domenica, maggio 01, 2016

T.F.R. ADDIO! LA TRASFORMAZIONE IN UN FONDO PENSIONE OBBLIGATORIO (GESTITO DALL'INPS) A CHI CONVIENE? IL TIRO ALLA FUNE, TRA DATORE DI LAVORO, DIPENDENTI E ISTITUTO DI PREVIDENZA.



Oristano 1 Maggio 2016
Cari a amici,
Iniziare le mie riflessioni di Maggio con questo posto mi sembra alquanto importante: oggi, 1 Maggio, si festeggia la così detta festa del lavoro! Ma, come dicono in tanti, cosa c'è da festeggiare, se il lavoro proprio non c'è? Eppure, a quanto pare, la cicogna di stato sta preparando una bella sorpresa: sta per recapitare a quelli che lavorano un nuovo pargolo: la nascita di un Fondo Pensione obbligatorio, però con una contestuale operazione di autanasia: la soppressione del T.F.R., il vecchio strumento di previdenza ritenuto ormai obsoleto. È allo studio infatti da parte del Governo la riforma che prevede la destinazione obbligatoria dell’accantonamento di fine rapporto ad un nuovo Fondo pensione: addio, dunque, per sempre al TFR? Pare di sì, anche se le rimostranze su questa eutanasia di Stato (soppressione del TFR) e creazione (in vitro) del nuovo "Fondo", sono già in corso.
Il Governo, dopo aver dapprima cercato di usare come” jolly” il TFR in busta paga per cercare di dare maggiore liquidità ai dipendenti (ricavandone però pochi risultati), gioca ora una nuova carta “al contrario”: fagocitare la liquidazione spettante ai lavoratori, utilizzandola per creare liquidità al sistema previdenziale, in modo da evitare all’INPS la temuta catastrofe finanziaria, senza apportare (come dovuto) le necessarie risorse pubbliche. Lo studio in corso prevede infatti che il nuovo sistema di previdenza pubblico sia gestito dall’INPS, che incorporerebbe in tutto o in parte l'ammontare dei TFR accantonati e giacenti presso le aziende, spogliando queste dalla attuale liquidità creata a basso costo.
In effetti la pensata governativa non è peregrina, in quanto l’ammontare di queste somme è davvero considerevole: Il TFR, accantonato mensilmente ed erogato alla cessazione del rapporto di lavoro come liquidazione, ammonta all’incirca all’importo di una mensilità per ogni anno di lavoro, insomma una bella cifra! Il Governo pare intenda introdurre subito il nuovo meccanismo: incluso nella prossima legge di stabilità. Tra le altre possibili opzioni, allo studio dell'esecutivo per rendere più flessibile la legge Fornero, anche quella del 'prestito pensionistico' erogato dalle banche.
Fonti interne del Governo affermano che "Il pacchetto di misure si dovrebbe muovere su due fronti: da un lato introdurre l'obbligatorietà dell'adesione al nuovo fondo pensione, dall’altra incentivarne il passaggio alleggerendo la tassazione (di circa 3-4 punti) e aumentando la deducibilità fiscale dei versamenti”; inoltre è previsto anche che il lavoratore possa chiedere un anticipo sulle somme maturate, importo che però sarebbe erogato come anticipazione dalle banche (sempre attraverso l'INPS), e da restituire poi al raggiungimento del requisito di vecchiaia (sempre tramite INPS) frazionato in piccole rate, con decurtazione dell'assegno della pensione.
Cari amici, in questi giorni, come sicuramente la gran parte di Voi ha appreso dai Media, nei conti del nostro Istituto di previdenza è emersa una pericolosa “situazione previdenziale futura”, che risulta di una gravità ben maggiore rispetto a quella finora nota. Che le pensioni dei lavoratori più giovani saranno sempre più lontane nel tempo lo ha affermato anche pochi giorni fa il Presidente dell’INPS Tito Boeri, che parla per loro di pensione dopo i 75 anni e anche di assegni modesti, di poco superiori alle attuali pensioni sociali, ma in realtà in pericolo ci sono anche quelle in vigore attualmente, la cui erogazione comincia a non essere più così sicura! Ma, allora, come rimediare?
La soluzione dell’accantonamento obbligatorio nei fondi pensione gestiti dall’INPS appare una buona soluzione, ancorchè parziale, in quanto non sarebbe bastante ad arginare la preannunciata “catastrofe previdenziale” del 2030: in tale anno, infatti, andranno in pensione i numerosi baby boomers (i baby boomers sono i numerosi nati tra il 1945 ed il 1964), che, stravolgendo il rapporto pensionati/ lavoratori, molto probabilmente aumenteranno il deficit in modo tale da costringere l’INPS a non poter pagare la pensione a tutti. Il problema è così serio da preoccupare davvero tutti, facendoci riflettere non poco!
Quando si dice che abbiamo rubato il futuro ai giovani, in gran parte è la verità. I contributi accantonati con sacrificio dai lavoratori, in effetti, non sono più utilizzati come autofinanziamento della pensione personale, ma utilizzati per sostenere chi è già in pensione: un sistema a cascata, questo, che finora ha funzionato, e potrebbe ancora funzionare solo però in un’ottica di crescita costante di occupati. La nostra pensione, oggi, è il frutto dei versamenti della generazione che lavora, non di quello che noi abbiamo accantonato! Con il drastico calo degli occupati (e delle nascite) cosa percepiranno, domani, i lavoratori di oggi? Ben poco, amici miei!
Cari amici, in un sistema delicato come quello pensionistico la politica di nascondere la testa sotto la sabbia, come fa lo struzzo, non paga. Lo Stato con l’INPS non può continuare a fare il gioco delle 3 carte: l’Istituto è nato per gestire, in modo corretto, quanto versato dai lavoratori, custodendolo e restituendolo a tempo e luogo a chi, con sacrificio, ha fatto quei versamenti. Ma la comunella (creata dal Governo inserendo nei conti dell'INPS voci anomale come la Cassa Integrazione e le pensioni sociali), ha stravolto il gioco, creando una situazione devastante! Ci vuole una politica governativa ben più seria, anzichè continuare con i soliti giochetti di prestigio. Un’ultima considerazione, anch’essa di grande importanza.
Fino ad oggi il TFR ha consentito alle aziende, in particolare a quelle medio piccole, di avere in cassa un autofinanziamento praticamente a costo zero. Fagocitare da parte dell’INPS questa montagna di miliardi, che in qualche modo riesce ancora a dare ossigeno all’asfittica economia, sarà un salto nel buio dalle dimensioni difficili da calcolare. Sapete quante aziende, non avendo la disponibilità liquida di questi fondi dovranno malvolentieri abbassare la serranda e chiudere baracca burattini?  
Chi ha orecchie per intendere…intenda!
A domani.
Mario


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