giovedì, novembre 25, 2010

CORBEZZOLO, L'ARBUSTO COLORATO CHE RALLEGRA L'AUTUNNO!

Oristano 25 Novembre 2010

Cari amici,
oggi torniamo a parlare della nostra stupenda "macchia mediterranea".
Uno dei suoi più colorati componenti è proprio il Corbezzolo.
Se volete, possiamo cercare di conoscerlo meglio.
Buona lettura!


Il Corbezzolo (Arbutus unedo) è in Sardegna una pianta arbustiva molto diffusa ed utilizzata.

L'origine del suo nome "arbutus unedo" deriverebbe probabilmente dal celtico. Infatti "ar" in celtico vuol dire "aspro” mentre “butus” significa “cespuglio”; "unedo", invece, è il nome che veniva usato nell'antichità, certamente derivato dalle tre parole latine "unu tantum edo", ovvero "ne mangio uno soltanto", per indicare che non bisognava esagerare e cedere in tentazione, data la gradevolezza dei suoi frutti che se mangiati in quantità eccessiva davano senso di nausea e stitichezza.
Questa pianta, appartenente alla famiglia delle Ericacee, diffusa sia in forma cespugliosa che allevata ad alberello, è presente in gran parte dei paesi Mediterranei e non solo: si ritrova infatti anche alle Canarie, in Marocco ed in Irlanda. In francese il suo nome è “Arbousier”, mentre in inglese è “Strawberry tree”.
Si tratta, come detto, di una pianta arbustiva sempreverde che può diventare un vero e proprio albero alto anche 10 m. I rami presentano la corteccia rossastra e le foglie sono ovali con i margini seghettati, di colore verde scuro e coriacee. Fiorisce in autunno avanzato producendo dei fiori bianchi riuniti in grappoli dai quali si orginano i frutti l'anno successivo. Infatti nella pianta sono presenti contemporaneamente i fiori dell'annata in corso con i frutti derivati dai fiori dell'anno precedente. I frutti che sono delle bacche globose, di colore rosso vivo a maturità, sono commestibili e contengono al loro interno un pacchetto di semi ovali lanceolati di colore scuro.
In Sardegna il Corbezzolo è un importante componente della macchia mediterranea; spesso l'arbusto è anche dominante al punto di diventare un protagonista di un tipico paesaggio sempreverde. Da noi la pianta raggiunge normalmente le dimensioni di un albero di media dimensione, anche se esistono esemplari eccezionali, come quello della foto. Proprio allevata ad alberello i pastori utilizzano la pianta per recintare gli spazi per il bestiame, sia quelli dedicati alla mungitura che quelli per il riposo degli animali (su meriagu). In questa veste essi rivestono un ruolo doppiamente utile, sia per l’ombreggiatura creata dalle foglie sempreverdi che per la bontà dei frutti. La pianta risulta, inoltre, di una bellezza straordinaria alla vista: osservata in qualsiasi periodo essa mostra in mezzo ai suoi rami sempre ornati di foglie color verde smeraldo, ricchi grappoli di fiori bianchi, di frutti verdi e di frutti rosseggianti, somiglianti alle fragole, che invitano l’osservatore a coglierli.

Sulla pianta, infatti coabitano, sia i fiori che i frutti che maturano circa un anno dopo la fioritura; questo fatto fa si che la pianta si sempre piena di colori, praticamente in tutte le stagioni. Le macchie di corbezzolo, più liete di aspetto rispetto alle più tipiche ed anonime macchie di leccio o di alloro, ospitano quindi una maggiore quantità di uccelli, che vi trovano costante riparo anche nei periodi più freddi dell'anno per la costante disponibilità di cibo.

In Sardegna le macchie a corbezzolo in alcune zone si estendono a perdita d'occhio, come sui contrafforti del Gennargentu. La pianta, molto resistente, può resistere a minime termiche fino a meno 15°C, anche se teme le gelate precoci o tardive, specialmente se accompagnate da vento. Pur preferendo le aree soleggiate e non vntose tollera molto bene anche una parziale ombra.
Della pianta, per uso alimentare, si usano sia i fiori che i frutti.

