Oristano
25 Dicembre 2017
Cari amici,
Prima di iniziare la mia riflessione quotidiana, voglio porgere a Voi tutti i miei migliori auguri di Buon Natale!
Oggi voglio parlarvi di una donna d'eccezione: un'insegnante straordinaria, seria e capace, innovativa e lungimirante, come ce ne dovrebbero essere molte altre; una donna candidata a ricevere un premio internazionale che può essere considerato il "Premio Nobel" degli insegnanti: il Global Teacher Prize.
Prima di iniziare la mia riflessione quotidiana, voglio porgere a Voi tutti i miei migliori auguri di Buon Natale!
Oggi voglio parlarvi di una donna d'eccezione: un'insegnante straordinaria, seria e capace, innovativa e lungimirante, come ce ne dovrebbero essere molte altre; una donna candidata a ricevere un premio internazionale che può essere considerato il "Premio Nobel" degli insegnanti: il Global Teacher Prize.
Il Global Teacher Prize è un premio internazionale ancora poco noto in
Italia; all’estero, invece, è considerato proprio come un Premio Nobel degli
insegnanti, destinato a quelli che amano la professione (meglio dire missione) in modo davvero eccezionale: sempre pronti a dare grandi prove
di capacità d'insegnamento ‘fuori dal comune’, tali cioè da dare un
contributo notevole ad un'arte nobile come quella della docenza.
Quest’anno è la quarta edizione del premio e la partecipazione è stata grande: sono pervenute quasi 40.000 nomine e domande, provenienti da 173 Paesi del mondo. Le prime rigorose selezioni hanno ‘scremato’ tantissimo, e, come in un campionato, si è arrivati alle semifinali con 50 docenti prescelti, che poi si ridurranno nella finale a 10, e tra questi infine, il prossimo 18 Marzo, sarà proclamato il vincitore.
Quest’anno è la quarta edizione del premio e la partecipazione è stata grande: sono pervenute quasi 40.000 nomine e domande, provenienti da 173 Paesi del mondo. Le prime rigorose selezioni hanno ‘scremato’ tantissimo, e, come in un campionato, si è arrivati alle semifinali con 50 docenti prescelti, che poi si ridurranno nella finale a 10, e tra questi infine, il prossimo 18 Marzo, sarà proclamato il vincitore.
Ebbene, quest’anno, tra
i 50 semifinalisti c’è un’italiana che, superando le dure selezioni, ha
sbaragliato molteplici concorrenti: il suo nome è Lorella Carimali, 55 anni, professoressa di matematica al Liceo
Scientifico Statale Vittorio Veneto di Milano. Ha sicuramente contribuito a farla arrivare tanto in alto il suo metodo d’insegnamento innovativo, che,
rivoluzionando vecchi schemi, ha voluto innovare metodiche antiquate e
superate. In effetti i metodi da Lei utilizzati per far apprendere una materia
non facile come la matematica, prevedono importanti innovazioni; per esempio la combinazione di classi di studenti
e discipline diverse, spesso anche molto distanti tra di loro (come per esempio
il teatro), in modo tale che gli studenti di livello diverso potessero interagire tra di loro, realizzando in questo modo una crescita collettiva.
Concetti all’apparenza
difficili per il personale del corpo insegnante, in particolare per chi, docente come Lei, era rimasto ancorato ai rigidi
schemi del passato. Lorella Carimali in sostanza è una docente considerata particolarmente ‘innovativa’, e per questo da
molti ritenuta anche dirompente, ma i risultati ottenuti, con l’utilizzo delle tecniche da
Lei sviluppate, sono risultati ottimi. Le votazioni alte ottenute dagli
studenti sono solo un dato parziale: c’è da aggiungere una maggior comprensione
della materia, a dimostrazione che il suo metodo ha migliorato la loro capacità
di vedere la matematica non più come un semplice insieme di formule, ma come
uno strumento capace di interpretare la realtà e semplificare anche molte
situazioni complesse.
Base della sua moderna
metodica è la "Condivisione”, che lei considera fondamentale. La docente
milanese, intervistata dopo la notizia del traguardo raggiunto, si è dimostrata
felice ed orgogliosa. "I miei genitori avevano la quinta
elementare e non potevano certo aiutarmi a studiare. Per loro la mia laurea è
stata un riscatto. Vivevamo in un quartiere popolare, case di ringhiera al
quartiere Stadera, il bagno stava sul ballatoio e lo dividevamo con altre
famiglie. Ci si conosceva tutti. Ecco,
ho capito lì che non si vince da soli, che il futuro lo si costruisce assieme.
Perché quando dividi qualcosa di così intimo come il bagno con qualcuno,
l’estraneo non è più una persona di cui aver paura ma un amico, una risorsa. Ed
è questo il mio atteggiamento verso il mondo". Questo il suo
commosso ricordi degli anni giovanili.
Proseguendo poi nell’intervista
Lorella ha detto “La passione per la matematica è sempre stata dentro di me e fin da
piccola ho sempre desiderato fare l’insegnante. Aver preso la laurea in
matematica prima e diventare poco dopo insegnante di ruolo è stato per me un
grande riscatto sociale oltre a rappresentare una grande spinta motivazionale
sul mio ruolo e nella mia disciplina”.
Cari amici, a sentire
la moderna e innovativa docente milanese, "Non
esistono persone negate con i numeri, la matematica aiuta a pensare, a vivere, a
conoscere la realtà", per cui conoscerla bene consente a tutti di
affrontare al meglio i problemi della vita. E non da soli, ma insieme, in
quanto, sono sempre sue parole, “Il
futuro lo si costruisce assieme, non da soli”.
L’anno scorso è stata eletta
tra i dieci migliori professori italiani, mentre ora, finalista al Global
Teacher Prize, sogna di vincere il Nobel dell’insegnamento, l’ambito premio che
verrà consegnato a Marzo a Dubai dalla Varkey
Foundation. In palio un milione di dollari da spendere in progetti
scolastici.
Cari amici, personalmente mi auguro
che riesca davvero nel suo intento di vincere il prestigioso riconoscimento:
penso che se lo meriti davvero! Sono convinto che di insegnati come Lei dovrebbero essercene
molti di più, perché la scuola deve riuscire a ricreare un clima sereno, di fiducia, se
vuole formare con serietà e competenza le nuove generazioni. Molti dovrebbero
muoversi nel mondo della scuola come la professoressa Carimali, così da ricreare
un clima di studio e di applicazione che da tempo non c’è.
Quando si presenta a
una nuova classe, la professoressa Carimali esordisce così ai suoi studenti: «Io vi aiuterò in ogni modo, perché possiate
raggiungere gli obiettivi che desiderate e diventare le persone che volete
essere. Ma voi dovete rispettarmi, facendo i compiti a casa e non copiando. Se
osserverete questo patto, non dovete preoccuparvi: andrà tutto bene». E,
immancabilmente, i suoi studenti le credono, e la seguono lungo la strada che
li porta ad arrivare ai traguardi a cui ambiscono.
Sono certo, amici, che
il suo metodo è davvero quello giusto. Fossi ancora uno studente (non immaginate quanto mi piacerebbe ancora...) le direi col sorriso e gli occhi lucidi: Grazie Prof!
A domani.
Mario
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