mercoledì, gennaio 10, 2018

PLASTICA, LA PESTE DEL MILLENNIO. IN ITALIA ARRIVANO I PRIMI PROVVEDIMENTI PER LIMITARE I DANNI.



Oristano 10 Gennaio 2017
Cari amici,
Questo nuovo anno si è aperto in Italia con una importante novità: dal 1 gennaio 2018 i sacchetti di plastica leggeri e ultraleggeri, che si trovavano nei supermercati per imbustare frutta, verdura e quant’altro, sono stati sostituiti da shopper diversi: biodegradabili e compostabili, con la differenza, però, che non sono più a costo zero ma a pagamento. 
Pur apparendo come l'ennesima stangata a carico dei consumatori, la decisione viene dichiarata seriamente giustificata. Il motivo principale, viene ribadito, è di natura ecologica, derivante in particolar modo dalla irrazionale invasione della plastica nel mondo, problema serio a cui bisognerà riservare ben altre soluzioni.
La plastica, come ho avuto occasione di scrivere ripetutamente su questo blog è “croce e delizia di questo millennio”.  Chi è curioso potrà leggere alcuni dei miei post sull’argomento, dei quali ecco i link: http://amicomario.blogspot.it/2017/10/la-catena-virtuosa-delle-tre-r-ridurre.html, del 9 Ottobre 2017,    
La plastica in effetti comporta indiscutibili vantaggi a chi la usa: tra i principali leggerezza e praticità, ma a queste note positive fanno riscontro delle grandi negatività, mali ben più difficili da combattere! Come quelli derivanti dall’inquinamento che dura per lunghissimi anni, sia del suolo che nelle acque. 
Produciamo sempre più plastica usa e getta, molta più del necessario, e il solo riciclo non basta. L'80% dell'inquinamento marino è costituito da plastica, cosa che sta trasformando l’ecosistema e l’equilibrio della flora e della fauna dei nostri mari, in modo forse irreversibile. Guai se non doveessimo cercare di porvi rimedio.
Gran parte dei rifiuti di plastica, convogliati in particolare dai fiumi, finisce continuamente in mezzo agli oceani, formando enormi agglomerati: veri e propri vasti 'continenti di plastica', dove convergono le correnti marine; uno per tutte la Great Pacific Garbage Patch, immensa isola di plastica che, come dimensione, appare più grande degli Stati Uniti. Questa plastica, poi, decomponendosi e trasformandosi in particelle minutissime, si deposita nello stomaci degli animali marini causandone morte e malattie. Il mondo è arrivato ad un punto tale di inquinamento derivato dalla plastica (che per decomporsi totalmente ha necessità di centinaia di anni), che molte Nazioni si stanno attivando, emanando norme appropriate, per limitarne l’uso. Anche il provvedimento di cui parlo oggi va su questa linea.
In Italia la normativa entrata in vigore il 1 di Gennaio di quest’anno fu approvata dalla Camera il 1 agosto del 2017, e recepiva quanto suggerito dall’Unione Europea. Il provvedimento ora entrato in vigore impone alle strutture di vendita (in particolare alla grande distribuzione) che tutti i clienti debbono utilizzare sacchetti ecologici (biodegradabili e biocompostabili), fornendoli obbligatoriamente a pagamento insieme alla spesa. I nuovi imballaggi devono contenere almeno il quaranta per cento di materia prima rinnovabile ed è appunto vietato distribuirli gratuitamente. Biodegradabilità, compostabilità e contenuto di materia prima rinnovabile, dovranno essere certificati da organismi accreditati. Per i negozianti che si rifiuteranno di applicare la normativa scatteranno multe pesantissime: da 2mila e 500 euro a 100mila euro.
L’obiettivo che la norma si prefigge è quello di mettere al bando la “vecchia plastica”, quella tradizionale, non biodegradabile né compostabile, in modo così da ridurre il danno derivante dalla sua dispersione nell’ambiente. Per cercare di limitare l’uso di questo pericoloso rifiuto fu varata già più di dieci anni fa, la legge 296 del 2006, ma molti punti vendita riuscirono ad eludere la normativa, apponendo la dicitura "sacchetto a uso interno" sugli involucri di plastica utilizzati nei reparti di ortofrutta e gastronomia. Ora, invece, questi “sacchetti ultra leggeri” oltre che essere rigorosamente biodegradabili dovranno esse tassativamente venduti alla clientela (non dati in omaggio) alla cassa e contabilizzati nello scontrino.
Considerando un consumo pro capite di circa 180 pezzi all’anno, il giro d’affari derivante dalla vendita dei sacchetti potrebbe arrivare ai 400 milioni di euro all’anno. L'obiettivo principale, però, resta la tutela dell'ambiente. "Con questa legge giunge a sua naturale conclusione un percorso virtuoso nel settore della bioeconomia e dell’economia circolare che fa dell’Italia un modello per tutta l’Europa" -  ha commentato il presidente di Assobioplastiche, Marco Versari - questa è l’Italia di cui dobbiamo essere fieri: l’Italia che innova all’insegna di nuovi paradigmi produttivi in grado di coniugare ambiente e sviluppo, protezione del capitale naturale e creazione di posti di lavoro”.
In Europa, secondo gli ultimi dati diffusi dall'EPA (Agenzia per la protezione dell'ambiente), è stimato un consumo annuo di 100 miliardi di sacchetti, dei quali una buona parte finisce in mare e sulle coste. Legambiente ricorda che in questi anni l'Italia si è dimostrata un esempio virtuoso in Europa per la riduzione dell'uso delle buste di plastica ed è stato il primo Paese europeo ad approvare, nel 2011, la legge contro gli shopper non compostabili. Ad oggi, anche se la misura non è del tutto rispettata, c'è stata una riduzione nell'uso di sacchetti del 55%. Se questo comportamento fosse esteso a tutti i Paesi del Mediterraneo e non solo, i risultati in termini pratici sarebbero stati molto più rilevanti.
Nella nostra zona mediterranea, la messa al bando degli shopper non compostabili risulta attivata, per ora, in Italia, Francia e Marocco. Altri Paesi hanno introdotto delle tasse fisse (Croazia, Malta, Israele e alcune zone della Spagna, della Grecia e della Turchia); la Tunisia ha messo al bando le buste di plastica non biodegradabili nelle grandi catene di supermercati e Cipro metterà in atto la normativa europea a partire da questo 2018.
Cari amici, ogni provvedimento sull’ecologia è importante, anche se da solo poco potrà fare per diminuire il grave pericolo che la plastica sta continuando a creare nel pianeta. È la sommatoria di tanti provvedimenti convergenti, invece, che, insieme, potranno portare a soluzione un problema che non può più essere trascurato. A volte un sacrificio, vale proprio la pena farlo!
A domani.
Mario


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