Oristano
13 Giugno 2015
Cari amici,
chi crede che il motore
che muove da millenni la società umana sia l’amore verso il proprio simile, la
solidarietà nei confronti di chi ha bisogno di sostegno, lo stare insieme in
pace e concordia, certamente sbaglia di grosso.
Il vero motore della Società umana è l’Invidia, quel forte sentimento che ci crede sempre migliori degli
altri e che solo supporre che un altro, qualsiasi esso sia, stia in posizione
privilegiata rispetto a noi, ci fa scattare una sorda rabbia, un forte risentimento
o un grande rancore. L’uomo in effetti nasce già impregnato di egoismo. Fin da
bambini, istintivamente, vorremmo
possedere ogni cosa, avere tutto per noi, senza lasciare niente agli altri.
Fin dai primi anni
della nostra esistenza, dunque, abbiamo provato dentro di noi quella sensazione
di inappagamento, di invidia verso gli altri, per quello che essi avevano e che
noi, invece, non avevamo. Sentimento fortemente egoistico l’invidia, è considerato
uno dei sette vizi capitali: anzi,
forse, da collocare, tra i sette, al primo posto. Si, cari amici, perché è il
nostro innato egoismo a farci desiderare fortemente quello che l’altro possiede,
e che noi invece non abbiamo. L’invidioso non accetta, in nessuna circostanza e
per nessun motivo, che altri possano avere qualcosa che lui non ha. Questo non
solo lo rende frustrato, ma lo porta anche a desiderare ardentemente che tutto
quello che gli altri possiedono vada presto perduto, e in tal modo si possa
ripristinare quanto prima la situazione a suo favore.
L’invidioso non è morso
dall’invidia solo in determinati momenti: Egli trascorre le sue giornate
utilizzando le sue energie non per migliorarsi, ma per concentrarsi
nell’osservazione degli altri; confrontando se stesso con quelli che lo
circondano, e, osservando quanto gli altri possiedono, alimenta in
continuazione la sua rabbia, la sua frustrazione! Giorno dopo giorno l’invidia
crea in lui un grande senso di vuoto e di inferiorità nei confronti di quelli
che apparentemente possiedono più di lui. Questo comportamento sbagliato, come
conseguenza, svaluta ancora di più il valore che Egli dovrebbe attribuire a se
stesso, aumentando la già scarsa autostima, cosa che gli impedisce di percepire
le possibili risorse e le sue reali potenzialità personali.
L’invidia, nei casi più
gravi, riesce ad influenzare in modo così forte la vita delle persone, da impedire
ai soggetti colpiti di vivere serenamente la quotidianità, in quanto dediti a “fare
i conti” nelle tasche altrui, dimenticando le proprie. Anche le relazioni nella vita lavorativa ne
risultano ostacolate, in quanto non si riesce ad instaurare relazioni positive
con gli altri. Difficile per l’invidioso creare intorno a se relazioni
amichevoli: anche le persone più vicine, quelle con cui si potrebbe avere maggiore
possibilità di confronto, sono viste con diffidenza.
Eppure, cari amici, con
un certo sforzo dall’invidia si può guarire. Se è pur vero che dare una
spiegazione razionale all’invidia non è facile, cercare di controllarla,
affrontarla razionalmente, già costituirebbe un primo passo. Se il soggetto si
dichiara disponibile, può diventare utile anche un trattamento psicoterapeutico,
capace di riportare in equilibrio i valori errati nella mente dell’invidioso.
Uno dei fattori più difficili da sgomberare è la forte convinzione che la
responsabilità della propria situazione derivi sempre dagli altri, dagli eventi
esterni, dalla sfortuna, assolvendosi,
invece, circa le proprie convinzioni sul valore di se stesso in rapporto agli
altri.
Trovare il giusto
valore di se stessi, rivalutando nel contempo gli altri, questa la carta da
giocare. Se, con l’aiuto della terapia riusciamo a ricostruire questo
equilibrio, se riuscissimo a “rovesciare l’imbuto”, ovvero a sfatare l’invidia,
modificando questo sentimento da negativo in positivo, potremmo addirittura trasformarla
in “ammirazione”, dando più valore alle capacità degli altri e stimolando, di
conseguenza, se stessi ad emularli. Questa trasformazione riuscirebbe così a capovolgere
il problema: trasformando il danno in risorsa, e di conseguenza migliorando
sensibilmente la propria vita. E’ con l’autocritica che ciascuno di noi
potrebbe riuscire a vedere positivamente le risorse in possesso degli altri (e
che anche noi vorremmo avere), stimolando la nostra mente a cercare di imitarli.
Pensare ad esempio: “se lui ci è riuscito, perché non posso riuscirci anche io?”.
Cari amici, il problema
non è certo di facile soluzione. Se l’invidia fa parte della natura dell’uomo
da così tanto tempo, una ragione certamente c’è ed è anche evidente. Questo,
però, non deve farci rassegnare a viverla senza reagire. Il segreto sta
certamente nel continuo confrontarsi con gli altri: non per sentirsi “invidiosi
e insicuri”, ma per spingersi invece a migliorarsi. Essendo l’invidia
inversamente proporzionale all’autostima, la soluzione può essere trovata riportando
i valori al loro giusto equilibrio: allora autostima ed invidia potranno far
parte del nostro bagaglio, in modo positivo. Potremmo in questo modo realizzare
i nostri sogni rispettando nel contempo quelli degli altri, e ognuno potrà sicuramente
godere dei propri meriti.
Non è facile, ma
bisognerebbe almeno provarci!
A domani.
Mario
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