Oristano
22 Agosto 2014
Cari amici,
la storia ci ha
insegnato che il futuro dell’uomo poggia sulle sue radici: è rivalutando,
magari in modo nuovo, il passato che si scoprono nuove vie per migliorare
sempre di più la sua vita. Di recente alcune notizie su nuovi tipi di materiali
ecologici da costruzione mi hanno prima incuriosito e poi, però, fatto
constatare che in effetti quelle scoperte altro non erano che una rinnovata
edizione dell’antica bio-edilizia, quella che costruiva le case con l’argilla e
la paglia, materiali che, opportunamente impastati, noi sardi ancora usiamo e
che chiamiamo “Ladiri”. Ecco, riporto anche per Voi le “nuove scoperte” che mi
hanno dato questa convinzione.
Di recente alcuni architetti
newyorkesi hanno progettato una torre cilindrica realizzata interamente con
materiale biologico a base di steli di granturco e strutture filamentose
ricavate dei funghi (dal micelio), la cui struttura è simile a delle radici. Il
progetto - chiamato Hy-Fi e vincitore del premio MoMA PS1's Young Architects
Program sull'architettura sostenibile – utilizzava un nuovo tipo di mattone,
creato miscelando degli steli di granoturco con del micelio: due componenti
organici che, lasciati indurire per alcuni giorni, davano vita al nuovo
materiale. Una tecnologia quella utilizzata, sviluppata da Ecovative nel 2007, ma
finora utilizzata solamente per creare materiale da imballaggio.
Sviluppando questo
progetto, il modo di costruire le case cambierà di molto, sostengono gli
inventori! "Il nostro progetto sarà la
prima grande struttura fatta di questo nuovo materiale" - ha
commentato ad Arch Daily, David Benjamin,
dello studio "The Living" che ha progettato la torre - "I nostri mattoni biologici sono
emozionanti perché sfruttano l'incredibile 'algoritmo biologico' delle radici
dei funghi, producendo un nuovo materiale da costruzione che si sviluppa in
cinque giorni, senza sprechi, senza apporto di energia, e senza emissioni di
CO2". Nel progetto è stato considerato anche il possibile
smaltimento dei nuovi materiali, esaurito l’uso: i mattoni, completamente
compostabili, possono essere utilizzati come fertilizzante.
La seconda notizia,
sempre sui nuovi materiali da costruzione, è che “il mattone del futuro” nasce dagli scarti della birra! La scoperta
è stata fatta da un gruppo di ricercatori portoghesi del Politecnico di Tomar.
Questi hanno utilizzato i residui secchi di fabbricazione della birra: il malto
d’orzo e la semola di granturco. Miscelando all’argilla, normalmente usata per
la fabbricazione dei mattoni, i residui del malto e del granoturco, hanno ottenuto
un prodotto più resistente e isolante. La performance dei “nuovi mattoni” era
nettamente superiore a quella dei classici precedenti. E’ stato sufficiente
aggiungere alla miscela di argille solo il 5% di cereali “esausti” per ottenere
dei mattoni molto più resistenti alla flessione meccanica e in grado anche di
ridurre la dispersione del calore del 28%. Inoltre, diversamente dai classici
mattoni, quelli ottenuti in via sperimentale risultano privi di polistirene -
polimero sintetico di per sé inquinante e per questo tassato dall’Ue - e quindi
anche meno costoso.
Cari amici, quelle
riportate sono certamente due notizie interessanti: recuperare materiali
biologici che, anche successivamente, non creeranno ulteriori problemi di
inquinamento, è più che positivo. La mia riflessione, però, come ho accennato
all’inizio, è che “queste scoperte” sono più che altro delle riscoperte! In
passato il materiale da costruzione era praticamente tutto biologico: dalle
pietre ai mattoni di fango, dalle canne per la copertura alle tegole fatte di
sola argilla miscelata con la paglia. Attendibili fonti
storiche attestano che il mattone di argilla crudo fu usato presso il bacino del Mediterraneo
già attorno al 4.000 a.C. dai Caldei e dagli Egizi. In Sardegna fu molto
probabilmente importato dai Punici, come attestano alcuni tratti di muratura
con esso realizzati, visibili nelle rovine di Nora. Per quelli che non
conoscono le modalità di fabbricazione del “Ladiri”, oggi riscoperto e ri-usato
nel restauro di antiche costruzioni, ecco le tecniche utilizzate.
Il mattone crudo o
Ladiri veniva realizzato usando come stampo una blocchiera artigianale in legno
o in ferro chiamata "Sestu" ed avente dimensioni standardizzate. I
mesi ideali per la preparazione erano quelli più caldi: giugno, luglio e
agosto; il sole di questi mesi garantiva un essiccamento ottimale del mattone
eliminando il grave pericolo della sua fessurazione e quello dell'odore di
muffa dovuto all'umidità residua. L'impasto veniva preparato in uno scavo
effettuato entro il terreno in cui si doveva edificare lo stabile o in un'area
attigua ad esso.
Preparato il materiale
a piè d’opera (argilla e buona paglia di grano) il lavoro di fabbricazione
cominciava di pomeriggio impastando l'argilla, bagnata abbondantemente con
acqua; l’impasto doveva essere reso omogeneo, senza grumi, e normalmente veniva
lavorato in due: uno con la zappa e l’altro con la pala.
Quando l'impasto
cominciava ad essere sufficientemente denso ma fluido, si versava su di esso un
adeguato quantitativo di paglia di fieno e si omogeneizzava per bene il
composto. Durante le ore notturne si lasciava lievitare l'impasto che veniva
coperto con dei sacchi bagnati. Il mattino seguente si riprendeva la lavorazione
pigiando la massa pastosa con i piedi per alcune ore sino a che non veniva
ritenuta pronta, per omogeneità e consistenza, per essere versata in su Sestu.
Con un apposito righello, poi, veniva perfettamente pareggiato nella parte superiore.
Dopo la prima leggera
asciugatura si estraeva su Sestu: era nato, anche se ancora fresco, il mattone
di Ladiri. Veniva lasciato esposto al sole per circa una settimana; ogni giorno
i mattoni esposti al sole venivano cambiati di posizione, in modo tale che
ognuna delle sue sei facce ricevesse direttamente, per altrettanti giorni, i
raggi solari. Quindi dopo un ulteriore periodo di essiccazione della durata
minima di trenta giorni, poteva essere utilizzato per fare le murature.
Cari amici, il mattone
crudo, a prescindere dalle nuove scoperte, è sempre un materiale da costruzione
ecologico e sano: esso, dopo millenni di uso, vanta ancora quelle straordinarie
caratteristiche fondamentali per il comfort della casa, quali la fonoassorbenza
e la termo-coibentazione. Se Vi sembra poco….
Grazie, amici, della
Vostra sempre gradita attenzione.
Mario
Creazioni moderne.......che partono dal passato!
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