venerdì, giugno 12, 2015

I TATUAGGI: DA ANTICO SEGNO TRIBALE A NUOVO”SEGNO IDENTIFICATIVO”, COME LE IMPRONTE DIGITALI.



Oristano 12 Giugno 2015
Cari amici,
il tatuaggio nel millenario percorso dell’uomo ha una lunga storia, che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Nato come segno di appartenenza ad un gruppo sociale, per testimoniare il proprio legame ad un particolare gruppo tribale, religioso o sociale, ha spesso  rappresentato anche una sorta di “talismano”, protettivo contro gli spiriti maligni; nelle epoche successive si è poi evoluto, utilizzato per identificare categorie sociali ben definite: dai marinai ai nobili, dai carcerati alle prostitute. Tatuaggio, dunque, come un vero e proprio “marchio identificativo”, considerato che lo stesso termine tatuaggio, derivato dall’americano “tatoo” che a sua volta trae origine dal polinesiano “tatau”, significa marcare il proprio corpo con dei segni indelebili di identificazione.
In epoca moderna il tatuaggio si è diffuso a 360 gradi, essendo diventato anche una specie di segno di abbellimento, che sovente rimanda a singoli e personali significati; l’utilizzo del tatuaggio riguarda tutte le fasce di età: da quella giovanile a quella senile, dai “gruppi” che con questo segno si identificano ai singoli che manifestano il desiderio di esibire e di esibirsi. Questa sempre crescente diffusione del tatuaggio ha portato nel tempo  la “scienza criminale” ad utilizzare questo strumento in senso identificativo: considerato che il marchio risultava indelebile, poteva costituire, al pari delle altre caratteristiche somatiche dell’individuo, un importante e certo segno di riconoscimento, al pari delle impronte digitali.
Gli antropologi, già dai primi anni del 1900, si resero conto che il tatuaggio poteva essere utilizzato come strumento che agevolava l’identificazione, in quanto abbastanza diffuso. In quell’epoca il tatuaggio era prerogativa dei militari, diffuso tra i marinai,  tra i galeotti, oltre che in diversi esponenti della civiltà contadina. Da allora, con l’avanzare delle nuove tecnologie, aumentarono gli strumenti atti a identificare in modo certo le persone e le polizie di tutto il mondo affinarono sempre di più le loro tecniche. Man mano aggiunsero, per una più certa identificazione, tutte le caratteristiche “particolari” che un individuo presentava: dalle malformazioni alla nascita alle cicatrici, dalle “voglie” sulla pelle alle impronte digitali, fino ad arrivare ad includere i tatuaggi.
I tatuaggi, dunque, importante strumento identificativo, entrato di recente “a pieno titolo” negli archivi della polizia americana, in aggiunta alle impronte digitali ed ai segni particolari degli individui oggetto di identificazione. 
Le nuove e avanzate tecniche informatiche in possesso della polizia americana permettono, dall'analisi delle foto, di catalogare i tatuaggi in modo inequivocabile: in base alle forme, ai colori, ed alle diverse caratteristiche di realizzazione. La tecnica, basata su algoritmi che classificano i tatuaggi in modo automatico e preciso, è stata di recente presentata negli Stati Uniti, a Gaithersburg, nel convegno organizzato dall'Istituto Nazionale per gli Standard e la Tecnologia (Nist).
Considerato che almeno un quinto degli americani ha un tatuaggio, la polizia aveva già da anni iniziato a schedare i tatuaggi dei criminali, usandoli come strumento per riconoscere in modo certo gli eventuali ricercati. Precedentemente, però, riconoscere con certezza un tatuaggio, a causa della enorme varietà di disegni, costituiva un problema ben più difficile del riconoscimento dei volti e, per superare queste difficoltà, ora i ricercatori hanno messo a punto una tecnica detta a invarianza di scala. Con questo sistema le difficoltà sono state in parte superate e oggi è possibile riconoscere lo stesso tatuaggio visto da angolazioni diverse, oppure solo parzialmente visibile. Le prime applicazioni, sviluppate da ricercatori della Purdue University, hanno permesso di catalogare perfettamente i soggetti preferiti dalle gang e saranno a breve utilizzate dalla polizia.
Cari amici, i nuovi strumenti informatici continuano a stupirci sempre di più. Quando l’identificazione passò, dalle semplici caratteristiche somatiche degli individui, alle impronte digitali, sembrò che la scienza avesse fatto passi da gigante. Invece era solo l’inizio. Le successive scoperte, come quelle del DNA, praticamente un segno unico capace di distinguere un individuo tra milioni o miliardi di altre persone, ha dato il colpo di grazia ai precedenti parametri identificativi. Ora la notizia di un ulteriore tassello aggiuntivo, il tatuaggio, che tra l’altro è la riscoperta di un ben antico sistema identificativo nato migliaia di anni fa.
Tatuarsi, insomma, è una pratica che il tempo non è riuscito a cancellare, perché l’uomo ha sempre cercato, per i motivi più svariati, di distinguersi, di dimostrare di essere unico, diverso dalla massa. I tatuaggi di oggi sono incredibilmente perfetti: dalle forme ai colori, e denotano fantasia, capacità, creatività e quant’altro. Sicuramente simboli importanti, che danno unicità alla persona che li porta addosso, ma anche capaci di renderla ulteriormente e certamente identificabile, per quegli scopi che….non sempre possono far piacere!
A domani.
Mario


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