mercoledì, dicembre 20, 2017

CHI NON È MAI STATO “UN PIRATA”, ALZI LA MANO! L’EUROPA CERCA DI METTERE UN FRENO ALLA DILAGANTE PIRATERIA.



Oristano 20 Dicembre 2017
Cari amici,
L’Europa pare voglia provare seriamente a fermare la pirateria commerciale sempre più dilagante. La Commissione, nel mese appena trascorso, ha lanciato un pacchetto di azioni atte a tutelare maggiormente la creatività delle imprese europee; azioni orientate a cercare di riformare il sistema dei brevetti, ora tutelati in maniera diversa da Stato a Stato. Insomma, lo scopo è quello di garantire al meglio la proprietà intellettuale, in un’economia europea che, seppur all’avanguardia, risulta esposta a crescenti furti di diritti d’autore, una perdita questa calcolata in almeno 85 miliardi di euro. A tanto, infatti, ammonta il danno prodotto da concorrenti sleali e pirati che imitano beni o scaricano su internet in barba ai diritti d’autore.
Jirki Katainen, Commissario europeo per la Crescita e gli investimenti, ha così commentato: «Così incoraggiamo gli investimenti in tecnologia e sviluppo di prodotti». Ha poi aggiunto che la crescita economica e la competitività dell’Unione europea, «dipendono in gran parte dai nostri numerosi imprenditori, dalle start-up alle grandi aziende, che investono in nuove idee e conoscenze»; Il pacchetto di oggi migliora l’applicazione e il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e incoraggia gli investimenti in tecnologia e sviluppo del prodotto in Europa; si agevola l’accesso delle imprese alle soluzioni più innovative da una parte, e si aumentano le misure di protezione delle stesse dall’altra».
In effetti la situazione che si rileva oggi appare davvero allarmante: dalla farmaceutica all’informatica, dalle assicurazioni ai servizi finanziari, dalla moda al design, dalle automobili ai beni di lussi, circa la metà delle imprese europee costruisce il proprio business sui diritti di proprietà intellettuale. I settori prima citati generano il 38% di tutti i posti di lavoro e rappresentano il 42% del PIL, per un valore di mercato di circa 5,7 miliardi di euro. Eppure i conti non tornano. Secondo l’esecutivo UE i soli comparti di giocattoli e giochi perdono ogni anno circa 1,4 miliardi di euro di entrate a causa della presenza di prodotti contraffatti sul mercato europeo. Per non parlare delle false griffe nel settore dell’abbigliamento, delle calzature e degli accessori, dove i prodotti «taroccati» sottraggono circa 43,3 miliardi di euro di vendite (acquisite dal “falso”), con serie ripercussioni occupazionali (-518.281 posti di lavoro) ed erariali (-8,1 miliardi di euro di entrate).
Ebbene, sono cifre così importanti che l’UE ha deciso di affilare le armi per combattere in modo incisivo questa pirateria sempre più diffusa, che si muove a 360 gradi: riguarda invenzioni (brevetti), marchi, disegni industriali, nuove varietà di piante e indicazioni geografiche di origine; opere artistiche protette da copyright, quali libri, album musicali, programmi audio-visivi, software, banche dati, disegni architettonici, creazioni pubblicitarie e prodotti multimediali, comprese certe strategie di vendita, che riguardano anche importanti segreti commerciali.
Ecco i principali settori ed interventi programmati. Le principali novità per le imprese riguardano il sistema dei brevetti standard (Sep) e la relativa applicazione di condizioni di licenza: eque, ragionevoli e non discriminatorie (note come “Frand”, il prezzo da pagare per accedere alla tecnologia e le altre condizioni specifiche di licenza, tra cui la portata dei diritti, come verranno effettuati i pagamenti, le possibili licenze incrociate e altri). Per la prima volta si vuole adottare un orientamento univoco, valido a standardizzare il sistema delle licenze in un comparto dal potenziale economico di 9 trilioni di euro all’anno entro il 2025. Finora il processo di dichiarazione dei Sep è stato contraddistinto da informazioni insufficienti e con controlli inadeguati.
La Commissione UE vuole poi fermare i pirati del web. Con i rappresentanti del settore pubblicitario sta lavorando per finalizzare un nuovo protocollo d’intesa per ridurre i flussi di entrate dalla pubblicità sui siti internet che violano la proprietà intellettuale. La pubblicità on-line è una delle principali fonti di reddito per i siti in generale, che violano la proprietà intellettuale e in molti Paesi sono stati avviati sforzi, a livello nazionale, per ridurre il flusso di entrate pubblicitarie su tali siti.
La direttiva ancora in essere sui diritti di proprietà intellettuale risale al 2004; dopo oltre un decennio non sono stati fatti passi avanti per proteggere meglio Copyright, marchi e loghi, in quanto i diritti di proprietà intellettuale sono ora difesi secondo 28 normative diverse, tante quanti sono gli Stati. La Commissione vuole aiutare gli Stati membri e le autorità nazionali competenti ad orientarsi verso una normativa unica. Ancora, l’UE intende istituire una cabina di regia europea per le autorità doganali, offrendo loro un’assistenza più mirata, in modo da rafforzare la cooperazione amministrativa nella lotta alla contraffazione. Il falso «made in» in gran parte arriva ora da Paesi extra UE. La Commissione intende rafforzare i programmi di cooperazione con questi Paesi, attraverso la stipula di accordi comuni di controllo.
Che dite, amici, sarà la volta buona per avere una bella uniformità di regolamentazione e di controllo in un settore così delicato?
A domani.
Mario


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