamento è di quelli che non si possono dimenticare: il 14 Settembre, giorno che celebra la solennità dell’Esaltazione della Santa Croce ad Oristano, preceduta dal triduo preparatorio dell’11, 12 e 13 (quest'anno predicato da padre Silvano Bianco), vede di anno in anno una grande partecipazione popolare, che accomuna tutti: giovani e meno giovani. E’ un rito antico, quello che si svolge nella Chiesa di S. Francesco, nato secoli or sono per onorare l’annuale ricorrenza del rinnovo dei “Patti Agrari”; festa di fede ma anche laica, riconosciuta anche dalla Statuto del Comune di Oristano, che la considera questa ricorrenza la“ Festa Manna” della Città.

Settembre è sempre stato un mese molto importante per gli agricoltori: chiamato “Cabudanni”, era il mese in cui si stipulavano o si rinnovavano i “contratti” che regolavano l’attività agricola, un tempo fondamentale nella civiltà contadina. A metà Settembre una marea di allevatori e agricoltori, non solo del circondario, si riversava nella storica “Pratza e’ is bois”, antistante l’allora fiorente mercato del bestiame (attivato in quel luogo nel 1874, successivamente al trasferimento della struttura che prima era ubicata nelle vicinanze della Chiesa di S. Francesco), dove trascorrevano intere giornate, tra incontri d’affari e  pantagrueliche mangiate e bevute, in grande festa e allegria.
L’antica cultura contadina coniugava strettamente gli eventi economici con quelli religiosi; il mondo agricolo degli oristanesi legava la “Festa Manna” laica di Settembre all’evento religioso della “Esaltazione della Croce”, in considerazione che nella Chiesa di San Francesco, nel centro storico della Città, era custodito e venerato il “Crocifisso di Nicodemo” (detto anche dei miracoli), una pregiata ed antica scultura in legno risalente al XIV secolo. Questo crocifisso (2,30 x 1,95m) in stile gotico, considerata la tragica espressione, risulta particolarmente suggestivo per per il simbolismo e per i tratti somatici rappresentati, il cui modello deriverebbe dal prototipo esistente nella Cattedrale di Perpignano (1307), del quale conserva la policromia originaria.
La settembrina festa di ‘Santa Croce’, anche dopo il trasferimento del mercato del bestiame al Foro Boario, continuò per anni ad essere una delle più seguite della Sardegna, e costituiva uno dei più importanti avvenimenti economici della città e della Provincia. Solo alla fine degli anni ’70, questa tradizione si  affievolì, perdendo in parte la sua importanza economica ma conservando la sua valenza religiosa, grazie soprattutto all’incessante azione dei Frati Minori Conventuali e della Comunità religiosa diocesana. Per molti anni il rito annuale dell’Esaltazione della Croce restò negli oristanesi solo come festa religiosa; successivamente, nel 2003, grazie all’impegno dell’Associazione culturale Santa Croce e la piena collaborazione del Comune di Oristano, l’antica festa civile venne ripristinata, ridando ad Oristano i colori del suo passato.

Anche quest’anno il connubio civile e religioso dell’antico “Cabudanni” si è ripetuto. La città ha rinnovato l’appuntamento con la grande festa religiosa, all’insegna della migliore tradizione che unisce storia, fede e tradizione. Lunedì 14 Settembre, dopo le Sante Messe delle 7,30 e delle 9,30, alle 11,00 ha celebrato, nella bella Chiesa di S. Francesco, il Ministro Provinciale Padre Salvatore Sanna; alle ore 18,00 si è svolta la processione con la reliquia della vera Croce di Gesù, con la partecipazione delle confraternite, delle Associazioni religiose e di una grande folla. Alle19,00 la solenne concelebrazione, presieduta dall’Arcivescovo, S.E. Mons. Ignazio Sanna. I canti liturgici sono stati eseguiti dal coro Città di Oristano, diretto dal Maestro Massimo Dotto.
Anche se i tempi sono cambiati e l’attività agricola non è più quella determinante dell’antica civiltà contadina, la terra continua e continuerà ad essere sempre “madre”, e solo lei sarà capace di continuare a dare ai suoi numerosi figli (siamo nel mondo ormai oltre 7 miliardi di persone), quanto è necessario per il loro sostentamento. L’uomo, che non si alimenta di solo pane, continua a vivere la sua spiritualità legando indissolubilmente sacro e profano. Gli oristanesi sicuramente continueranno anche in futuro a celebrare degnamente la festa di “Santa Croce”, mettendo insieme la fatica del lavoro e la grande fede nel Signore, che proprio attraverso il sacrificio della croce ha redento il mondo.
Mario Virdis


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