sabato, gennaio 03, 2015

IL CIBO. QUANDO MANGIARE NON È IL SEMPLICE BISOGNO DI SODDISFARE LE NOSTRE NECESSITÀ ALIMENTARI, MA UN MODO PER PLACARE LE NOSTRE PULSIONI EMOTIVE.



Oristano 3 Gennaio 2014
Cari amici,
mangiare è certamente una necessità ineludibile per qualsiasi individuo, perché attraverso l’alimentazione il nostro corpo assume quelle sostanze nutritive necessarie per il suo corretto funzionamento. L’uomo anticamente si alimentava solo per necessità, e l’assunzione degli alimenti aveva solo ed esclusivamente questa funzione biologica, ma successivamente questo “rito alimentare” assunse ben presto ben altri connotati, capaci di soddisfare diverse altre esigenze che nulla avevano a che fare con il bisogno di nutrirsi.
Sfido chiunque di Voi a sostenere che, almeno una volta nella vita, non avete assaporato il piacere di gustare dolci e stuzzichini anche dopo aver consumato pranzi abbondanti, con apporti calorici ben superiori al vostro fabbisogno giornaliero! Il concetto di fame e quello di sazietà sono in realtà strettamente legati a dinamiche psicologiche ed emotive molto complesse, che vanno ben oltre le normali esigenze fisiologiche. Siamo dunque spinti emozionalmente verso il cibo: anche partendo dal principale bisogno, quello alimentare, su questo si innestano ben altri bisogni da soddisfare.
Gli studiosi del comportamento alimentare definiscono con il termine “Fame Nervosa” (eating emozionale) quella particolare situazione in cui le persone tendono a “mescolare le emozioni con l’assunzione di cibo”, usando quest’ultimo per far fronte alle emozioni che incontrano ogni giorno. In realtà sono proprio le emozioni che spingono l’individuo a mangiare, spesso in grande quantità, per far fronte a tutta una serie di situazioni di disagio interiore: come noia,  ansia, rabbia o tristezza. La relazione tra alimentazione ed emozioni è ormai provata, ed essa rappresenta la molla che spinge verso l’assunzione, quasi sempre smodata, di cibo.
I fattori emozionali prima citati sono la causa principale dei “Disturbi del Comportamento Alimentare”, che vanno ben individuati e curati nella maniera più adeguata. Ma quali, in particolare, le più importanti situazioni di “disagio interiore” che l’individuo manifesta e che cerca di appagare con il cibo?
Sono numerose le cause emotive che spingono il soggetto a grandi abbuffate. Eccone alcune:
1) L’ Ansia. Forti preoccupazioni per pericoli imminenti o futuri fanno scattare la necessità di trovare una valvola di sfogo nel cibo;
2) La Noia. Il desiderio di riempire il vuoto interiore con qualcosa di piacevole, come i dolci, è molto diffuso; per combattere la monotonie e l’insoddisfazione, ci si abbuffa;
3) La solitudine. La mancanza di affetti sinceri con i quali condividere le proprie giornate, spinge ad appagare la solitudine con il cibo, spesso in grande abbondanza;
4) La Rabbia. La frustrazione e la gelosia, magari per il mancato raggiungimento di un obiettivo, spingono l’individuo verso il cibo. In questo modo si mangia in abbondanza per scaricarsi delle tensioni accumulate;
5) La Tristezza o la delusione. La tristezza, motivata da un fatto spiacevole, dalla perdita di un affetto o da una forte delusione, porta l’individuo a compensare queste negatività attraverso l’assunzione di cibo.
6) Il bisogno di “celebrazione”. Il “Mangiatore celebrativo” tende a mangiare di più quando si trova in compagnia; Gli è difficile prendere parte ad un evento senza mangiare o bere in eccesso, quasi che fosse impossibile divertirsi in compagnia senza abusare con il cibo.
Quali, dunque, i rimedi per contrastare e porre fine a questo “Eating Emozionale”, ben noto come Fame Nervosa? Certamente, dopo averne individuato le cause, convincere l’individuo a sottoporsi ad una dieta appropriata. Il primo passo è dunque quello di capirne le cause, individuare il motivo che sta alla radice e, appena possibile, iniziare la giusta terapia, prima che sopraggiunga il sovrappeso con  le sue spiacevoli conseguenze. L’aiuto di uno psicologo, in questi casi, può essere determinante per affrontare il problema sul nascere. E’ attraverso il suo sostegno che Egli imparerà a riconoscere il  meccanismo perverso che lo ha portato alla deleteria fame nervosa.

Cari amici, i ritmi pressanti e incalzanti della vita moderna ci allontanano sempre di più dalla nostra serenità interiore, cosa che poi si riflette fortemente sulla salute fisica, causandoci mali come la fame nervosa prima descritta. Il consiglio più appropriato è senz’altro quello di non esagerare mai: arrivare in cima, in qualsiasi professione,  è un obiettivo certamente molto agognato, l’importante è però avere sempre presente il “prezzo da pagare”! Non dimenticatelo mai!
Ciao, a domani.
Mario


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