Oristano
8 Agosto 2014
Cari amici,
l’argomento di oggi affronta
un tema importante e difficile allo stesso tempo: come svolgere il compito di
genitori in modo serio, con competenza e professionalità. Crescere i figli è un impegno di grande
spessore, certamente interessante e coinvolgente, ma anche molto difficile: compito
che non si può apprendere dall’esperienza degli altri. Sull’argomento sono
stati scritti non pochi libri, ma anche a cercarlo col lanternino, sono
convinto che non esiste un solo libro che possa “aiutare sul serio” a svolgere
al meglio un compito così difficile!Ogni famiglia è un caso a se, unico e irripetibile.
Nella gestione
familiare della crescita dei figli il periodo più difficile è senza dubbio quello
dell’adolescenza. E’ un periodo questo in cui avvengono cambiamenti enormemente
significativi: il passaggio dall’egocentrismo infantile (dai 9 agli 11 anni) ai
sentimenti di socialità, si evolve (verso i 15/16 anni) in forme ideali di
amicizia paritaria, che, da semplice rapporto giocoso, si trasformano in concreti
ideali da condividere insieme. Un fenomeno caratteristico del
periodo adolescenziale è quello della solidarietà tra coetanei, che raggiunge
dimensioni “forti”, di grande complicità, fino ad arrivare a vere e proprie azioni
collettive (di gruppo), anche delittuose. Luogo comune, oltre la forte "solidarietà di gruppo”,
è la continua e forte contestazione nei confronti del mondo degli adulti. Questo
comportamento da parte degli adolescenti, che viene definito “crisi di originalità”, è un rifiuto “dell’altro
mondo”, quello degli adulti, adottando comportamenti e condotte che li
differenzino in modo chiaro, capaci di mettere in evidenza la loro “diversità” ed il
pieno rifiuto del mondo dei “vecchi”, considerati obsoleti, in una parola “out”.
L’adolescente, pur nel rifiuto
apparente dei genitori, ha invece un grande bisogno del sostegno della sua
famiglia, per poter superare in modo adeguato il difficile periodo
adolescenziale. Il rapporto genitori/figli, pur tormentato perché appare poco
soddisfacente, conflittuale e privo di comprensioni, deve essere vissuto da
entrambe le parti con grande forza d’animo. I genitori, in particolare, debbono
superare le incertezze, studiare il modo migliore per stare vicini al figlio, anche
quando si sentono rifiutati, cercando di superare quelle paure, spesso
irrazionali, di fronte alle continue richieste di autonomia dei loro ragazzi. Con
la crescita dell’adolescente il rapporto genitori-figlio acquisisce delle
caratteristiche sempre più paritarie: ciò deriva dall’aumento nel giovane della
capacità cognitiva e dalla maggiore esperienza della vita. I genitori devono,
man mano, acquisire una maggiore flessibilità e modificare il loro sistema
comunicativo: il loro figlio è ormai uscito dall’età infantile e i relativi
comportamenti nei suoi confronti debbono essere costantemente adeguati, per
evitare di essere esasperati dalle continue richieste e provocazioni da parte
del ragazzo, con un conseguente rischio di rottura dei rapporti.
Da studi condotti in
ambito psicologico, è emerso che i maschi e le femmine hanno un modo differente
di relazionarsi con il padre e la madre: le femmine sviluppano
maggiore intimità nei confronti della madre, mentre i maschi restano più chiusi
nei confronti di entrambi, relazionandosi con il padre solo per problemi su
attività pratiche. Le femmine sentono la madre più disponibile al dialogo e
sensibile ai loro problemi: con lei si sentono meno inibite nella
comunicazione. I maschi pur orientandosi verso il padre hanno un rapporto più
difficile con lui, e nella gran parte
dei casi non sembrano propensi al dialogo ed a confidare i loro problemi più
intimi. Sia con il padre che con la madre si instaura una relazione poco
calorosa, che comunque viene percepita come tra soggetti autoritari e intrusivi.
