Oristano
7 Agosto 2015
Cari amici,
La fertilità è un bene supremo,
da tutelare e preservare sin dall’infanzia, per il semplice motivo che risulta
indispensabile per perpetuare la nostra specie. Col passare del tempo, in
particolare nei Paesi occidentali più sviluppati, il calo della fertilità, sia
maschile che femminile, ha subito dei drastici cali. Se Tra le donne sono
aumentate alterazioni tubariche, malattie infiammatorie pelviche, fibromi
uterini, endometriosi, alterazioni ormonali e ovulatorie, tra gli uomini risulta
alterata la produzione ormonale, in particolare la riduzione del testosterone, oltre alla struttura
ed alla funzionalità del testicolo, come varicocele, criptorchidismo e malformazioni
genitali, tutte concause che contribuiscono al
preoccupante calo del numero degli spermatozoi.
Se nelle donne, che già
nascono già con un numero predefinito di cellule uovo (riserva ovarica) che con
il passare del tempo si riduce fino ad esaurimento, la fertilità inizia a diminuire
a partire dai 30 anni, con un calo molto significativo dopo i 40, negli uomini
il problema risulta nettamente diverso. Ogni uomo produce in continuazione un
altissimo numero di spermatozoi, a prescindere dall’età, per cui la
procreazione maschile non avrebbe, teoricamente, limitazioni: ci sono uomini
che hanno procreato in età molto avanzata, anche oltre gli 80 anni, con prole
sana e forte. Il problema attuale maschile sta proprio nella costante
diminuzione nel liquido seminale degli spermatozoi, fenomeno rilevato in modo più ampio nel mondo occidentale.
La fertilità smarrita dei maschi occidentali è diventata un vero rebus
per la scienza, considerato che, in meno di 17 anni, un terzo degli spermatozoi
sembra essersi volatilizzato! Gli esperti l’hanno chiamata ironicamente la crisi degli spermatozoi, quasi fosse una
crisi internazionale. Secondo un recente studio francese, negli ultimi 17 anni
la conta delle cellule riproduttive maschili, nei trentacinquenni, è calata del
32,2%. Anche in Italia i dati non sono confortanti: una ricerca del 2011,
condotta a Padova su 2.000 persone, metà diciottenni e metà quarantenni, ha
evidenziato, nei più giovani, una diminuzione del 25% del numero degli
spermatozoi rispetto agli adulti.
Le preoccupazioni degli
esperti non sono infondate: esse nascono dal fatto che il numero di spermatozoi
condiziona realmente la fertilità: normalmente un uomo produce circa 60 milioni
di spermatozoi per millilitro di sperma e, perché sia considerato fertile, ne
bastano anche 40 milioni. Al di sotto di questa quantità, invece, e soprattutto
sotto i 20 milioni, le sue capacità riproduttive si riducono di molto. Uno
studio, condotto nel Nord Europa da ricercatori dell'Università di Edimburgo,
ha mostrato che un giovane su cinque ha un numero di spermatozoi così basso da
interferire con le sue capacità di avere figli. La risultante è che oggi, nel
50% delle coppie che non riescono ad avere figli, è l'uomo ad avere più problemi:
una situazione che costringe spesso a ricorrere alle tecniche di procreazione
assistita.
Ma da che cosa
dipenderebbe questo deficit di cellule riproduttive maschili? I fattori
ipotizzati (ma ancora tutti da accertare) sono diversi e cominciano ad interferire
già prima della nascita. Una delle cause, per esempio, è attribuita al fumo
della madre in gravidanza, abitudine certamente da eliminare; altra causa
possibile la ridotta
dimensionie dei testicoli, che si verifica nei bambini che nascono prematuri o che sono sottopeso
o sovrappeso durante l'infanzia: essi hanno una maggiore probabilità di
produrre meno spermatozoi. Passando poi all’ambiente esterno, altri imputati eccellenti
sono i composti chimici: pesticidi e inquinanti sempre più numerosi; essi agiscono da
«interferenti endocrini», cioè operano sul sistema ormonale alterandone il
funzionamento e, di conseguenza, hanno effetti negativi sulla produzione di
sperma.
Anche certi vezzi della
nostra civiltà sono considerati responsabili di tale débâcle: bagni troppo
caldi e saune sembrano favorire l'infertilità maschile. Infine, le cattive
abitudini: il fumo di marijuana, oltre che quello di tabacco, danneggia gli
spermatozoi, come anche la sedentarietà o una dieta particolarmente ricca di grassi. Per fortuna
alcune di queste situazioni sono reversibili e, se non siamo troppo avanti con
l’età, la nostra fertilità potrà nuovamente migliorare!
Cari amici, alimentarci
con una dieta corretta, praticare un'adeguata attività fisica e una sana vita
di relazione, sono delle ottime “medicine” per migliorare il nostro stato di fertilità.
Uno studio pubblicato sul British Journal of Sport Medicine ha dimostrato che gli uomini che guardano troppa la Tv hanno la metà, o quasi,
degli spermatozoi di chi, invece, pratica un'attività sportiva o ha un’intensa
vita sociale.
Oltre il problema oggi trattato, un altro non meno grave preoccupa il genere maschile: la disfunzione erettile (molto più semplicemente chiamata impotenza), anch'essa in aumento. In Italia risultano in cura circa un milione e mezzo di persone, la metà di quelli che effettivamente ne soffrono. Di questo spinoso probema parleremo in una delle prossime riflessioni.
Oltre il problema oggi trattato, un altro non meno grave preoccupa il genere maschile: la disfunzione erettile (molto più semplicemente chiamata impotenza), anch'essa in aumento. In Italia risultano in cura circa un milione e mezzo di persone, la metà di quelli che effettivamente ne soffrono. Di questo spinoso probema parleremo in una delle prossime riflessioni.
Ciao, amici, a domani.
Mario
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