Oristano
16 Dicembre 2017
Cari amici,
Che gli scienziati
siano alla costante ricerca di materiali per rendere Internet sempre più
veloce, in quanto è proprio tramite la rete che ormai la gran parte del mondo
si muove, lo sappiamo tutti. Studi sul silicio e sul grafene fanno ogni giorno
passi avanti, ma ora l’attenzione degli scienziati si è focalizzata su un nuovo
materiale: la Perovskite. In effetti
questo minerale era già conosciuto (non è stato scoperto di recente, in quanto fu rinvenuto per la
prima volta nel 1839 nei monti Urali in Russia), ma mai ipotizzato per certi usi. Prima però di parlarvi degli studi
recenti che gli scienziati hanno concentrato su questo minerale, vediamo di
cosa si tratta.
La perovskite è un
cristallo opaco a forma cubica, formato da ossidi di carbonio e di titanio. Deve
il suo nome al Ministro della Corte Imperiale della Russia zarista Lev Perovski, scopritore e appassionato
collezionista di minerali. La particolarità di questo cristallo è quella di
essere un ottimo conduttore e di avere una grande capacità di assorbire la
luce, tanto da essere considerato un possibile sostituto del silicio. Il suo
utilizzo viene ipotizzato in maniera molto positiva anche nel campo delle
energie rinnovabili, in particolare nella produzione di celle fotovoltaiche
che, con l’utilizzo della perovskite, risulterebbero non solo più efficienti ma
anche di minor costo.
Ora, una ricerca
dell'Università dello Utah riportata da Newsweek, ha evidenziato le capacità di
questo cristallo di velocizzare, di rendere molto più rapide, le comunicazioni in
rete. I componenti di computer e telefoni realizzati con questo materiale
potrebbero, in un futuro prossimo, consentire collegamenti enormemente più
rapidi (anche mille volte più veloci di quelli attuali). Forse ci vorranno
almeno altri 10 anni per la commercializzazione di questi super computer, ma la
via tracciata sembra quella giusta.
Gli scienziati dell’università
americana, studiando meglio questo materiale noto fin dal secolo scorso, hanno rilevato che i componenti creati con la perovskite erano in grado
di operare nello spettro dei terahertz invece che in quello dei gigahertz. Gli
smartphone attuali, per esempio, operano a una banda 2,4 Ghz (gigahertz),
mentre un collegamento Wi-Fi domestico lavora a 5 Ghz. Se la tecnologia a base
di perovskite dovesse essere realizzata, potrebbe utilizzare frequenze tra i
100 e i 10.000 Ghz. Un salto davvero epocale!
I due “Big” scienziati,
autori della straordinaria scoperta, sono: il professore di ingegneria
elettrica e informatica Ajay Nahata e il professore di fisica e astronomia Valy
Vardeny. I due sono riusciti a inserire parti di perovskite in un wafer di
silicio e a modulare le onde risultanti, che lavorano appunto su una banda di
terahertz. Il professore Nahata ha anche chiarito che “ci vorranno almeno altri
10 anni affinché la tecnologia a terahertz per le comunicazioni venga usata in
prodotti commerciali”; “Servirà un cambio radicale nelle tecnologie” – ha detto
– “però, questa ricerca è un’importante pietra miliare per arrivare a questo
passo”.
La particolarità di questo
minerale è quella di essere un ottimo conduttore e di avere una grande capacità
di assorbire la luce: queste proprietà lo fanno ritenere un possibile sostituto
del silicio. Lo scienziato Valy Vardeny nell’apprezzarlo lo ha definito «Un
materiale miracoloso. In pochi anni le celle solari basate sulla perovskite
sono arrivate al 22 per cento di efficienza». Non mancano, però, anche dei
punti oscuri sull’utilizzo di questo minerale, che contiene anche una piccola
quantità di piombo, elemento notoriamente tossico. La perovskite potrebbe avere,
quindi, delle «difficoltà a scalzare dalla posizione di principale materiale
conduttore il silicio, i cui costi sono sempre più bassi», ha concluso Vardeny.
Che dire, amici, le
scoperte tecnologiche si susseguono a ritmi frenetici e se penso che io, quando
iniziai a lavorare utilizzavo ancora la calcolatrice a manovella…mi sembra siano
passati secoli, anzi millenni, da quell’epoca ad oggi!
Sono sempre stato convinto, però, che nel nostro mondo c’è tutto quello che ci serve, anche se molte cose le dobbiamo ancora scoprire. La speranza è che le nuove scoperte siano quelle “portatrici di pace e benessere”, non di guerre e distruzione!
Sono sempre stato convinto, però, che nel nostro mondo c’è tutto quello che ci serve, anche se molte cose le dobbiamo ancora scoprire. La speranza è che le nuove scoperte siano quelle “portatrici di pace e benessere”, non di guerre e distruzione!
Grazie, amici, a
domani.
Mario
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