La maggior parte dei
conflitti tra genitori e figli riguardano la disponibilità e l’uso del denaro,
l’orario del rientro serale, le attività del tempo libero, il modo di vestirsi.
I conflitti su tali argomenti nascondono la preoccupazione (per i genitori) relativa
ad eventuali relazioni sentimentali dei figli ed ai possibili tentativi di
controllarle. I conflitti sui valori morali, la politica, la religione e altre
questioni fondamentali sono piuttosto rari.
Cari amici, come ho
detto all’inizio il “mestiere” d genitore è senz’altro il più difficile del
mondo. I
genitori debbono cercare di trovare maggior dialogo, essere meno incerti su
quale sia il modo migliore per stare vicini al figlio (perché può sentirsi
rifiutato), evitando di essere attanagliati da paure irrazionali di fronte alle
richieste di autonomia dei loro ragazzi. I moderni studi di
psicologia sociale hanno messo in luce come gli stili relazionali dei genitori si basino principalmente su due
dimensioni: l’accettazione ed il
controllo. L’accettazione consiste nell’apprezzare il figlio per quello che
è, senza pretendere che assomigli ai genitori. Il controllo consiste nel
guidare il ragazzo, sostenerlo, stimolarlo e consigliarlo. A seconda di quanto
è presente ognuna delle due dimensioni prima evidenziate, all’interno della
relazione genitoriale, si concretizzeranno 3
differenti stili educativi: Autorevole, Autoritario, Permissivo. Ecco i
dettagli dei tre stili.
Autorevole.
L’autorevolezza implica l’applicazione, in modo adeguato, sia del controllo che
dell’accettazione. I genitori autorevoli sono responsabili nei confronti dei
figli, fungono da sostegno e da guide. Sono sensibili ai bisogni degli
adolescenti, incoraggiano il dialogo e tendono a chiarire i motivi delle
concessioni e delle punizioni, incentivando il ragazzo nel percorso verso
l’autonomia. Avere genitori autorevoli aiuta l’adolescente a sviluppare senso
critico, sicurezza e buona capacità di ambientamento;
Autoritario.
I genitori autoritari mettono in atto un elevato controllo ma con una
accettazione molto scarsa. I genitori autoritari tentano di plasmare il figlio
a seconda di un loro ideale, senza accettarlo per quello che è ed esprimendo
severe valutazioni e giudizi ogni volta che il figlio si allontana dallo
standard previsto. Il dialogo è scarso, perché essi pretendono di essere
ubbiditi, spesso imposto, senza discussione alcuna. I figli di genitori autoritari tendono a
diventare ansiosi e frustrati, sviluppano una bassa autostima ed hanno serie difficoltà
di adattamento;
Permissivo.
Il permissivismo eccessivo dei genitori evidenzia una elevata
accettazione ma uno scarso controllo. I genitori permissivi non puniscono i
figli e non avanzano pretese, non li guidano nelle loro scelte, accontentandoli,
invece, nei loro desideri senza chiedere
niente in cambio. Accettano i ragazzi per quello che sono, senza proporre
standard di comportamento. I figli, a loro volta, considerano i genitori
distanti da loro, e si sentono privi di sostegno nei momenti difficili.
Cari amici, non sarò
certo io a suggerirvi lo stile più consono, credo che lo possiate rilevare da
soli. Ho detto da subito che tanti sono stati i libri che hanno cercato di mettere in luce le
difficoltà educative degli adolescenti, e tanti ne verranno scritti ancora. La
mia è solo una modestissima riflessione, che non vuole insegnare niente a
nessuno ma solo mettere il dito nella piaga. Io non dimentico che sono genitore anch’io e che anche io ho
grandissime difficoltà a trovare la strada più giusta. Anche il mio
comportamento oscilla tra l’autorevole e l’autoritario (raramente permissivo),
ma credo che la bacchetta magica non ce l’abbia nessuno!
Grazie amici e…a
presto!
Mario
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