Oristano 1 ottobre 2025
Cari amici,
Inizio i post di ottobre, riflettendo su uno dei mali più pericolosi nella vita dell'uomo: IL NEPOTISMO. Se andiamo a consultare
un dizionario, per conoscere con esattezza il significato del termine “NEPOTISMO”,
troveremo scritto ”Favoreggiamento di parenti e amici da parte di persone
autorevoli, in particolare nella vita politica o nel settore pubblico
dell'economia, al fine di far loro ottenere cariche o uffici”. Significato
chiaro e lampante, e, dicendola tutta, nella nostra realtà italiana il Nepotismo è ben radicato, in
particolare nell’ambiente politico. La sistemazione del “Parente” del potente di
turno non è rara, e questo viene
collocato in posizione apicale, ovvero in un incarico di alto livello, spesso
senza avere non solo i titoli giusti, ma anche le necessarie capacità.
Amici lettori, che un
genitore, padre o madre che sia, cerchi di ottenere per i propri figli (o anche
familiari) quanto di meglio e nel modo più consono per il loro avvenire, è certamente un
comportamento doveroso. Spesso, però, l’applicazione esula dalle regole, e quel principio, più noto come quello della continuità
generazionale, è ben visibile in particolare all’interno della Pubblica
Amministrazione italiana. Attribuire indistintamente colpe ai potenti della P.
A. è un luogo comune, spesso privo di fondamento, ma il nepotismo è praticato, e a dimostrarlo sono i numerosi
fatti che continuano da sempre. È in
particolare la letteratura scientifica che attesta con lucida certezza che il FENOMENO
DEL NEPOTISMO è endemico nell’Amministrazione pubblica del nostro Paese.
Per contrastare in Italia
il Nepotismo c’è addirittura chi afferma, con grande convinzione, che “Bisognerebbe
approvare una legge che stabilisca che i figli dei parlamentari non dovrebbero
poter ricoprire incarichi dirigenziali di altissimo livello (da 100 o 200 mila
euro l’anno)”, vietando, un po’ come avviene con i finanzieri, che non possono
avere conflitti d’interesse. Di esempi se ne potrebbero fare tanti, presi da Comuni piccoli e grandi, da amministratori di Province e Regioni, e, ovviamente dai rappresentanti in Parlamento.
Amici, il Nepotismo
imperversa e dilaga. Basta leggere le tante notizie di stampa e on line, per
rendersi conto che diversi posti di lavoro e consulenze continuano ad essere affidate
ai figli e ad altri familiari di politici di ogni colore. Insomma, nel nostro
Paese il potere politico è spesso usato con troppa disinvoltura per scopi che
nulla hanno a che fare con il mandato ricevuto dagli elettori. Quando il potere
politico, anziché occuparsi con impegno e onestà della cura della Res
pubblica, cerca, invece, di trarre beneficio privato dal potere che si
ritrova, lucrando vantaggi economici o acquisendo posti di lavoro di alto
livello per i propri parenti o amici, questo comportamento risulta altamente
illecito.
Amici lettori, la
“Raccomandazione” in Italia è sempre esistita, come ben sappiamo. In tanti alti
posti di comando di aziende pubbliche o semi-pubbliche, sia ieri che oggi
continuano ad essere collocati dei “mega direttori galattici”, che potrebbero essere
meglio definiti dei “Mega raccomandati”; sono personaggi con preparazione
all’acqua di rose, che hanno scavalcato tanti titolati e capaci ragazzi, nati in
famiglie non ricche che si spaccano la schiena per pagare l’università ai figli.
Alla fine, però, seppure laureati anche con 110 e lode, essi si vedono
scavalcati dai figli dei politici, la cui preparazione era a dir poco
approssimativa.
Quando certi comportamenti superano il livello di guardia, è necessario trovare il giusto
rimedio. Il nepotismo nella Pubblica Amministrazione, amici, è un comportamento
deleterio, che, in buona sostanza, significa, “privatizzare i profitti e socializzare
i costi”. Mettere ai posti di comando
gli incapaci raccomandati, meno competenti e capaci di quelli che avrebbero con
pieno titolo potuto occupare quella posizione, significa aumentare le spese e
diminuire l’efficienza complessiva dell’Amministrazione Pubblica che li ha in
carico. Introdurre logiche meritocratiche in seno alla Pubblica
Amministrazione, è un traguardo che non si è mai raggiunto (o voluto
raggiungere…), perchè nessuna riforma ha concretamente affrontato finora il
problema.
Cari amici, fare questo
difficile passo credo sia non solo utile ma necessario, perchè aumenterebbe la produttività
e l’efficienza nelle strutture pubbliche del nostro Paese. Spero che non rimanga
un sogno, anche se a me i dubbi permangono! Mi sembra di rivedere “Don Chisciotte” che lotta contro
i mulini a vento…
A domani.
Mario








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