Oristano
29 Agosto 2015
Cari amici,
In Sardegna la foca
monaca è sempre stata di casa. Chiamata più confidenzialmente Bue Marino, ha
dato anche il nome ad una delle famose grotte nei mari d'Ogliastra: la
"grotta del bue marino", quasi a significare che quella era la sua casa
prediletta. Col tempo, però, il mammifero marino, tanto odiato dai pescatori
perché ritenuto un temibile avversario per la pesca, in seguito alla tremenda
caccia messa in atto, diminuì costantemente di numero, fino a far pensare
addirittura alla sua scomparsa. Erano gli anni Sessanta e questi mammiferi non
godevano certo delle protezioni di oggi! Solo uno sparuto numero di esemplari
sopravvisse, modestamente cresciuto di numero, ed oggi, nel Mediterraneo, si calcola che circolino appena 500
esemplari del mammifero, distribuiti in vasto areale che comprende la fascia africana, le
coste della Grecia, del Marocco, della Mauritania, della Turchia e la Sardegna, particolarmente prediletta, in quanto posta proprio al centro del Mediterraneo.
A partire dagli anno
Settanta e Ottanta in Sardegna alcuni avvistamenti sgombrarono però il campo che la
Foca Monaca si fosse estinta: foto inequivocabili ne evidenziavano la presenza,
anche se rara. Alla fine degli anni ’80 e fino al 2010, accertati
dal Ministero dell’Ambiente ci sono stati almeno altri 80 avvistamenti nei mari sardi, non solo
nella parte occidentale ogliastrina ma anche nella parte sud-ovest dell’Isola.
Un recentissimo “incontro” nei nostri mari con un bell’esemplare di foca monaca
è di pochi giorni fa: un navigatore solitario francese, che si trovava nelle
acque antistanti Villaputzu, ha immortalato col suo cellulare il nuoto di una
foca a tre miglia dalla costa.
Cari amici, ormai ne
siamo certi: il tempo è passato ma…“la foca monaca è rimasta”! L’animale sembra quasi
affezionato all'Isola ed alle sue grotte! La sua storia in casa nostra, nata in
tempi lontani, è davvero ricca di suggestione. Negli anni Cinquanta del
secolo scorso, precisamente il 29 Dicembre del 1951, il giornale nazionale “Il
Tempo”, titolò con grande enfasi “Ci sono le foche in Sardegna”! Non solo
alla notizia arrivarono nell’Isola giornalisti e fotografi importanti, che documentarono
la notizia in modo inequivocabile: nella nostra costa
orientale la foca monaca c’era, e la certezza la si ebbe con la cattura di un esemplare! Un
cucciolo di foca monaca fu catturato proprio nella grotta di Cala Gonone.
La notizia fece il giro
del mondo e l’esemplare, dopo essere stato immortalato dal grande fotografo Federico Patellani
nella spiaggia insieme a delle belle ragazze sarde in costume, fu portato a Roma.
Dopo aver nuotato (super fotografato) nella Fontana di Trevi, fini allo zoo. Dal
1982 al 1994 gli avvistamenti si ripeterono: avvennero, però, sopratutto nella parte sud
dell’Isola; nel mare che bagna il golfo di Cagliari, sotto le scogliere calcaree
tra Marina Piccola e Capo Sant’Elia, nella zona di Carloforte, nei pressi della Grotta delle Oche (era Marzo del 1992). La
nostra “Sirena Mediterranea”, però, continuava a non trascurare le visite in
Ogliastra: nell’Agosto del 1989 due esemplari furono fotografati da una guardia
ecologica del Comune di Baunei.
Amici miei, la bella
storia del Bue marino nei nostri mari, dunque, ha ancora belle pagine da
scrivere: gli incontri, sempre più ravvicinati, continuano e riserveranno
ancora delle splendide sorprese. Scusate se mi ripeto, ma credo che
l’unicità della Sardegna, fatta di mari incontaminati, di spiagge bellissime, di
luoghi che evidenziano una storia millenaria a partire dalla civiltà
nuragica, sia qualcosa che ha un valore inestimabile! Se sapessimo davvero
valorizzare questo immenso patrimonio, fisico e culturale insieme, forse potremmo
finalmente uscire dal nostro atavico isolamento, calamitando nella nostra terra
risorse finora rimaste nell’ombra; non parlo solo di turismo, ma di agricoltura
biologica, di pesca, di industrie sane (in particolare quelle alimentari), di
artigianato e quant’altro.
La difesa e la valorizzazione
del nostro patrimonio, pensiamoci seriamente, non spetta ad altri, ma solo a noi sardi, che dovremmo
fare di tutto per mettere in rilievo il valore della nostra isola e farla competere,
ad armi pari, con gli altri.
Grazie dell’attenzione,
a domani.
Mario
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