Oristano
16 Agosto 2014
Le statistiche a volte
sono impietose: l’ONU (dati disponibili al 2012) ha rilevato che negli ultimi 12 anni
le emissioni di “gas serra” nell’atmosfera sono aumentate del 32%! I gas serra
si chiamano così perché si comportano proprio come i vetri di una serra per la
coltura delle piante: lasciano passare i raggi del Sole in arrivo sulla Terra,
ma poi li “intrappolano” nell'atmosfera impedendo che fuoriescano di nuovo
verso lo spazio.
La quantità di gas a
effetto serra diffusa nell'atmosfera ha
raggiunto un livello record nel 2012, ''proseguendo ed accelerando una
progressione che alimenta i cambiamenti climatici e che forgerà il futuro del
nostro pianeta per migliaia di anni''. Questo è quanto ha affermato l'O.M.M.,
l'Organizzazione Meteorologica Mondiale, agenzia dell'Onu, rendendo noto a
Ginevra l'ultimo Bollettino sulle emissioni di gas a effetto serra.
''Le osservazioni della
vasta rete di Global Atmosphere Watch dell'Omm dimostrano ancora una volta che
i gas di origine antropica che intrappolano il calore hanno turbato
l'equilibrio naturale dell'atmosfera terrestre e contribuiscono notevolmente al
cambiamento clima'', ha commentato il segretario
generale dell'Omm, Michel Jarraud. L'aumento di CO2 tra il
2011 e il 2012 è superiore al tasso medio di crescita del ultimi dieci anni ed
il “forcing radioattivo” dovuto all'effetto serra è aumentato del 32% tra il
1990 e il 2012. Dall'inizio dell'era industriale, nel 1750, la concentrazione media
di CO2 nell'atmosfera globale, derivante principalmente alle emissioni legate
ai combustibili fossili, è aumentata del 41%, quella del metano del 160% e
quella del protossido di azoto del 20%.
Sono dati, cari amici,
che evidenziano una pericolosa ipoteca sul futuro delle nuove generazioni,
senza dimenticare che siamo riusciti a mettere in circolazione nell’atmosfera
anche un altro gas ancora più pericoloso. Nell'atmosfera della
Terra circola già “un gas serra nuovo”,
che finora non era stato ancora scoperto, e che ha un effetto 7 mila volte più elevato rispetto
all'anidride carbonica: si chiama ““perfluorotributilammina”
(Pftba) ed è stato rilevato solo di
recente dagli scienziati del Dipartimento di Chimica all'Università di Toronto,
in Canada. Il Pftba non esiste in natura, è un prodotto di sintesi, impiegato
dalla metà del Ventesimo secolo per diverse applicazioni, tra cui la
costruzione di dispositivi elettrici, ed è ancora oggi utilizzato in diversi
liquidi impiegati a livello industriale per testare le apparecchiature
elettroniche. Al momento, dicono gli esperti, "non sono noti processi
capaci di rimuovere o distruggere il Pftba nella bassa atmosfera e per questo
ha un tempo di permanenza davvero alto, nell'ordine delle centinaia di
anni".
La situazione del nostro
pianeta, senza adeguate soluzioni, che prevedono da parte dell’uomo radicali
modifiche del suo comportamento, è seriamente in pericolo. Fortunatamente,
contrariamente all’uomo che danneggia, altri esseri viventi lavorano in continuazione
per riparare i danni, darci una mano, insomma. Tra i “riparatori naturali”,
attivi nell’eliminare grandi quantità di CO2, due rivestono particolare importanza:
gli alberi e…le formiche! Per gli alberi nessuna meraviglia: credo che la loro
funzione l’abbiamo sempre conosciuta, ma per le formiche, avremo mai potuto
pensare che anche loro fanno silenziosamente la loro parte per combattere il
gas serra? Pare di si, vediamo allora come queste lavorano a nostro favore.
Gli alberi sono sempre
stati i polmoni della Terra, lo sappiamo da sempre, quello che non sapevamo è
che più invecchiano, più catturano CO2! Col trascorrere degli anni essi
catturano una quantità di anidride carbonica maggiore rispetto a quelli più
giovani. E' quanto emerge dalla ricerca condotta dell'Agenzia americana per la
ricerca geologica, pubblicata su Nature. Lo studio ha coinvolto
16 Paesi ed è stato condotto su 403 specie alberi: da quelli tropicali a quelli
degli ambienti temperati. E' emerso che con il passare degli anni il 97% degli
alberi aumenta il tasso di crescita e assorbe più CO2. I dati sono stati raccolti
grazie ad rete globale attiva in tutto il mondo, che ha permesso di misurare
contemporaneamente i parametri relativi a 673.046 alberi, alcuni dei quali
'ultra ottantenni'.
I dati rilevati indicano
che i grandi vecchi alberi, come la sequoia sempreverde o l'eucalipto
australiano, hanno una straordinaria capacità di crescita che non rallenta con
l'età e di conseguenza sono in grado di eliminare dall'atmosfera una grande
quantità di anidride carbonica. "Sono alberi giganti - dice
Stephenson, uno dei ricercatori - che, negli esemplari più grandi, hanno
una crescita che può arrivare a 600 chilogrammi l'anno. E' come se gli esseri
umani continuassero a crescere anche dopo l'adolescenza: arriveremmo a pesare
500 chili alla mezza età e ben più di una tonnellata al momento della
pensione''. Veniamo ora alle formiche: quale la loro funzione nella
lotta contro il gas serra?
Ebbene, cari amici, anche
le formiche sono scese in campo nella lotta ai cambiamenti climatici per la
salvaguardia del Pianeta. Una nuova analisi dell'Arizona State University di
Tempe (Phoenix) ha appurato come i piccoli insetti siano in grado di
"raffreddare" il clima sulla Terra sequestrando gas serra
dall'atmosfera. Monitorando il lavorio quotidiano di diverse specie, i
ricercatori americani hanno scoperto che, otto specie in particolare,
"lavorano" dei minerali con lo scopo di creare carbonato di calcio,
meglio conosciuto come "calcare". Così facendo, in modo analogo a
come accade su larga scala negli oceani, riescono ad "intrappolare"
anidride carbonica nella roccia, rimuovendola dall'atmosfera.
Tale processo, le cui
modalità non sono ancora del tutto ben note alla scienza, potrebbe inoltre
essere aumentato nel corso dei secoli insieme al corrispettivo aumento del
numero di formiche. Nonostante i risultati non rivelino quanta CO2 sia stata
assorbita dagli insetti, Ronald Dorn - autore dello studio pubblicato sulla
rivista Geology - ha affermato come sia realisticamente possibile che "la
massa biologica delle formiche, lavorando in concerto, abbia rimosso una
quantità significativa di anidride carbonica dall'atmosfera nel corso dei
millenni, in quanto la loro popolazione si è ampliata dall'iniziale numero di
partenza di 65 milioni di anni fa".
Cari amici, tutti
dobbiamo contribuire a tenere sano e vivibile il nostro pianeta. Certo, anche
gli alberi e le formiche continueranno a fare la loro parte, ma l’uomo dovrà,
in modo più razionale, fare la sua! Se vorrà lasciare questo mondo vivibile e
governabile alle nuove generazioni, dovrà obbligatoriamente cambiare registro.
Sarà necessario farlo, senza perdere altro tempo!
Grazie amici dell’attenzione.
Mario
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