sabato, ottobre 19, 2013

LA TUTELA DEL NOSTRO PATRIMONIO CULTURALE: AFFIDATO AL NUCLEO SPECIALE DEI CARABINIERI, CHE SVOLGE LA SUA OPERA ALLE DIRETTE DIPENDENZE DEL MINISTERO DEI BENI CULTURALI.



Oristano 19 Ottobre 2013
Cari amici,
interessante conferenza, quella di ieri sera 19 Ottobre al Mistral 2, organizzata dal Rotary Club di Oristano. Il club, al quale appartengo da non pochi anni, da un paio d’anni ha mensilmente aperto alla città le proprie conferenze, prima riservate ai soli soci. Questi incontri, chiamati “Venerdì con il Rotary”, sono molto seguiti e hanno già trattato argomenti di grande interesse per tutta la città. Quella di ieri è stata la prima conferenza del nuovo anno rotariano (che comincia il primo Luglio di ogni anno per terminare il 30 Giugno dell’anno successivo). L’argomento era davvero importante: “La tutela del patrimonio culturale in Sardegna” e, ovviamente,  era importante e qualificato anche il relatore: il Capitano Montorsi, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Sassari, con competenza per tutta la Sardegna.
Il Capitano Montorsi, serio e qualificato ufficiale dell’Arma, il cui amore per la Benemerita era evidenziato anche dal fatto che ha voluto indossare per la conferenza la divisa d’ordinanza, ha introdotto l’interessante argomento partendo dalle origini: dalla nascita di questo nucleo speciale di carabinieri. Il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico venne istituito nel 1969, con 8 unità operative di stanza a Roma. Nel 2001, vista la maggiore necessità, venne trasformato in Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, con maggiori competenze e più ampia dotazione di uomini e mezzi.
Questa importante squadra speciale, inserita funzionalmente nel Ministero per i Beni e le Attività Culturali, svolge la sua opera alle dirette dipendenze del Ministro. L’intera struttura è territorialmente organizzata in comandi operativi, principalmente su base regionale ed è funzionalmente divisa in tre sezioni: Sezione Antiquariato, Sezione Archeologia e Sezione Falsificazione Arte Contemporanea.
Il numeroso pubblico ha seguito con grande interesse la dotta esposizione del Capitano che ha messo in luce i tanti interventi di recupero effettuati da questo nucleo speciale sia in territorio nazionale che all’estero, non solo in Europa ma anche in altri Paesi, considerato che il mercato clandestino di trafugamento e commercio di opere d’arte è, ormai, globalizzato e le opere d’arte sottratte illecitamente lasciano i luoghi d’origine per essere trasferite in musei lontanissimi. Attraverso le  belle immagini proiettate sullo schermo si sono potuti ammirare alcuni pezzi meravigliosi della nostra storia prima trafugati ed ora riportati a casa, attraverso il loro paziente lavoro investigativo.


L’attività investigativa di questo nucleo è sempre ai massimi livelli ed i dati statistici lo evidenziano: nell’anno 2011 il loro certosino lavoro ha consentito di recuperare oltre 60 mila oggetti, con oltre 1.000 persone deferite all’Autorità Giudiziaria. Anche nel 2012 l’attività è stata fruttuosa e lo sforzo messo in atto con grande determinazione ha consentito di recuperare opere importantissime, rientrate nel nostro patrimonio. Anche in Sardegna, ha detto il capitano, le sottrazioni e le sparizioni di beni culturali non mancano. Spesso, per la scarsa presenza umana in determinati luoghi, non è difficile procedere a scavi ed asportazioni, e solo la casuale scoperta successiva di scavi non autorizzati mette in moto le relative indagini.
Alla fine dell’interessante esposizione si è aperto un dibattito con il pubblico presente, che non ha mancato di porre appropriate domande che, alla fine, si sono concentrate in particolare sui “Giganti di Mont’e Prama”, la straordinaria scoperta archeologica fatta nel Sinis di Cabras, che ha messo  in movimento ed in subbuglio gli studiosi di tutto il mondo. Oggi questi giganti, restaurati presso le officine della Sovrintendenza di Sassari, sono in procinto di essere restituiti alla pubblica fruizione, forse nei musei di Cabras e Cagliari. Su questo punto il Capitano Montorsi ha spiegato che non esiste ancora un itinerario preciso di destinazione, ma che presto potranno essere ammirati, tutti insieme, dal grande pubblico.
A me piacerebbe molto che questi splendidi tesori, scolpiti in arenaria del Sinis, nostro patrimonio culturale da millenni, tornino preso “a casa”! Credo che la nostra terra se li meriti i suoi giganti. Già gli antichi e preziosi ori di Tharros hanno preso strade… diverse e lontane e non possono essere certo ammirati nel nostro museo cittadino. Spero con tutto il cuore che questo non avvenga anche per i nostri giganti di Mont’e Prama!
Grazie a tutti Voi dell’attenzione.
Mario

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