giovedì, gennaio 04, 2018

LA TURCHIA, TRA DESIDERIO D’EUROPA E BISOGNO DEGLI IMAM, TROVA UN MARCHINGEGNO PER LEGALIZZARE I MATRIMONI CON LE SPOSE BAMBINE.



Oristano 4 Gennaio 2018
Cari amici,
Quand’ero ragazzo Gigliola Cinquetti cantava “Non ho l’età, non ho l’età per amarti”, anche se, nella canzone, l’ipotetica innamorata era sicuramente più vicina che lontana ai 18 anni. Nel mondo occidentale, certe aberrazioni come i matrimoni con spose bambine non avvengono, in quanto la pedofilia è considerata un serio reato, in particolare quando i minori non hanno ancora compiuto i 14 anni. Pensare poi a spose bambine anche minori di 10 anni è qualcosa non solo di deplorevole, ma tale da rasentare l’orrore. Eppure continua a succedere, anche in Paesi che vorrebbero entrare a far parte dell'Europa, come avvenuto con una recente legge che ha reso legali in Turchia matrimoni così bestiali. Insomma, in pieno Terzo Millennio, in determinate zone del mondo Stato e Autorità religiose continuano ad avallare consuetudini arcaiche dei millenni passati.
Secondo recenti dati dell’Unicef – che nel 2012 ha istituito la Giornata Mondiale delle bambine e delle ragazze, che si festeggia l’11 di Ottobre – nel mondo ci sono oltre 60 milioni di spose-bambine, di età tra gli 8 e i 14 anni. L’organizzazione americana International Center for Research on Women (Icrw) ha compilato una «Top 20» dei Paesi in cui i matrimoni di minorenni sono più diffusi: il Niger è al primo posto (il 76,6% delle spose hanno meno di 18 anni), seguito da Ciad, Bangladesh, Mali, Guinea, Repubblica centrafricana, Nepal, Mozambico, Uganda, Burkina Faso, India, Etiopia, Liberia, Yemen, Camerun, Eritrea, Malawi, Nicaragua, Nigeria, Zambia.
Questa «classifica» però, non comprende tutto il mondo: vi sono Paesi dove è impossibile ricavare i dati; restano fuori dalle statistiche, per esempio, molti Paesi del Medio Oriente, dove la religione musulmana consente ancora matrimoni tra adulti e minori. Quella delle spose bambine è una tradizione antica, radicata. Ed è spesso sulla base delle indicazioni religiose ("lo dice il Corano", si afferma), che spesso gli uomini musulmani prendono in spose, comprandole, bambine appena adolescenti. In questo modo si mantengono in vita consuetudini, credenze religiose e culturali, che prevedevano che la moglie dovesse essere tassativamente vergine prima del matrimonio, e la sicurezza maggiore la si poteva avere quando la sposa era ancora in tenerissima età.
Eppure dal 1948 l’ONU e altre agenzie internazionali hanno tentato di fermare i matrimoni con minorenni. Tra gli strumenti più importanti: la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e la Convenzione sui diritti del bambino. L’Unicef continua a definire ogni matrimonio di minorenni un’unione forzata, perché i bambini non hanno l’età per esprimere il consenso in modo «pieno e libero».
Tornando alla recente notizia sulla Turchia, nonostante il 25 Novembre del 2016 il Parlamento turco avesse rigettato la discutibile proposta di legge presentata dal partito AKP del Presidente Erdogan, con la quale si sarebbe voluto legittimare una unione matrimoniale riparatrice in caso di stupro di una bimba, ora il Parlamento turco, con un gioco di destrezza, ha approvato una serie di norme che aggirano l'ostacolo: hanno reso valide le nozze celebrate dal muftì, il "buon pastore" musulmano accreditato presso l’Imam.
Fino all’approvazione di queste ultime norme, nella Turchia moderna i matrimoni religiosi non avevano valore se non sanciti da un’unione civile. La discutibile decisione del Parlamento fa il paio con la risoluzione della Corte costituzionale turca, che ha anch’essa stabilito di annullare una norma che prevedeva il reato di pedofilia per gli atti sessuali compiuti con minori di 15 anni; d’ora in poi la violenza su un minore sarà considerata alla stregua di un abuso sessuale ordinario. In Europa ci si interroga (la Turchia preme da tempo per entrare a far parte dell’Europa) con preoccupazione sui motivi che stanno alla base del provvedimento preso da Erdogan.
Il fatto, neanche poi così nascosto, è che Erdogan ha bisogno degli Imam. Egli ha bisogno dei religiosi per rafforzare il suo potere e per questo motivo è costretto a concedere. Nell’ufficialità, anche se formale, relativamente all’ultimo provvedimento, il Ministro degli Interni turco ha spiegato che i muftì dovranno attenersi alle norme utilizzate dai funzionari pubblici laici, comprese quelle relative all’età minima; nella legge, però, non si fa alcun cenno a queste norme, per cui è prevedibile che si avallino unioni con bambine di età ben più bassa. Certamente quest'ultima scelta fatta da Erdogan su pressione dei religiosi, allontanerà sempre di più la Turchia dall’Europa.
Cari amici, che dire! Non ci sono parole per descrivere l’amarezza di certe decisioni. Credo che l’Europa abbia ragione a preoccuparsi, dopo che, a mio avviso, ha già allargato abbondantemente i suoi confini con disinvoltura, e i risultati si vedono ad occhio nudo! Credo che diversi ingressi nell'Europa a 27 siano stati frettolosi, concessi proprio senza alcuna riflessione. E i danni, pensiamoci bene, non sono solo quelli che abbiamo visto finora, ma dietro l’angolo ce ne potrebbero essere di molto peggiori!
La vera Europa, quella sognata da Schuman, non è certamente quella che vediamo oggi…
A domani.
Mario


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