Oristano 5 luglio 2025
Cari amici,
Nel mondo, col passare
dei secoli e dei millenni le foreste originarie sono andate via via scemando,
tanto che alla fine si è deciso di rimediare ripiantando gli alberi, ovvero cercando di ricreare quelle
foreste andate perdute! Tutto questo è avvenuto sulle terre emerse, ma c'è da dire che non basta! Infatti i danni sono avvenuti anche sotto i mari, dove le immense foreste di posidonia, in molti
punti si sono talmente impoverite da creare seri problemi di desertificazione difficili da rimediare.
La riforestazione, dunque, risulta di notevolissima importanza anche sotto i mari, perché “Ricostruire” la posidonia ha lo steso significato della riforestazione nei terreni, significa restituire vita agli abitanti del mare, come sulla terra, migliorando la vita e rendendo la nostra terra un mondo un mondo vivibile per noi e le nuove generazioni.
Quando si parla di
riforestazione, amici, la prima cosa che pensiamo è la ricostruzione di un
bosco andato perduto, magari in montagna o in collina; nelle zone alberate possiamo trascorrere
del tempo passeggiando al fresco e godendo dell'aria purificata dagli alberi. Nel mondo ci sono numerosi progetti di riforestazione: dall'Amazzonia al Kenya, fino all’Europa. Alcune riforestazioni sono portate avanti
da governi, altri interventi da associazioni o gruppi di cittadini. In molti casi si
coinvolgono anche le comunità locali, che diventano parte attiva del
cambiamento. Ovviamente, non basta piantare alberi a caso. Serve porre a dimora le varietà giuste, dando attenzione al clima, oltre ad un piano per farli crescere nel tempo. Ma, se fatta bene,
la riforestazione è una delle armi più forti (e verdi) che abbiamo per
riprenderci il futuro, che maldestramente abbiamo messo in pericolo!
Amici, come accennato prima. la perdita delle
antiche foreste non riguarda solo quelle terrestri, con la stessa importanza riguarda anche quelle immense foreste di posidonia sottomarina, parzialmente distrutta in diverse parti del mondo. Si, anche nei mari intorno alla nostra isola il menefreghismo dell’uomo ha
messo in serio pericolo queste benefiche foreste sommerse. Anche in Sardegna, amici, i danni sono stati ingenti. Ebbene, nella splendida zona marina
di Cala di Volpe, di recente è partito un progetto davvero interessante, che ha
come obiettivo proprio il recupero della Posidonia oceanica, quella salutare
pianta marina che è davvero vitale per l’ecosistema del Mediterraneo.
La Posidonia, amici, è
una pianta vera e propria, con tanto di radici, foglie e tutto il resto. Crea
delle praterie sotto il mare che sono un valido rifugio per mille specie di pesci, produce
grandi quantità di ossigeno e serve da barriera naturale contro l’erosione
delle coste. Il problema è che l’ancoraggio selvaggio delle barche, nel tempo,
ha danneggiato moltissimo questi habitat. Già vent’anni fa era stato creato un
campo boe per cercare di proteggere l’area, ma ora si è deciso di fare un passo
in più.
Insomma, finalmente si è
deciso di avviare un’azione di recupero seria e concreta. Come abbiamo appreso dai Media, in Sardegna è nato il progetto BLUE FOREST, definito
la più grande riforestazione marina del Mediterraneo. È scaturito dalla
collaborazione tra One Ocean Foundation e l’Università di Sassari, con il
supporto tecnico della International School for Scientific Diving e con il
sostegno di partner come Pirelli, che ha reso possibile l'avvio del progetto, e
Smeralda Holding, insieme a una rete di aziende e istituzioni impegnate nella
salvaguardia del mare.
L'intervento in questione
interessa 80 ettari di mare all'interno del campo boe di Cala di Volpe, dove si
trova una prateria di posidonia oceanica danneggiata prima che fossero
regolamentati accessi e ancoraggi. L’obiettivo? Riforestarli per bene è lo
scopo principale. Si è cominciato mappando il fondale per capire dove fosse più
adatto il trapianto, e poi si è passati all’azione: talee di Posidonia piantate
una ad una su 500 metri quadrati, usando delle biostuoie in fibra di cocco e
reti metalliche.
Guidato da Giulia
Ceccherelli del Dipartimento di Scienze Chimiche Fisiche Matematiche e Naturali
dell'Università di Sassari e coordinato, sul piano tecnico, da Stefano Acunto
(Issd), il progetto si distingue per un approccio scientifico e sperimentale
volto a individuare soluzioni replicabili per la riforestazione marina su larga
scala. La prima fase ha previsto la mappatura pre-intervento di circa 80 ettari
di fondale, con l'obiettivo di individuare le aree idonee alla riforestazione. In
pratica, ogni metro quadrato ne accoglie circa 20. E non finisce qui. Il
progetto prevede un monitoraggio scientifico di tre anni, per capire se
funziona e, si spera, se il successo sarà quello auspicato, di replicarlo anche
altrove. È un esempio concreto di come la scienza, le istituzioni e le imprese
possano davvero fare squadra per proteggere qualcosa di fragile e prezioso.
Cari amici, credo che
l’iniziativa sia di alto valore, perché il mare, forse quanto e più della
terra, va adeguatamente protetto, per poter lasciare alle nuove generazioni un
mondo vivibile e sano. Allora, salviamo la POSIDONIA con la riforestazione marina!
A domani.
Mario