Oristano 6 Dicembre 2017
Cari amici,
Collezionare è davvero una straordinaria passione! Collezionare è un verbo che indica un'azione complessa; ad andare a cercarlo nel vocabolario troviamo scritto: Ordinare
(anche raccogliere) in modo organico degli oggetti omogenei, preziosi, rari o
variamente interessanti; il termine derivante, ovvero il risultato, è quello di
Collezione e il soggetto che la effettua Collezionista. Non preoccupatevi,
però, oggi non voglio tenere una lezione di grammatica o di analisi logica, ma,
un po’ ironicamente, come è nel mio stile, voglio parlarvi di un particolare e certosino collezionista, Don Eliseo Lilliu, che, dando corpo e gambe ad
una incontenibile passione che non si è mai assopita col passare del tempo, ha dato vita ad uno
straordinario
museo che porta il suo nome: “MUSEO ELISEO”. Ecco il suo sito internet: www.museoeliseo.it.
Questo interessante
personaggio che risponde al nome di Don Eliseo Lilliu, nasce a Terralba il 13
Giugno del 1941. Vivacissimo e tanto curioso, si accorge subito, però, che la sua Terralba
gli sta un po’ stretta e, da giovane ambizioso qual è, intende conoscere meglio il mondo, completare la
sua formazione culturale. Lascia Terralba e raggiunge Milano, Genova, Siena,
Firenze e Cagliari. Arrivato ai 20 anni viene colto dalla fede religiosa ed entra,
a 24 anni, a far parte dell’Ordine dei Frati Minori CAPPUCCINI di Sardegna;
una volta diventato presbitero, inizia la sua missione pastorale principalmente
come predicatore. Nel suo animo, però, oltre la fede religiosa c’è quella ben forte e salda di
collezionista incontenibile, che lo porta a fondare presso il convento di
Sanluri un interessante museo storico, che dirige e gestisce per circa 10 anni.
Col passare del tempo,
pur restando presbitero, dismette gli abiti monacali. Nella nuova veste di semplice
sacerdote, a cui poi vengono assegnate delle parrocchie, oltre a svolgere i
suoi compiti pastorali, continua a dedicarsi alla sua passione di collezionista, che dentro di Lui è rimasta
sempre forte, intatta. Nella nuova veste di sacerdote è l’ideatore e il realizzatore del Museo
Pinacoteca Eliseo di Terralba, che allestisce nella grande casa familiare.
Eliseo, uomo di multiforme ingegno, miscela sapientemente l’attività pastorale, quella oratoria dal pulpito, con quella di scrittore davvero produttivo: solo negli ultimi 3 mesi escono dalla tipografia d'arte EPDO di Roberto Cau ulteriori 2 libri: l'ultimo riguarda la biografia di un illustre prelato, Mons. Pietro Balestra, che governò la Diocesi di Cagliari dal 1900 al 1912; questo titolo porta il montante dei libri da Lui scritti a 42. La sua passione scrittoria lo impegna anche nel giornalismo: è stato per anni iscritto all'albo dei giornalisti della Sardegna. La sua funzione pastorale, dopo il governo di diverse parrocchie (fra le ultime quella S.A. di Santadi in Arbus), lo porta a sperimentare anche l'importante missione di Cappellano di carcere.
Eliseo, uomo di multiforme ingegno, miscela sapientemente l’attività pastorale, quella oratoria dal pulpito, con quella di scrittore davvero produttivo: solo negli ultimi 3 mesi escono dalla tipografia d'arte EPDO di Roberto Cau ulteriori 2 libri: l'ultimo riguarda la biografia di un illustre prelato, Mons. Pietro Balestra, che governò la Diocesi di Cagliari dal 1900 al 1912; questo titolo porta il montante dei libri da Lui scritti a 42. La sua passione scrittoria lo impegna anche nel giornalismo: è stato per anni iscritto all'albo dei giornalisti della Sardegna. La sua funzione pastorale, dopo il governo di diverse parrocchie (fra le ultime quella S.A. di Santadi in Arbus), lo porta a sperimentare anche l'importante missione di Cappellano di carcere.
Sensibile e poliedrico
scrittore, Don Eliseo ha dato alle stampe interessanti opere che spaziano dalla storia alla narrativa, dalla poesia alla satira e alla commedia. Ma torniamo al suo museo, la sua
creazione più amata e della quale si sente particolarmente orgoglioso. Finora posso dirvi che l'occasione di visitare questo museo per me non c'era mai stata; certo, ne avevo sentito parlare da amici, ma mai ci fu l'occasione di andarlo a vedere. Invece, nello scorso mese di Novembre, l’occasione si
presentò.
Ero stato invitato da Roberto Cau, titolare della casa editrice
oristanese EPDO, a presenziare alla consegna del “Premio per Meriti Culturali” (riconoscimento ideato da Roberto Cau per premiare
chi si è particolarmente distinto culturalmente nel nostro territorio), assegnato alla pittrice
terralbese Dina Pala.
