Oristano
22 Agosto 2015
Cari amici,
L’attesa è finalmente terminata:
il Programma di Sviluppo Rurale
2014-2020 ha superato lo scoglio di Bruxelles. Elisabetta Falchi, Assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna, dopo che il Piano sardo aveva ottenuto il via libera
ufficiale da parte della Giunta della Commissione Europea, ha così felicemente e orgogliosamente
commentato: “Abbiamo migliorato e integrato la prima bozza presentata il 22 Luglio
dello scorso anno all’U.E.; un lavoro costante e puntuale, portato avanti con
particolare professionalità dai nostri uffici e attraverso il confronto con le
associazioni. Continueremo a perfezionare il PSR al fine di renderlo fruibile
dall’intero comparto anche in futuro”. Aggiungendo soddisfatta: "Da
oggi i nostri agricoltori e pastori avranno a disposizione uno strumento di
programmazione che libera importanti risorse finanziarie grazie alle quali si
potranno migliorare le produzioni e accrescere la competitività delle imprese
sui mercati; il nostro PSR ha ricevuto pieno apprezzamento da parte dei tecnici
europei, con i quali ci siamo confrontati per un intero anno, che hanno
riscontrato nel progetto una piena sintonia con le direttive della UE in
materia di sviluppo e innovazione agricola”.
In effetti la cifra su
cui ora la Sardegna può contate è ingente: 1.308 milioni di Euro, Di questi
fondi 628.035.000 provengono dall’Europa a valere sul Fondo Agricolo per lo
Sviluppo Rurale, 476.259.875, sono il contributo a carico dello Stato e
204.111.375 sono messi a disposizione dalla Regione sarda. Un fondo
consistente, capace di “cambiare verso” alla nostra agricoltura. Risorse che la
Regione utilizzerà per ammodernare l’obsoleta economia agro pastorale sarda,
valorizzando soprattutto, come sostiene l’Assessore Falchi, i prodotti di eccellenza locali.
Proprio la
valorizzazione dei ”prodotti tipici” è il punto focale del Piano messo a punto
dalla Regione: far risaltare i prodotti di eccellenza, in Sardegna legati soprattutto
all’alta qualità ambientale, praticamente indiscutibile. L’altro punto
importante da portare avanti è quello del rinnovamento delle aziende attraverso
l’innovazione. La redditività delle aziende agricole, la loro competitività,
potranno realizzarsi solo utilizzando reali strumenti innovativi, nelle più
svariate forme. Solo aziende agro alimentari riorganizzate a dovere nell’intera
filiera, dalla produzione alla gestione commerciale, dai finanziamenti alla
copertura dei rischi, dalla conservazione dei prodotti al rispetto degli
ecosistemi, potranno competere ed essere vincenti, in un mercato che non fa
sconti a nessuno.
Sicuramente dopo questa
“cura di ammodernamento” la Sardegna agricola potrà affacciarsi ai mercati
internazionali in modo nuovo: sono sempre più numerosi i consumatori disposti a spendere per avere una
qualità certificata dei cibi. Attività agricola, quella sarda, che finora non è
stata capace di valorizzare i prodotti al punto giusto. “I nostri animali nascono e
crescono all’aria aperta, nei pascoli, non chiusi in luoghi dove sono
sottoposti a forte stress – ha detto l'Assessore Falchi – una
condizione che rende le produzioni isolane uniche e inimitabili”.
Altro capitolo che
questo interessante finanziamento consentirà è quello relativo al “rinnovo
generazionale” nella gestione delle aziende. Il PSR sardo riserva 50 milioni di
Euro da destinare agli Under 40 che sceglieranno di gestire aziende agricole
come conduttori d’impresa. Sono 50 milioni di Euro, stanziati fino al 2020, e
saranno utilizzati sulla base di due tipologie di progetti. Un progetto prevede
che il giovane presenti un business plan con una serie di obiettivi e di
investimenti da raggiungere e da effettuare entro i cinque anni
dall’insediamento: 35mila euro saranno quindi finanziati subito e altri 15mila
al completamento del progetto. Nel caso, invece, che non esista un piano
d'investimenti, saranno finanziati solo i 35mila euro.
Anche l’aggregazione
fra produttori e trasformatori sarà fortemente sostenuta dal PSR. “Per
consolidarsi nei mercati classici o ancor meglio aprire nuove spazi in quelli
emergenti – ha rimarcato Elisabetta Falchi – è necessario consorziarsi,
unire le nostre eccellenze agroalimentari e lavorare sui grandi numeri. È
impensabile proporsi ai consumatori cinesi o nord americani senza un progetto
unitario, ognuno per conto proprio e con quantità di prodotti offerti
inadeguate. In questi anni abbiamo imparato la lezione, ora dobbiamo cambiare
rotta tutti insieme: politica e imprese agricole”.
Cari amici, tre sono le
parole chiave di questa riforma: innovazione,
ricambio generazionale e aggregazione. Finora la Sardegna
agricola ha vissuto mendicando contributi, vivendo di individualismo e gelosa
custodia dei ritmi del passato, ma senza innovarsi: trasmettendo arcaicamente l’antico
sapere. Fermo restando che nulla deve essere buttato alle ortiche (gli antichi
saperi sono un patrimonio preziosissimo), il futuro è fatto di innovazione e cooperazione,
non di sterile individualismo ed egoismo. L’Assessore Falchi ha chiaramente
fatto capire come sarà il nostro futuro agricolo: sta agli operatori, ora, “cambiare
verso”! Con la speranza che tanti giovani recepiscano il messaggio.
A domani.
Mario
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