Oristano
10 Gennaio 2017
Cari amici,
Questo nuovo anno si è
aperto in Italia con una importante novità: dal 1 gennaio 2018 i sacchetti di
plastica leggeri e ultraleggeri, che si trovavano nei supermercati per
imbustare frutta, verdura e quant’altro, sono stati sostituiti da shopper diversi: biodegradabili e
compostabili, con la differenza, però, che non sono più a costo zero ma a
pagamento.
Pur apparendo come l'ennesima stangata a carico dei consumatori, la decisione viene dichiarata seriamente giustificata. Il motivo principale, viene ribadito, è di natura ecologica, derivante in particolar modo dalla irrazionale invasione della plastica nel mondo, problema serio a cui bisognerà riservare ben altre soluzioni.
Pur apparendo come l'ennesima stangata a carico dei consumatori, la decisione viene dichiarata seriamente giustificata. Il motivo principale, viene ribadito, è di natura ecologica, derivante in particolar modo dalla irrazionale invasione della plastica nel mondo, problema serio a cui bisognerà riservare ben altre soluzioni.
La plastica, come ho
avuto occasione di scrivere ripetutamente su questo blog è “croce e delizia di
questo millennio”. Chi è curioso potrà
leggere alcuni dei miei post sull’argomento, dei quali ecco i link: http://amicomario.blogspot.it/2017/10/la-catena-virtuosa-delle-tre-r-ridurre.html,
del 9 Ottobre 2017,
http://amicomario.blogspot.it/2015/07/linquinamento-dei-mari-e-ormai-una.html,
del 3 Luglio 2015,
http://amicomario.blogspot.it/2015/08/la-plastica-croce-e-deliza-del-terzo.html,
del 23 Agosto 2015.
La plastica in effetti comporta
indiscutibili vantaggi a chi la usa: tra i principali leggerezza e praticità, ma
a queste note positive fanno riscontro delle grandi negatività, mali ben più
difficili da combattere! Come quelli derivanti dall’inquinamento che dura per lunghissimi
anni, sia del suolo che nelle acque.
Produciamo sempre più plastica usa e getta, molta più del necessario, e il solo riciclo non basta. L'80% dell'inquinamento marino è costituito da plastica, cosa che sta trasformando l’ecosistema e l’equilibrio della flora e della fauna dei nostri mari, in modo forse irreversibile. Guai se non doveessimo cercare di porvi rimedio.
Produciamo sempre più plastica usa e getta, molta più del necessario, e il solo riciclo non basta. L'80% dell'inquinamento marino è costituito da plastica, cosa che sta trasformando l’ecosistema e l’equilibrio della flora e della fauna dei nostri mari, in modo forse irreversibile. Guai se non doveessimo cercare di porvi rimedio.
Gran parte dei rifiuti
di plastica, convogliati in particolare dai fiumi, finisce continuamente in mezzo agli oceani,
formando enormi agglomerati: veri e propri vasti 'continenti di plastica', dove
convergono le correnti marine; uno per tutte la Great Pacific Garbage Patch, immensa isola di plastica che, come dimensione, appare più grande degli Stati
Uniti. Questa plastica, poi, decomponendosi e trasformandosi in particelle minutissime, si deposita
nello stomaci degli animali marini causandone morte e malattie. Il mondo è
arrivato ad un punto tale di inquinamento derivato dalla plastica (che per decomporsi
totalmente ha necessità di centinaia di anni), che molte Nazioni si stanno attivando,
emanando norme appropriate, per limitarne l’uso. Anche il provvedimento di cui parlo oggi va su questa linea.
In Italia la normativa
entrata in vigore il 1 di Gennaio di quest’anno fu approvata dalla Camera il 1
agosto del 2017, e recepiva quanto suggerito dall’Unione Europea. Il provvedimento
ora entrato in vigore impone alle strutture di vendita (in particolare alla
grande distribuzione) che tutti i clienti debbono utilizzare sacchetti ecologici (biodegradabili e
biocompostabili), fornendoli obbligatoriamente a pagamento insieme alla spesa.
I nuovi imballaggi devono contenere almeno il quaranta per cento di materia
prima rinnovabile ed è appunto vietato distribuirli gratuitamente. Biodegradabilità,
compostabilità e contenuto di materia prima rinnovabile, dovranno essere
certificati da organismi accreditati. Per i negozianti che si rifiuteranno di
applicare la normativa scatteranno multe pesantissime: da 2mila e 500 euro a
100mila euro.
L’obiettivo che la
norma si prefigge è quello di mettere al bando la “vecchia plastica”, quella
tradizionale, non biodegradabile né compostabile, in modo così da ridurre il
danno derivante dalla sua dispersione nell’ambiente. Per cercare di limitare
l’uso di questo pericoloso rifiuto fu varata già più di dieci anni fa, la legge
296 del 2006, ma molti punti vendita riuscirono ad eludere la normativa,
apponendo la dicitura "sacchetto a uso interno" sugli involucri di
plastica utilizzati nei reparti di ortofrutta e gastronomia. Ora, invece,
questi “sacchetti ultra leggeri” oltre che essere rigorosamente biodegradabili dovranno
esse tassativamente venduti alla clientela (non dati in omaggio) alla cassa e
contabilizzati nello scontrino.
Considerando un consumo
pro capite di circa 180 pezzi all’anno, il giro d’affari derivante dalla
vendita dei sacchetti potrebbe arrivare ai 400 milioni di euro all’anno.
L'obiettivo principale, però, resta la tutela dell'ambiente. "Con
questa legge giunge a sua naturale conclusione un percorso virtuoso nel settore
della bioeconomia e dell’economia circolare che fa dell’Italia un modello per
tutta l’Europa" - ha
commentato il presidente di Assobioplastiche, Marco Versari - questa
è l’Italia di cui dobbiamo essere fieri: l’Italia che innova all’insegna di
nuovi paradigmi produttivi in grado di coniugare ambiente e sviluppo,
protezione del capitale naturale e creazione di posti di lavoro”.
In Europa, secondo gli
ultimi dati diffusi dall'EPA (Agenzia per la protezione dell'ambiente), è stimato
un consumo annuo di 100 miliardi di sacchetti, dei quali una buona parte finisce
in mare e sulle coste. Legambiente ricorda che in questi anni l'Italia si è
dimostrata un esempio virtuoso in Europa per la riduzione dell'uso delle buste
di plastica ed è stato il primo Paese europeo ad approvare, nel 2011, la legge
contro gli shopper non compostabili. Ad oggi, anche se la misura non è del
tutto rispettata, c'è stata una riduzione nell'uso di sacchetti del 55%. Se questo
comportamento fosse esteso a tutti i Paesi del Mediterraneo e non solo, i
risultati in termini pratici sarebbero stati molto più rilevanti.
Nella nostra zona
mediterranea, la messa al bando degli shopper non compostabili risulta attivata, per ora, in
Italia, Francia e Marocco. Altri Paesi hanno introdotto delle tasse fisse
(Croazia, Malta, Israele e alcune zone della Spagna, della Grecia e della
Turchia); la Tunisia ha messo al bando le buste di plastica non biodegradabili
nelle grandi catene di supermercati e Cipro metterà in atto la normativa
europea a partire da questo 2018.
Cari amici, ogni
provvedimento sull’ecologia è importante, anche se da solo poco potrà fare per
diminuire il grave pericolo che la plastica sta continuando a creare nel
pianeta. È la sommatoria di tanti provvedimenti convergenti, invece, che,
insieme, potranno portare a soluzione un problema che non può più essere
trascurato. A volte un sacrificio, vale proprio la pena farlo!
A domani.
Mario
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