Ebbene, prima di recarci a casa di Dina per la consegna del premio, unitamente a Roberto Cau, Beppe Meloni e Gian Piero Pinna, abbiamo avuto il piacere di visitare la casa-museo di Don Eliseo.
Ebbene, prima di recarci a casa di Dina per la consegna del premio, unitamente a Roberto Cau, Beppe Meloni e Gian Piero Pinna, abbiamo avuto il piacere di visitare la casa-museo di Don Eliseo.
Credetemi, il mio
stupore e la mia emozione, nell’entrare nella grande sala, posta alla sinistra
di chi varca la porta d’ingresso, non sono stati d'animo semplici da descrivere. Un’enormità di
oggetti (dai quadri alle sculture, dai paramenti sacri alle icone, dai rosari ad
una varietà di oggetti sacri di antica fabbricazione) mi si sono parati
davanti, quasi a darmi l’impressione di trovarmi immerso in un mondo speciale e quasi irreale, in un grande contenitore
fuori dal tempo. Anche Roberto e Beppe, erano incuriositi e ammutoliti allo
stesso tempo. Don Eliseo, con grande savoir faire da ‘padrone di casa’, chiese a Roberto di fare Lui da guida, da Cicerone, e di accompagnarci in tutte
le sale della casa-museo per visionare, nelle varie stanze, le numerosissime opere esposte, allocate anche negli altri
2 piani della casa (seminterrato e piano superiore).
Difficile, se non
impossibile, fare un elenco, anche approssimato, del grandissimo numero di opere che, dai dipinti, sculture e oggetti sacri, spaziavano anche verso antichi oggetti della civiltà contadina, ormai desueti,
costituiti, oltre che dagli antichi arredi delle case di allora, anche da numerosi attrezzi utilizzati un tempo nella vita lavorativa.
Il museo, inaugurato nel Novembre del 2004, raccoglie reperti di svariate epoche storiche, rappresentanti i vari ambiti dell´arte e della tecnica, partendo da quelli più antichi, risalenti addirittura al neolitico; ben rappresentate le varie epoche successive (molto interessanti i volumi delle sacre scritture risalenti al 1500, il grammofono col rullo in legno risalente al '700, o la macchina fotografica dei primordi della fotografia), fino ad arrivare praticamente ai giorni nostri.
Il museo, inaugurato nel Novembre del 2004, raccoglie reperti di svariate epoche storiche, rappresentanti i vari ambiti dell´arte e della tecnica, partendo da quelli più antichi, risalenti addirittura al neolitico; ben rappresentate le varie epoche successive (molto interessanti i volumi delle sacre scritture risalenti al 1500, il grammofono col rullo in legno risalente al '700, o la macchina fotografica dei primordi della fotografia), fino ad arrivare praticamente ai giorni nostri.
Una collezione, quella di Don Eliseo,
vastissima e preziosissima, che riesce ad ammaliare il visitatore, passando dalla pittura (comprendente
numerose icone russe del '600 e del '700 e tele di autori sardi e italiani dal
'500 sino all'800) ai gioielli, dai mobili d´epoca alle ceramiche, dalle stampe agli arazzi. Un grande patrimonio che meriterebbe, col tempo, di essere trasmesso ad un “conservatore pubblico”, diventando
in questo modo un patrimonio della collettività. Don Eliseo,
mi è sembrato di capire, che sia collocato su questa lunghezza d’onda. Già nel 2009,
in un’intervista rilasciata alla “Nuova Sardegna ebbe occasione di dire: «Questo
museo diventerà in futuro un Museo civico, perché racchiude un enorme
patrimonio del nostro territorio, frutto molto spesso di donazioni di miei
concittadini, che deve restare un bene pubblico per tutti, in modo che le
persone ne possano godere e questo patrimonio non venga disperso».
Cari amici, credo che questa sia la
strada giusta da seguire. Personalmente apprezzo molto la certosina pazienza e “voglia di
collezionismo” di Don Eliseo, al quale faccio i miei complimenti. Auspico che
questo immenso patrimonio, frutto di una vita di ricerche, diventi domani un pubblico
museo, che certamente lo farà ricordare ai posteri.
Chiudo invitando i miei lettori ad andare a visitarlo (anche chi lo conosce potrebbe rivederlo con piacere), in quanto merita davvero di essere ammirato e apprezzato. Visitarlo è semplice e lo si può fare senza particolari problemi.
Ecco come contattare Don Eliseo:
Chiudo invitando i miei lettori ad andare a visitarlo (anche chi lo conosce potrebbe rivederlo con piacere), in quanto merita davvero di essere ammirato e apprezzato. Visitarlo è semplice e lo si può fare senza particolari problemi.
Ecco come contattare Don Eliseo:
Ubicazione:
Museo Pinacoteca Eliseo, P.zza Pauli Piscus 09098 - Terralba (OR)
Contatti
telefonici: Telefono: 0783/84519 - Fax: 0783/84519
- Cellulare: 340/6866951
Grazie, amici, che con
mio grande piacere mi leggete! A domani.
Mario
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