Dai fiori si ottiene il tipico miele amaro (prodotto molto importante in Sardegna e ben venduto fuori dall’Isola), conosciuto per le sue proprietà antisettiche. Il frutto si presta ad un moderato consumo fresco e, previa trasformazione, se ne ottengono marmellate, confetture, gelatine, sciroppi, canditi, aceto. Dalla fermentazione si ottiene un vino caratteristico, il "vino di Corbezzolo".
Se ne ottiene anche, per distillazione, una buonissima acquavite che, anche dopo il passaggio in alambicco, mantiene un particolare e gradevole colore rosato. Dal decotto della bacca, inoltre, si ottiene una bibita fermentata estiva, molto dissetante. La fronda recisa con i frutti immaturi è utilizzata per decorazioni floreali. Piante di dimensioni limitate, recanti i frutti, sono utilizzabili come piante in vaso; a livello vivaistico, il corbezzolo si inserisce nel vasto panorama della produzione di piante mediterranee. Trova impiego nei giardini in genere come esemplare isolato e, per la sua resistenza all’inquinamento, viene utilizzato nel verde urbano stradale e lungo le autostrade.
Sia anticamente che al giorno d’oggi tutte le parti della pianta possono essere utilizzate proficuamente per la nostra salute. Sia l’antica medicina popolare che le odierne cure omeopatiche utilizzano diverse parti di questa pianta che continua a regalarci non pochi rimedi.
Le proprietà del corbezzolo sono concentrate soprattutto nelle foglie. I frutti, i fiori, la corteccia e le radici hanno anche loro proprietà curative anche se in maniera meno accentuata.
Le foglie contengono varie sostanze: derivati fenolici quali l'arbutoside o arbutina e la monotropeina; contengono inoltre unedoside, asperuloside, geniposide, ecc. tutti derivati fenolici; sono presenti anche resine, steroli e gomme e sostanze tanniche in quantità.
Il frutto contiene per circa il 10-20% zuccheri, pectine, arbutina, triterpeni, luppolo, vari steroli, pigmenti, flavonoidi, e varie vitamine.
Gli utilizzi di questa pianta per scopi terapeutici sono molteplici: tra le sue proprietà quella di essere un buon astringente ed un ottimo antidiarroico; ha, inoltre proprietà antinfiammatorie nei confronti del fegato, delle vie biliari e di tutto l'apparato circolatorio; è antispasmodico dell'apparato digerente e delle vie biliari, diuretico, antisettico e antinfiammatorio delle vie urinarie. Le cistiti, in particolare, ne traggono non poco beneficio: la pianta ha infatti una composizione simile a quella dell'Aretostaphylos uva ursi, anche se il tenore in arbutina è minore mentre quello in tannino risulta più elevato. Le foglie e la corteccia, proprio per la quantità elevata di tannini contenuta, debbono invitare ad attento e parco utilizzo onde evitare irritazioni al tratto gastrointestinale. Si consiglia, inoltre “vigilanza” in caso di contemporanea assunzione di farmaci per le possibili interazioni farmacologiche. La grande quantità di tannini presente ne favorisce anche l’uso per la concia delle pelli.
Anche il miele di corbezzolo ha delle ottime proprietà medicamentose: esso infatti ha proprietà balsamiche, antispasmodiche, antisettiche e diuretiche.

Le foglie da utilizzare sono quelle dell'anno, che sono portate dai rami terminali più giovani, e possono essere raccolte in qualunque periodo anche se d'estate presentano il massimo delle proprietà balsamiche.


I frutti vanno invece raccolti maturi, quindi a novembre-dicembre, come le radici. Sia con le foglie, che, dopo la raccolta, vanno vanno essiccate in ambienti bui e caldi e conservate in sacchetti di carta in luoghi bui ed asciutti, che con la corteccia e con le parti delle radici, si possono preparare degli efficaci rimedi con benefica azione sia drenante che astringente. Il decotto della radice può essere usato nella sclerosi degli arti, mentre Il decotto di foglie ha un buon potere astringente ed è un buon tonico sulla pelle. L'infuso delle foglie, invece, cura le affezioni delle vie urinarie e dei reni; è anche utile nei casi di febbre e diarrea e per molte altre indicazioni.
Voglio anche riportare una antica ricetta, utile a quelli che hanno problemi di reumatismi, di gotta, di eccesso di liquidi, di infezioni intestinali, di diarrea, di infezioni alle vie renali e di la cistite.
In primavera fate essiccare un po’ di foglie e conservatele in un barattolo di vetro o in una busta di carta da cucina. All’occorrenza mettete in infuso per 15 minuti in un litro di acqua bollente, 7g di foglie essiccate e bevetene più volte durante il giorno (meglio se a digiuno). Ecco ora un modo semplice per propagarlo.
Il frutto, come detto, è ricco di semi. Se volete divertirvi, spappolate il frutto maturo in un recipiente con acqua tiepida, aiutandovi con un colino. Fate cadere tutta la polpa e raccogliete i semini; fateli asciugare e utilizzateli per ottenere nuove piante; prendete un contenitore di uova, bucate la base di tutte le parti concave, riempitele con terra di bosco e sabbia di fiume ben lavata, in parti uguali; fate cadere sulla superficie del terriccio una decina di semi di corbezzolo, pressate dolcemente in modo da coprirli e annaffiate con dolcezza, utilizzando un semplice vaporizzatore. Questa operazione va eseguita un po’ prima della primavera e vi consiglio di coprire il contenitore con un foglio di plastica, soprattutto se abitate al nord, dove il freddo è ancora intenso. Avrete in poco tempo delle belle piantine, capaci da dare vitalità e colore al vostro giardino! Attenzione però: poiché il frutto è ricco di zuccheri, i diabetici dovrebbero stare lontani dalla vostra piantagione! Ecco quante belle virtù ha questa meravigliosa pianta!


Non dimentichiamo, inoltre, che il corbezzolo con i suoi stupendi colori verde, bianco e rosso è anche un bellissimo simbolo che gratifica il nostro amor patrio di gente italiana per il nostro tricolore: il bianco dei fiori, il verde delle foglie e il rosso dei frutti maturi, possiamo rapportarli ai colori della nostra bandiera.


Grazie della Vostra sempre splendida attenzione!


Mario

1 commento:

Michele di Vinovo (TO) ha detto...

Sono rimasto affascinato da questo "miracolo"della natura,bellezza e
colori,mi hanno emozionato,la prima volta che l'ho vedevo,ne ho mangiato così tanti che mi hanno reso più felice.L'ho conosciuto in sardegna in ottobre 2013 ne ho raccolti,portati in continente col piacere di fare infusi con grappa e liquori.