Oristano
8 Giugno 2015
Cari amici,
proprio questi giorni
sembra arrivata di colpo l’estate! Ma il caldo più forte non sarà dato
sicuramente dal sole estivo che fa pensare alle vacanze, ma da tutt’altro
caldo: quello delle tasse. Si, cari amici, tasse, tasse e ancora tasse, e sotto
l'ombrellone tutti noi più che rilassarci dovremo fare i conti col Fisco. Nonostante
le mille promesse il Governo non molla la presa sui contribuenti: basti pensare
che da Giugno a Settembre sarà un trimestre da lanzichenecchi per le nostre
tasche, già magre e semivuote. I calcoli sono presto fatti: dal 16 Giugno (termine
di scadenza per il pagamento dell’anticipo IMU-TASI) alla fine di Settembre saranno
56 i miliardi di euro che gli italiani dovranno versare nelle casse dello
Stato.
E’ una corsa a ostacoli
infinita, con i balzelli più diversi ma tutti pesantissimi: IMU, TASI, IRPEF,
ADDIZIONALI, IRAP, IVA, TARI E IRES, per citare le più importanti, sono questi i
prossimi salassi fiscali da rispettare. Una specie di catena di Sant’Antonio! I
datori di lavoro (tra una trentina di giorni) inoltre dovranno saldare le
ritenute dei propri dipendenti, collaboratori o committenti per le prestazioni
ricevute, mentre i noi contribuenti, entro il 30 giugno dovremo provvedere alla
presentazione del modello Unico per le persone fisiche per i redditi del 2014.
Il 7 luglio si passa invece al 730, sia in forma precompilata che ordinaria. Entro
il 30 settembre, infine, dovrà essere trasmesso il modello Unico, per IRAP e IVA.
Un’estate calda, anzi
caldissima, cari amici, non tanto per il sole quanto per un calore ben diverso,
quello del fuoco delle tasse. Ironicamente, mentre scrivo questa mia
riflessione, mi viene in mente che quand’ero ragazzo, e a casa di ogni famiglia
veniva a esigere le tasse il boiardo di Stato (chiamato proprio “esattore”) il
termine utilizzato per definire questa “rapina” statale era proprio “affoghizzu”
(in sardo il verbo affoghizzare significa
proprio accendere, dare fuoco)!
Credo che gli italiani,
ormai, ne abbiano le tasche piene di illusioni e di promesse non mantenute. Le
balle che anche Renzi continua a raccontare non portano da nessuna parte: come
si fa ad ipotizzare una ripresa, senza mettere mano alla spesa (che continua a
crescere) in modo serio e consistente? Senza governare le uscite, altro che
taglio delle tasse e stop ai sacrifici, già terribili ed insopportabili, da
parte dei cittadini! Sarà anche questa un’estate bollente per le tasche degli
italiani, molti dei quali costretti a rinunciare a quei pochi giorni di ferie
sospirati da tempo, perché dovranno dirottare quei soldi per alimentare quell’immenso
vortice mangiasoldi qual è la spesa pubblica.
Il valzer delle tasse comincia
il 16 giugno e, fino al 30 di Settembre, farà ballare tutti. La conferma arriva
dalla CGIA di Mestre, che ha calcolato
in oltre 56 miliardi di euro la cifra che le famiglie e le imprese verseranno
all’erario ed agli Enti locali. Per le famiglie l’impegno più oneroso sarà la
prima rata della TASI (1,65 mld), mentre per le Aziende sarà la l’IRES (10,5
mld). Pesanti i prelievi fiscali anche a Luglio, quando gli italiani verseranno
al Fisco 33,6 miliardi.
Cari amici, la
riflessione di oggi mi rattrista in modo particolare. Mi addolora il fatto che
lo Stato, che dovrebbe come il padrone di casa di una grande famiglia
amministrare saggiamente i momenti di “vacche magre”, continui invece a
spendere come se nulla fosse. Questo comportamento irrazionale mi ha fatto
tornare in mente un episodio legato alla mia vita lavorativa, che, come molti
di Voi sanno, si è svolta facendo il manager bancario.
L’episodio che sto per
raccontarvi si verificò quando, responsabile del credito alle famiglie, era mio
compito sensibilizzare i capi famiglia sull’indebitamento
in conto corrente, evitando pericolose fughe in avanti e suggerendo di mantenerlo
“adeguato” alle possibilità del bilancio familiare. Una mattina, convocai una
signora, già abbondantemente redarguita in precedenza per la facilità con cui
staccava gli assegni privi di copertura. Una volta arrivata in ufficio la feci
accomodare nel salottino riservato e, chiusa la porta, ripresi la mia “lavata
di capo”, minacciando di mandarle gli
assegni “al protesto” e, conseguentemente di chiuderle il conto. Mi accorsi
subito della rabbia che covava dentro, perché era diventata rossa e si
morsicava le labbra.
Visto che stentava a
rispondermi (avevo in cartella l’assegno “scoperto” che non volevo onorare) le
chiesi: “Mi spiega il motivo per cui ha emesso questo assegno a favore della
ditta XY”? Lei piccata mi rispose: “mia figlia doveva riprendere la scuola, e
io mica potevo lasciarla rientrare senza “rinnovarle” tutto il necessario
corredo scolastico! Mica potevo mandarla con quello dell’anno precedente, ne
andrebbe del mio buon nome e della dignità della famiglia”. Per l’esattezza
aveva speso in corredo scolastico una cifra quadrupla, rispetto ai normali
corredi delle famiglie comuni, ma tant’è….noblesse oblige…
Cari amici, evito di
darvi il finale della storia, non mi piace mai parlare dei fatti dei fatti
della mia vita lavorativa. Credo, però, che questo episodio non si discosti
molto dalla nostra grave situazione italiana. Continuiamo a spendere, come se
tutto andasse per il meglio.
Chi ha orecchie da
intendere….intenda.
Ciao, a domani.
Mario
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