Una volta abbastanza diffuso nelle zone collinari della Sardegna poco coltivate il Prugnolo, nome scientifico " Prunus spinosa " , oggi sta quasi scomparendo dalle nostre campagne.
Ho ritrovato un bell'articolo della cara amica Giovanna Rau sul bollettino del R.C. di Tempio e lo voglio riportare per tutti Voi. Buona lettura!
^^^^^^^^^^^^^
Il prugnolo, dal nome scientifico “Prunus spinosa”, è un arbusto cespuglioso dai rami contorti e spinosi che cresce spontaneo nelle nostre siepi e nelle boscaglie. I fiori compaiono in primavera, piccoli dal colore bianco rosato; i frutti maturano in autunno dalla colorazione bleu scura e dalla
polpa aspra ma commestibile. In fitoterapia si utilizzano i fiori in bocciolo,le foglie , ma soprattutto i frutti, meno usata la corteccia.
Il prugnolo contiene tannino, acidi organici, glucosidi cianocinetici che liberano acido cianidrico. I frutti hanno proprietà astringenti ma anche toniche sull’organismo. E proprio con i frutti in Gallura si prepara un liquore, dal gradevole sapore, che veniva dato come astringente e per curare i disturbi intestinali in genere. Sempre dai frutti si preparava una marmellata che veniva data un tempo agli adolescenti che avevano problemi di foruncoli e acne. Per gli stessi problemi le nostre nonne preparavano con i frutti un decotto. A Tempio e nell’intera Gallura non si sono mai utilizzati né i fiori né la corteccia (da usare con cautela) forse perché producendo essi una sostanza che libera l’acido cianidrico, sono da utilizzare rispettando le dosi indicate e preferibilmente sotto prescrizione medica .
polpa aspra ma commestibile. In fitoterapia si utilizzano i fiori in bocciolo,le foglie , ma soprattutto i frutti, meno usata la corteccia.
Il prugnolo contiene tannino, acidi organici, glucosidi cianocinetici che liberano acido cianidrico. I frutti hanno proprietà astringenti ma anche toniche sull’organismo. E proprio con i frutti in Gallura si prepara un liquore, dal gradevole sapore, che veniva dato come astringente e per curare i disturbi intestinali in genere. Sempre dai frutti si preparava una marmellata che veniva data un tempo agli adolescenti che avevano problemi di foruncoli e acne. Per gli stessi problemi le nostre nonne preparavano con i frutti un decotto. A Tempio e nell’intera Gallura non si sono mai utilizzati né i fiori né la corteccia (da usare con cautela) forse perché producendo essi una sostanza che libera l’acido cianidrico, sono da utilizzare rispettando le dosi indicate e preferibilmente sotto prescrizione medica .
Giovanna Rau
Nessun commento:
Posta un commento