Oristano
20 Agosto 2014
Cari amici,
quando questi giorni
scorsi ho letto la notizia sui giornali e su Internet mi sono davvero
compiaciuto. L’iniziativa, portata avanti dalla Southwestern Airlines con la SOS
Villaggi dei bambini USA, era la concretizzazione di una bella e geniale idea,
che riusciva a soddisfare due esigenze importanti: la tutela dell’ambiente con
l’aiuto sociale. Ecco in dettaglio quello, che con grande disponibilità ed
impegno, è stato realizzato dall'iniziativa.
Nel 2012 la compagnia
aerea americana Southwestern Airlines, dovendo effettuare il restyling della propria
flotta, aveva anche messo in conto di sostituire tutti i rivestimenti in pelle
dei sedili degli aeromobili con dei materiali più leggeri ed
ecosostenibili. Stanziati i fondi necessari per l’operazione di rinnovamento,
la Società ha adottato una strategia intelligente per riutilizzare il
rivestimento dei numerosi sedili in pelle dei propri velivoli. Grazie all’accordo
raggiunto con la “SOS Villaggi dei bambini USA”, ramo americano della grande organizzazione internazionale privata che si occupa di bambini abbandonati, la
compagnia aerea ha ceduto gratuitamente il rivestimento dei sedili (in pelle) dei
suoi aerei, sostituiti con altri materiali, a questa Onlus che dà assistenza ai
bambini in tutto il mondo.
La società aerea ha ritenuto
uno spreco gettare al macero quella grande quantità di cuoio recuperato dai suoi
velivoli: non voleva che un prodotto ancora valido concludesse il proprio ciclo
di vita in una discarica ma fosse, invece, utilizzato in modo utile, trasformato
magari in palloni da calcio o in scarpe! Ad accordo raggiunto con la SOS è nata
l’iniziativa LUV Seat, un progetto
di responsabilità sociale e ambientale, a fini benefici. I vecchi sedili (vecchi…si
fa per dire), dopo il recupero, erano dunque pronti a diventare palloni da
calcio, scarpe e zaini, destinati ai bambini e ragazzi del Kenya, che veri
palloni e vere scarpe, forse, non ne avevano mai avuto. L’accordo di programma tra
la compagnia aerea e la Onlus, tra l’altro, non finiva con la donazione del pellame.
Nell’accordo
è stata prevista anche l’apertura in Kenya di una scuola professionale, con la
creazione di diversi posti di lavoro, dove saranno formati giovani locali. I
ragazzi kenioti degli SOS Villaggi dei Bambini hanno già iniziato i primi tirocini
retribuiti per imparare a lavorare il cuoio. Un’iniziativa certamente
apprezzabile quella messa in atto: una multinazionale intelligente che, in
partnership con una seria Onlus, si è preposta di raggiungere un duplice scopo:
riutilizzare materiali ancora in ottimo stato, anziché intasare le discariche
con grave danno all’ambiente, e allo stesso tempo dare “una mano” ad una di
quelle associazioni che fanno del bene nel mondo. La SOS Villaggi dei bambini è
una delle più importanti nel settore, a livello internazionale.
Da oltre 60 anni la SOS Villaggi dei bambini è presente in molti
paesi del mondo (è operativa anche in Italia con più di 40 centri, tra
strutture di accoglienza, asili nido, centri diurni e servizi di supporto alle
famiglie). L’Organizzazione dichiara di aver finora portato aiuto ad oltre un
milione di persone, attraverso programmi integrati di sostegno all'infanzia e
alle famiglie, e di aver sostenuto oltre 100 mila bambini, accompagnandoli nel
percorso di crescita fino a portarli verso la completa autonomia, grazie alle
adozioni a distanza operate dai molti sostenitori internazionali. Dal 1949 (anno
della sua costituzione) un grande numero di bambini è cresciuto all'interno dei
Villaggi SOS. Le diverse associazioni nazionali collegate sono registrate come Fondazioni,
Società o Associazioni No-Profit. http://www.sos-kinderdorf.de
è il sito dell'organizzazione madre, a
cui aderiscono tutte le Associazioni nazionali. La sede centrale è a Innsbruck,
in Austria.
Il modello pedagogico-assistenziale
SOS fu sviluppato dal suo fondatore Hermann Gmeiner, un filantropo austriaco
che dedicò tutta la sua vita ai bambini bisognosi. Con
poco più di 600 scellini austriaci (all’incirca 25 euro), Hermann Gmeiner nel
1949 riuscì a dare inizio all’organizzazione Villaggi dei Bambini SOS, costruendo
il primo villaggio a Imst, nello
stato austriaco del Tirolo. Nei decenni successivi il suo obbiettivo fu quello
di sostenere e accogliere i bambini su presupposti simili a quelli familiari, creando
villaggi organizzati con strutture tipo “case famiglia”, nelle quali i bambini
venivano cresciuti vivendo seguiti da “figure genitoriali” e familiari: una
figura materna (mamma SOS) ed altri bambini (fratelli SOS). Gmeiner fu il primo
direttore del villaggio SOS di Imst e ampliò l’organizzazione fino a farla
diventare internazionale, diffondendola in molte altre nazioni europee. Hermann
Gmeiner morì a Innsbruck nel 1986 ed è ora sepolto vicino alla piccola chiesetta
del Villaggio SOS di Imst. Dopo la Sua morte l’Associazione è ulteriormente
cresciuta: oggi conta 438 villaggi, 346 case dei giovani SOS, 1.715 servizi e
programmi operativi in 132 Paesi del mondo. Inoltre sono stati creati anche
Centri Medici SOS e strutture per operare durante le emergenze umanitarie.
Cari amici un grande
plauso all’accordo di cui oggi ho voluto parlarvi, che da “una mano” alla
meritoria organizzazione mondiale che si occupa
dei bambini abbandonati nel mondo. Credo che esempi come questo
dovrebbero essere ben più numerosi: si spreca tanto nel mondo, in tutti i
sensi, a partire da quello alimentare. Un maggior senso di responsabilità, un
pizzico in più di altruismo, potrebbero davvero fare miracoli. E salvare anche
tante vite umane!
Grazie dell’attenzione.
Mario
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