Oristano
17 Giugno 2015
Cari amici,
le notizie più recenti
sulla crisi greca non sono molto confortanti. Nonostante le dichiarazioni
ufficiali, le ripetute riunioni, le rassicurazioni fornite da entrambe le
parti, un accordo al momento non sembra possibile e i tempi diventano ogni
giorno più ristretti. Gli esperti internazionali sono dell’opinione che in questo
momento le possibilità di un accordo siano addirittura sotto il 50%. Le borse di
tutta Europa tremano, in quanto le conseguenze di un’uscita dalla Grecia
dall’Euro sono assolutamente imponderabili. Difficile anche ipotizzare le
conseguenze indirette (sicuramente numerose), che, a cascata, si riverserebbero
sia sugli Stati creditori che sullo stesso futuro dell’Euro.
L’ipotesi di default
risulta confermato anche dall’esperto di economia internazionale Carlo Altomonte, docente di Economia
dell'Integrazione Europea all'Università Bocconi di Milano, che, pur considerando
che una soluzione è ancora possibile, non esclude lo scenario opposto: il
mancato accordo con i creditori. Al momento Altomonte sostiene che "c’è
il 50% di possibilità di un default della Grecia, ma questo non equivarrebbe
assolutamente a un’uscita dall'euro". A quel punto - aggiunge
l'economista - tecnicamente l’Europa possiede gli strumenti per tenere Atene
dentro l’Eurozona. "Esistono delle azioni precise che si possono attuare per isolare
il default di un Paese, non dobbiamo farci spaventare dalla parola. Bisognerà
fare attenzione ai mercati, comunicare in maniera corretta le informazioni
sull'andamento dell'operazione controllata, per evitare che lo spread schizzi
in alto in maniera dannosa per tutta l'Europa", dice con
convinzione Altomonte.
In questo preoccupante scenario
un ruolo molto importante, sotto certi aspetti determinante, sarà quello del
Governatore della BCE, Mario Draghi. L’euro, come sappiamo, è una moneta
“senza stato”, senza legami precisi e vincolati ad un vero Stato, per cui manca
dei requisiti di una moneta ancorata al potere centrale, come una moneta
nazionale. Nel caso dell’Euro, l’unica autorità in grado di gestire una
situazione particolarmente difficile, come quella del default della Grecia, è il
Direttorio della Banca Centrale Europea, in primis rappresentata da Mario
Draghi. La tenuta dell’euro, di fronte ad uno shock così forte, dipenderebbe
proprio dall’abilità del Governatore della BCE.
Ma, cari amici, ragionandoci
sopra, qual è il motivo principale del mancato accordo tra la Grecia ed i suoi
creditori? Il lungo e tormentato negoziato, da tempo in essere, ufficialmente risulta
bloccato per le divergenze tra Commissione
Ue e Fondo Monetario sulla ristrutturazione del debito, ripetutamente
chiesto dalla Grecia. Per il primo ministro ellenico Alexis Tsipras, è cruciale
raggiungere un accordo fattibile con i creditori, ma non solo di brevissimo
periodo, bensì “a lunga scadenza”, in modo da allontanare la Grecia dalla
situazione attuale. La richiesta di ristrutturazione fatta dal governo di Atene
è stata condivisa dal Fmi ma non dalla Troika. Il problema di fondo, che non è
di poco conto, è che l’istituto di
Washington (il FMI) – per statuto – deve essere rimborsato integralmente:
quindi, nel caso di una ristrutturazione, a perderci sarebbero, in particolare,
solo i creditori (gli Stati) europei.
Cari amici, la
situazione greca non è certamente semplice. Dopo il fallimento anche degli
ultimi negoziati, ed il conseguente scambio di accuse tra Bruxelles e Atene,
l’uscita della Grecia dall’Unione (il così detto Grexit) impensierisce non poco
i mercati, che continuano a registrare corposi segni negativi. La
preoccupazione è davvero forte e lo stesso massimo rappresentante della Bce
Mario Draghi ha detto a chiare lettere che: “Un default di Atene porterebbe
l’Europa in terra incognita. Serve uno sforzo di tutti per arrivare a un
accordo forte e completo”. “Ma - ha continuato Draghi - la
palla sta nel campo della Grecia”.
Anche la Cancelliera tedesca
Angela Merkel, almeno a parole, sostiene di “fare di tutto” perché si trovi una
soluzione e la Grecia possa rimanere nell’Euro. I tempi sono davvero stretti e
se nei prossimi giorni non si dovesse raggiungere un accordo, il destino della
Grecia appare segnato. Si mormora che sarebbe già pronto un piano che
porterebbe alla chiusura delle banche elleniche ed al conseguente controllo dei
capitali. “Vogliono umiliare il governo greco - ha commentato Tsipras -
l'ossessione dei creditori per un programma di tagli non può essere un errore,
ha fini politici, i creditori stanno utilizzando i negoziati per dimostrare la
loro forza”.
Cari amici, il tasto
dolente, il vero punto debole di tutto questo, come sapete ho avuto occasione
di ripeterlo tante volte, è la mancata coesione europea che, a distanza di
circa 60 anni, non riesce a raggiungere il suo fine: quello di diventare un
grande Stato Federale.
Si sono fatti tanti errori e si continua sulla strada
sbagliata, come l’allargamento dell’Unione e la nascita della moneta unica,
prima della costituzione dello Stato Federale. In queste condizioni l’Unione
Europea non ha futuro: la Grecia potrebbe essere la prima “tessera” a cadere di
un Risiko che affonderebbe il grande progetto di mettere insieme gli Stati
d’Europa non solo economicamente ma anche politicamente.
Tutti gli Stati europei
dovrebbero riflettere seriamente: è
tempo che l’egoismo dei singoli Stati lasci spazio ad una maggiore, comune,
solidarietà! Da soli, è dimostrato, difficilmente si vince (nel breve potrebbe
esserci solo una “vittoria di Pirro”), perché solo tutti uniti l’Europa potrà avere
un grande futuro.
Ciao, a domani.
Mario
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