Oristano
14 Agosto 2014
Cari amici,
brutta bestia la
pigrizia! E’ facile scambiarla per stanchezza, ma non lo è: la pigrizia, più che uno stato fisico è
una stasi mentale, che impedisce a chi ne è colpito di fare qualsiasi cosa.
Nel
passato è stata addirittura considerata uno dei “Vizi
Capitali” (l’accidia è la voce dotta della pigrizia, un termine diffuso
dalla Chiesa, che ne fece un vizio capitale perché non solo considerato peccato
di negligenza, ma negligenza nell'esercizio della virtù).
La pigrizia, cari
amici, non è quello stato di “dolce far niente” necessario per riacquistare le
energie dopo una giornata lavorativa, non è una “fase di riposo” che fa seguito
all’impegno lavorativo. La pigrizia è
noia, è il classico “vorrei” o meglio “dovrei fare un sacco di cose ma sono
stanco.. non ho voglia!” Nel pigro il “non fare” non è uno stato di riposo
mentale, nel quale il suo cervello continua ad elaborare, ad essere creativo,
ma resta invece in uno stato passivo, inerte e non costruttivo. La mente in
questa condizione è irrequieta, perché vagamente
vorrebbe anche fare delle cose che le stanno a cuore, ma non è operativa. Questa stasi alimenta la nostra
insoddisfazione: vorremmo in teoria fare, ma, di fatto, non concludiamo nulla ed a fine giornata ci sentiamo frustrati e pure stanchi.
La prima cosa che ci
viene da pensare, cari amici, è questa: se la pigrizia è uno stato patologico,
quali le cause, e soprattutto, quali le cure? La
prima risposta alla precedente domanda è che la pigrizia non è solo una questione
di carattere dell’individuo che ne soffre, ma dipende anche dalla sua alimentazione, da quello che questi
mette nel piatto. Si, l’alimentazione svolge un ruolo essenziale nello sviluppo
di questa patologia. Tutti possiamo notare che dopo un pasto abbondante si ha una
voglia irrefrenabile di sonnecchiare: è un'esperienza che abbiamo provato
tutti, anche i più attenti a tavola, soprattutto dopo una bella scorpacciata
per una festa.
Ebbene, amici, una
recente ricerca effettuata dall'Università Ucla
della California, coordinata dal biologo Aaron Blaisdel, ha evidenziato che alimentarsi per un lungo periodo
con cibi ricchi di zuccheri e di grassi saturi, fa crescere a dismisura la
pigrizia, togliendo all’individuo la voglia di fare qualunque cosa. In questi
individui, con il tempo, si instaura la necessità di prendersi delle lunghe
pause tra un'attività e l'altra. L’esperimento effettuato dal
biologo Aaron Blaisdel è stato effettuato su un gruppo di roditori: 32 ratti,
divisi in due gruppi. Un gruppo è stato alimentato per tre mesi con una dieta
ipercalorica; oltre ad ingrassare, aumentando di peso, questi
ratti sono diventati oltremodo svogliati. L’altro gruppo, invece, è stato nutrito
con cibi bilanciati e non solo sono rimasti in linea, ma hanno conservato la
capacità di rispondere velocemente agli stimoli. Dopo novanta giorni il regime
alimentare dei due gruppi è stato invertito per una settimana, ma i ratti
grassi sono rimasti pigri e in carne.
La ricerca, pubblicata
il 10 aprile scorso sulla prestigiosa rivista scientifica 'Physiology & amp, Behavior' ha
dimostrato che il cosiddetto "junk food", ovvero il cibo spazzatura
composto di dolci, snack, bevande gassate e prodotti grassi, oltre a mettere
fortemente a rischio la salute, è causa di cattivo rendimento sul lavoro e di
una vita privata passata tra letto, poltrona e divano. "Le persone in sovrappeso – ha
spiegato Blaisdel - vengono spesso
rimproverate per la poca disciplina e per la loro pigrizia. La nostra ricerca ha
ribaltato, però, il senso comune: non si diventa grassi perché si è pigri, ma è
il tipo di dieta che ci rende poco propensi a reagire agli stimoli
esterni".
Cari amici, il cibo è
la nostra base alimentare per la sopravvivenza, ma questo non significa che possiamo mangiare tutto quello che vogliamo; alimentarsi significa che dobbiamo
mangiare sano e bilanciato. Gli errori alimentari sono sempre più all’ordine
del giorno, e i giovani in particolare, con la loro esuberanza, sono i primi a
mangiare male tra fast food e bibite, dolci e bevande gassate. Così facendo non fanno altro
che far crescere dentro di loro la perniciosa forza della pigrizia. Pigrizia
che crea un ristagno dell’energia mentale, capace di creare diversi disturbi
del pensiero, ansia, insoddisfazione e, sopratutto, scarsa "voglia di fare". Un circolo vizioso da rompere in ogni caso, anche se le difficoltà non mancheranno.
Mangiamo sano e la
pigrizia resterà lontana da noi!
Ciao.
Mario
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