sabato, gennaio 20, 2018

MATERNITÀ E LAVORO. IN ITALIA NEL 2016 OLTRE 27 MILA LAVORATRICI MADRI HANNO ABBANDONATO IL POSTO DI LAVORO. MENTRE LE NASCITE CONTINUANO A DIMINUIRE.


Oristano 20 Gennaio 2018
Cari amici,
L’Italia continua ad avere sempre meno nascite. Nel 2015 sono state registrate circa 488mila nascite, quindicimila in meno rispetto al 2014. Si tratta del minimo storico mai raggiunto dallo Stato italiano. Per trovare dati simili bisogna tornare al 1917-18, quando una buona fetta di popolazione maschile in età fertile era al fronte, nelle trincee. C’è di più. Siamo anche il Paese con le mamme più vecchie d’Europa. In Romania, per esempio, le neo-mamme over 35 sono il 10,9%, in Italia il 34,7%. In Liguria, Lazio, Sardegna un bambino su dieci nasce da mamme ultraquarantenni.
Essere lavoratrici e allo stesso tempo madri in Italia è diventato così arduo che alla fine bisogna rinunciare, gettare la spugna; il triste dilemma è: restare al lavoro o stare a casa e avere dei figli. L’Italia è il terzultimo Paese europeo per numero di donne occupate, davanti alle sole Grecia e Macedonia. In Italia lavora solo il 57% delle donne tra i 25 e i 54 anni, mentre la media dei figli è di 1,3 per coppia. Che dire? Sono dati che fanno sinceramente pensare al fatto che il nostro Paese necessita di provvedimenti urgentissimi, se non si vuole rischiare l’estinzione.
Si, amici, da noi le donne che scelgono di fare uno o due figli, sono costrette a lasciare con molto rimpianto il mondo del lavoro. È una decisione triste, che certamente non avrebbero MAI voluto prendere, ma costrette a farlo, anche se vivono questa rinuncia come una vera e propria ingiustizia. Non esistono purtroppo a tutt’oggi valide alternative: lo Stato non le tutela proprio le lavoratrici madri! I dati che emergono da una ricerca dell’Ispettorato del Lavoro evidenziano che per il 2016 il numero complessivo di dimissioni e risoluzioni consensuali a livello nazionale è stato pari a n. 35.003, con un incremento del 12 per cento rispetto al 2015. Delle oltre 35 mila donne fuoriuscite dal lavoro, oltre 27 mila hanno riguardato le lavoratrici madri, con una percentuale pari al 78 per cento del totale.
Queste decisioni dolorose e spesso psicologicamente devastanti, che le giovani coppie sono obbligate a prendere, in molti casi si trasformano in un abbandono della nostra terra: si va via dall’Italia, si “fanno le valigie”, per cercare accoglienza in nazioni che hanno maggior rispetto per la famiglia. Si, in nazioni come la Francia e la Germania, per esempio, ma anche come la Spagna e la Gran Bretagna, che, anche se in data più recente, hanno stabilito nuovi incentivi e protezioni per le lavoratrici madri.
La drastica oltre che preoccupante diminuzione delle nascite, che continua senza sosta, avrebbe dovuto convincere il legislatore a studiare norme di legge più efficaci, tali da garantire sicurezza sia del lavoro che della cura della famiglia, ma così non è stato. L’unica “trovata”, più di facciata che di seria efficacia, è stata quella del “Fertily Day”, provvedimento alquanto contestato, che comunque risulta aver funzionato ben poco. Altri Stati sono ben più attivi e attenti del nostro!
La Svezia, solo per fare un esempio, ha incentivato le nascite con assegni e leggi che aiutano le mamme a svolgere il loro ruolo senza ulteriori sacrifici, perché le mamme nei Paesi scandinavi sono considerate una risorsa importante. In Italia purtroppo siamo lontani anni luce dai Paesi prima citati, e la cosa buffa e che, tra l’altro, non solo non si fanno passi in avanti ma si evita anche di parlarne! Fare un figlio per una madre che lavora non può e non deve essere un serio problema economico; incoraggiare la maternità significa anche creare un sistema di servizi all’infanzia, di aiuti fiscali, e di agevolazioni anche per il tempo da dedicare ai figli, perché la maternità deve riguardare non solo il singolo e la famiglia, ma anche la nazione. Non dimentichiamo che i nuovi nati sono la vera linfa del nostro futuro!
Cari amici, ho già trattato, in parte, l’argomento di oggi a fine mese scorso. Il 15 Dicembre dello scorso anno, parlando del “tempo” che i genitori che lavorano passano insieme ai figli, ha fatto una riflessione che vi invito a leggere. Ecco, per chi risultasse interessato, il link: http://amicomario.blogspot.it/2017/12/mentre-i-papa-finlandesi-sono-gli-unici.html.
La speranza è che nelle prossime, imminenti elezioni, in calendario a Marzo, il nuovo Parlamento, tra le altre cose importanti di cui si dovrà occupare, pensi anche al lavoro e alla famiglia, anzi alle famiglie! Il problema lavoro è assolutamente prioritario, e le donne, in particolare quelle che vogliono costruire una famiglia, non possono continuare ad essere le più penalizzate. La statistica che metto in chiusura di questa riflessione di oggi, credo non abbia bisogno di ulteriori commenti: Basta solo leggerla per rendersi conto di quanto siamo caduti in basso!
A domani.
Mario

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