Oristano 2 Gennaio 2018
Cari amici,
A differenza delle
monete comunemente usate, fatte di metallo o di carta e controllate dalle
banche centrali, le cripto-valute sono monete virtuali, fisicamente
inesistenti, tenute in piedi da complicate elaborazioni al computer (algoritmi), prive di un’autorità
centrale e autoregolamentate dai sistemi elettronici che le governano. Il loro utilizzo, nonostante la loro virtualità,
è cresciuto notevolmente negli ultimi tempi. La più importante di queste
cripto-valute è il BITCOIN, moneta virtuale nata nel 2008 e che iniziò a
circolare nel 2009; il valore iniziale di 10.000 bitcoin fu pari a 25 dollari.
È da poco trascorso il
nono anniversario della nascita del Bitcoin e questa cripto moneta balla quotidianamente
sul mercato come sull’ottovolante, con rialzi e cadute da capogiro. Quando nacque, precisamente il 31 ottobre
2008, sul famoso Paper “Bitcoin: A
Peer-to-Peer Electronic Cash System”, questa pseudo-moneta fu reclamizzata da un autore tuttora
sconosciuto sotto lo pseudonimo Satoshi Nakamoto, che descriveva e dettagliava
le linee guida per il funzionamento della prima moneta virtuale decentralizzata
(priva quindi di un’autorità centrale), resa sicura per l’acquirente da
complessi meccanismi crittografici.
Ho già avuto occasione
di scrivere il mio pensiero su questa valuta (chi è curioso può andare a
leggere quanto da me scritto su questo blog in data 21 Marzo 2017, cliccando sul
seguente link http://amicomario.blogspot.it/2017/03/la-moneta-del-futuro-sara-il-bitcoin.html),
dove cercavo di spiegare in modo sintetico cos’era e come funzionava. Il Bitcoin è
dunque una pseudo moneta, un semplice valore matematico che si autoregola con degli
algoritmi. Le transazioni in bitcoin risultano praticamente anonime, e avvengono tramite
un indirizzo bitcoin (se ne può creare uno per ciascuna transazione); ogni
possessore può tenerle in un portafoglio virtuale sul proprio computer o presso
terze parti. Il vantaggio dell’essere una moneta anonima, agevola ovviamente chi la usa per traffici illeciti, e questo risulta chiaro ed evidente a chi
conosce bene il Dark web, quel mondo informatico sotterraneo dove la
gran parte delle transazioni (molte illecite) avvengono proprio con questa
particolare moneta.
Ebbene, il suo
utilizzo, dopo una timida fase di diffidenza iniziale, è cresciuto
considerevolmente, dando in questo modo anche il via ai grandi speculatori che hanno visto
nella moneta virtuale la possibilità di fare grandi affari, soprattutto in un
momento di forte stasi delle monete reali; su queste, infatti, i guadagni sono così
striminziti da rasentare il guadagno zero. Però, quando la speculazione
aggredisce un prodotto (questo è risaputo), in particolare se virtuale come il
Bitcoin, può succedere di tutto: rialzi stratosferici e cadute rovinosissime. È
quello che ora sta succedendo anche al Bitcoin.
Dopo una fase di
impetuosa crescita, apparsa ai più quasi inarrestabile, questa moneta ha acquistato
una certa fiducia, tanto che anche alcuni negozi italiani hanno deciso di accettare
pagamenti in Bitcoin; uno dei primi in Italia a Torino, per esempio, dove è nato il primo negozio
dove si paga con questa moneta virtuale. Come accennato prima però, improvvisamente alla veloce crescita è
subentrata una repentina caduta: un calo rovinoso per questa moneta, nell’arco di pochi giorni. Il
valore dei bitcoin oggi è di circa 15mila euro per unità, dopo essere salito
oltre il doppio di questo valore toccando i 40mila. Salite e discese repentine, a dimostrazione
che questa cripto moneta, il cui valore è praticamente basato sul nulla, riesce
a fare strage dei cercatori di facili guadagni; alcuni esperti presumono che la
‘bolla speculativa’ che la sostiene stia per esplodere, e che il grande
castello (in questo caso nemmeno di carta) stia per crollare.
Le banche centrali dei
maggiori Paesi si tengono alla larga da questa valuta che nessuna Autorità Centrale è in grado di controllare; non essendoci infatti nulla di consistente dietro, questo mezzo di pagamento virtuale risulta esposto a tutte le possibili speculazioni, come un recente passato
avrebbe dovuto insegnarci. Qualcuno sostiene già che le cripto valute stiano per arrivare al
capolinea, e, anzi, chiedono a gran voce che le varie Agenzie governative intervengano
ufficialmente per cercare di fare chiarezza agli investitori, spesso sprovveduti. A tutto questo si aggiunge
anche il timore che i Bitcoin, valuta misteriosa e anonima, possano diventare il mezzo principale per finanziare traffici illeciti e circolazione di capitali sporchi da parte di
organizzazioni malavitose (non esclusa l'ISIS), come sin dall’inizio è apparso
possibile.
Venti tempestosi, dunque, scuotono il Bitcoin, valuta che dopo essere diventata una star ha visto improvvisamente forti attacchi, come il recente
provvedimento con il quale la Cina ha vietato prima le ICO e ora sta valutando di
limitare anche le transazioni con le cripto monete; poi è arrivato anche il pesante
giudizio espresso sui Bitcoin dal CEO di J.P.Morgan Chase (società leader nei
servizi finanziari globali), Jamie Dimon, che, senza mezzi termini, nell'ambito
della conferenza Delivering Alpha, ha
così tuonato:
“I Bitcoin sono una
truffa. Non è una cosa reale, alla fine verrà chiusa”.
Dimon non ha certamente voluto lanciare un allarme tale da spingere gli
acquirenti di Bitcoin a liberarsene (a questo proposito ha portato l'esempio
della figlia che ha visto triplicare il valore dei Bitcoin nel corso dell'anno),
ma a riflettere seriamente. “Non sto dicendo di andare a vendere 100.000
dollari di Bitcoin prima che perdano valore. Questo non è un consiglio su cosa
fare. Mia figlia ha acquistato bitcoin, sono saliti e ora crede di essere un
genio”, ha aggiunto. Al tempo stesso, però, Dimon ha voluto mettere in
guardia gli investitori sui possibili rischi legati a quella che potrebbe
rivelarsi come una nuova bolla
speculativa pronta ad esplodere.
Cari amici, abbiamo
visto di recente altre ‘bolle
speculative’ finite tristemente con grande disastro economico per i
risparmiatori, spesso ingannati con false speranze e allettati da proposte che
altro non erano che sogni. Credo che succederà anche per il Bitcoin, perché,
come sappiamo, “i sogni muoiono all’alba”,
e ce ne accorgiamo solo quando ci risvegliamo.
A domani.
Mario
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