Oristano
15 Marzo 2015
Cari amici,
la creatività italiana
non ha certo bisogno di essere costantemente dimostrata: è sempre esistita e ci
ha fatto distinguere nel mondo per fantasia, capacità, lungimiranza e senso
pratico. Ebbene, quando questa capacità creativa è rivolta, più che al
miglioramento personale, all’aiuto e sostegno degli altri, quando è destinata a
risolvere problemi sociali importanti, come quello della fame che colpisce
sempre più famiglie, ebbene, allora possiamo dire che raggiunge alti livelli di
etica e di servizio sociale alla Comunità.
Un esempio importante
di questo etico comportamento sociale ci viene da Londra, dove due coraggiose giovani italiane hanno messo in piedi un’iniziativa davvero straordinaria, capace
di ben qualificarci nel mondo in modo davvero positivo. Ecco la bella
storia.
Anna Cenammo e Martina
Peregrine Falco Giulianelli, sono due italiane che studiano a Londra “Progettazione
grafica” al London College of Communication. Come spesso avviene, per
mantenersi agli studi cercano un lavoro part time: lo trovano in una
panetteria, dove, sacrificando ore di sonno, svolgono con diligenza il loro
lavoro. In poco tempo si accorgono della grande quantità di cibo prodotto
dall’azienda che, arrivata la sera, viene gettato via perché “non abbastanza
fresco” da poter essere commercializzato l’indomani. Per loro questo comportamento
è considerato uno spreco assolutamente insopportabile, considerato il crescente
numero di persone che, nell'immensa
città dove vivono, non hanno le pur minime risorse per poter mangiare! Inoltre, gettare tutto questo ben di Dio al macero, tra gli scarti
alimentari, aumenta anche in modo considerevole l’impatto che i rifiuti creano danneggiando non poco
l’ambiente.
Siamo nel 2011 e, giorno
dopo giorno, dentro di loro questo senso di insoddisfazione per quello che
ritengono una specie di sacrilegio, diventa un’idea-progetto: recuperare, in
favore dei meno abbienti, quello che è certamente del buon cibo, mettendo su un
catering etico-ecologico, sottraendo quindi queste risorse alla distruzione e
raggiungendo due risultati: nutrire chi non ha risorse e migliorare l’ambiente.
Le due ambiziose
ragazze sempre più ossessionate dallo spreco, riescono a concretizzare questa loro idea
rivoluzionaria: riutilizzare in favore di chi non ha quel buon cibo ancora utilizzabile.
Nasce
così “Food for Good”, un progetto vincente di eco-catering destinato a venire
incontro alle esigenze dei meno fortunati, oltre che a ridurre l'impatto
ambientale creato dai rifiuti alimentari. Tra le prime iniziative
messe in atto quella di contattare e successivamente collegare le varie imprese
alimentari (che per comodità eliminavano le eccedenze riversandole in
discarica), con le organizzazioni assistenziali che prestavano aiuto alle persone
svantaggiate, quali Enti di beneficenza, Mense e Chiese". Da questo
felice connubio tra chi produce e chi gratuitamente distribuisce, nasce la prima fase
di recupero: il buon cibo sottratto alla discarica, aumenta in modo
considerevole la scarsa disponibilità prima esistente presso le organizzazioni
benefiche.
"Siamo il primo servizio
di catering etico perché il nostro approccio al cibo e ai clienti è differente,
ha precisi obiettivi sociali e ambientali – spiegano
orgogliosamente le due donne – È molto soddisfacente e gratificante
vedere il cibo recuperato reindirizzato a destinazioni migliori della
discarica". Ma il loro straordinario e fantasioso progetto non
finisce qui: è solo agli inizi. Il loro è un progetto ben più ampio e ambizioso, che prevede di “mettere
insieme” i grandi chef e le grosse strutture commerciali, per indirizzarle e sensibilizzarle verso importanti
scopi benefici.
Lavorano senza sosta e
riescono a contattare e convincere due importanti strutture della grande
distribuzione operanti a Londra, che tra l’altro riforniscono i grandi e
prestigiosi ristoranti londinesi. Le
convincono a mettere a disposizione, anziché distruggerle, le partite
“scartate”, quelle dove una minima imperfezione, le faceva gettare via. Sono
tanti, tra frutta verdura e prodotti freschi, gli alimenti definiti “scarti”,
solo perché esteticamente imperfetti, ammaccati o solo apparentemente poco
gradevoli. Era tanto buon cibo, meno gradevole alla vista ma sano e commestibile
come l’altro! La loro iniziativa comincia a girare in positivo: cresce giorno
dopo giorno e diventa qualcosa di incredibilmente funzionale.
"Dietro a una
mela, dietro al cibo in generale, ci sono tante risorse impiegate, dall'acqua
al lavoro delle persone: per questo noi cerchiamo e mettiamo in pratica
soluzioni diverse che recuperino il cibo evitando di sprecarlo, scegliendo di
valorizzarlo, e nulla, con Food for Good, è lasciato al caso",
sostiene con orgoglio Anna Cenammo che precisa: "Anche gli accessori che
utilizziamo per i nostri eventi, i vassoi o i tovaglioli per esempio, sono
tutti creati da noi a partire da scarti di vari materiali".
Di recente, ospite a Torino" dell'evento
Re-Food, cibo in ri-creazione, la
Cenammo, invogliando i convenuti a realizzare anche in Italia la sperimentata
esperienza londinese, ha detto: “C'è
troppo buon cibo che va perduto, dobbiamo trovare una soluzione per migliorare
la città e l'ambiente in generale". La soluzione per migliorare le
cose, Lei e la sua amica-socia l'hanno da tempo trovata a Londra e l’hanno chiamata Teoria del Valore: "Vedere la potenzialità di tutto quello che è scartato, invenduto,
e dargli semplicemente valore". E Loro, Anna e Martina, questa teoria,
la mettono orgogliosamente in pratica tutti i giorni!
Spero, cari amici, che
questa loro meravigliosa idea diventi davvero contagiosa e si estenda, con il
potenziale di un virus, dappertutto! Il mondo ha bisogno di persone come Anna e
Martina e delle loro idee rivoluzionarie.
Grazie dell’attenzione,
a domani.
Mario
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