Oristano
11 Giugno 2015
Cari amici,
della lenta evoluzione
della famiglia ho già avuto modo di parlare ampiamente su questo blog. L’alternarsi
delle generazioni, come ben sappiamo, ha vissuto momenti aurei e momenti di
difficoltà, e lo studio dei corsi e dei ricorsi della storia, ha evidenziato
anche le motivazioni alla base del trattamento riservato agli anziani, in
particolare nei periodi di “vacche magre”, quando le carestie costringevano a
utilizzare praticamente all’osso le risorse alimentari. In quel contesto mantenere
un anziano che non poteva più lavorare risultava davvero un peso insopportabile
e potrebbero apparire addirittura giustificabili anche i brutali sistemi
adottati (abbandono degli anziani in campagna o addirittura il sopprimerli) per
liberarsene e recuperare risorse.
La mia riflessione di
oggi trae origine da una brillante iniziativa del Comune di Oristano, che ha
bandito un “concorso”, riservato alle scuole primarie, inserito nel progetto
NOA – Nonni Oristanesi Attivi,
finanziato nell’ambito del “Premio per la valorizzazione delle migliori
iniziative sperimentali in tema di invecchiamento attivo e solidarietà tra le
generazioni”, promosso dal Dipartimento per le politiche della famiglia presso
la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Principale obiettivo, dunque, la
promozione dell’invecchiamento attivo nella città di Oristano, attraverso il
coinvolgimento degli over 65, da impegnare in azioni volte a potenziare la
solidarietà tra le generazioni, oltre che migliorare le possibilità di
invecchiare restando attivi e utili.
Il concorso in parola,
che aveva per titolo “Nonno, come lo
vedo io”, ha visto partecipi oltre 150 alunni che hanno descritto con
fantasia e originalità il loro rapporto con i nonni. Scopo principale del
tema-concorso era capire, direttamente dalle risposte dai giovanissimi, le
modalità del loro rapporto con i nonni, se considerato importante e valido o
meno. Insomma, quasi un sondaggio per capire se i nonni di oggi hanno ancora
una loro funzione, un ruolo, oppure sono inutili, solo un peso per la società
del Terzo Millennio. La risposta, spontanea come normalmente avviene da parte
dei giovani, è stata univoca: il ruolo dei nonni è non solo utile ma addirittura
indispensabile!
I nonni sono sempre più
numerosi. L’allungarsi della vita media, le migliori condizioni di vita, hanno
certamente influito sull’efficienza degli over 65, che oggi, secondo i dati
ISTAT, in Italia sono oltre undici milioni (con la prevalenza delle donne) e
anche assai più numerosi di quanto non fossero trent’anni fa. Molti bambini
delle ultime generazioni hanno tutti e quattro i nonni, mentre un tempo era
considerata una fortuna averne due. Inoltre, un 70enne di oggi risulta ben più
efficiente, a parità di età, rispetto ad
uno di 30/40 anni fa. Oggi gli over 65 si muovono con disinvoltura, guidano l’auto,
viaggiano in nave e in aereo, usano computer e telefonini, insomma conducono
una vita attiva come i 50enni di una volta. Allora, perché continuare a
considerare l’anziano un inutile peso morto, lasciato spesso dalle “famiglie
moderne” a marcire in una casa di riposo? Spesso non ci si rende conto dell’incredibile
spreco delle loro potenziali risorse!
Il felice connubio nonni-nipoti
è capace di produrre sinergie che avvantaggiano gli uni e gli altri. Nelle
famiglie del Terzo Millennio le mamme casalinghe sono ormai una rarità, in
quanto i genitori di uno o più figli lavorano entrambi. Questo comporta per i
figli in età di crescita, il bisogno non solo di compagnia in casa ma anche di
essere seguiti e accuditi da altri, possibilmente di famiglia. Perché affidarli,
allora, ad un’asettica babysitter, esistendo una migliore risorsa come quella dei
nonni? Essi rappresentano la continuità familiare per i nipoti e possono
diventare punti di riferimento importanti, soprattutto nei momenti più critici.
Vedete, cari amici, la
funzione dei nonni è senz’altro preziosa, e va ben oltre il semplice ruolo di “compagnia”.
La presenza in famiglia di un nonno o di una nonna nella difficile evoluzione
di crescita di uno o più nipoti, ha un’importanza ben maggiore. Gli anziani attivi
sono portatori di esperienza e saggezza, che risulta formativa per i giovani, i
quali, a loro volta, sono anche capaci di ridare linfa vitale ai loro nonni
ringiovanendoli. Inoltre, la presenza dei nonni in una famiglia fa sì che i
giovani possano avere a disposizione un maggior numero di “modelli di
riferimento”, affidabili e realistici. Il confronto tra modelli diversi (papà e
mamma – nonno e nonna) consente loro un miglior equilibrio valutativo, capace
di rinforzare la formazione di cui necessitano.
“I nonni? Se non ci
fossero bisognerebbe inventarli, in quanto offrono ai nipoti un bene sempre più
raro e prezioso: il tempo”, sostiene in un suo
interessante libro Ezio Aceti,
esperto in psicologia dell’età evolutiva. Questo libro, che ha per titolo
proprio “Nonni oggi. Se non ci fossero
bisognerebbe inventarli” (Città Nuova), rivaluta la figura dei nonni,
considerandoli delle “vere e proprie sentinelle vigili non solo
verso i nipoti, ma anche nei confronti del mondo contemporaneo”. I
nonni, per Aceti, non solo “non sono da
rottamare”, ma bisognerebbe addirittura “averli sempre a portata di mano,
perché quello che fanno è indispensabile”.
Cari amici, il felice
connubio tra generazioni passa attraverso un legame importante: quello tra
nonni e nipoti. Oggi, in una società arida e poco propensa all’amore familiare,
i nonni sono spesso visti solo come un indispensabile aiuto economico, ma quasi
mai utilizzati sotto il profilo dell’autorevolezza e della saggezza ed
esperienza maturata. E’ tempo che questo loro vissuto venga seriamente ripreso
in considerazione, anziché gettato alle ortiche. Se anziché pensare ad una
arida babysitter, molti genitori rivalutassero i nonni tenendoli in casa, anziché
collocarli in asettiche case di riposo, forse i legami familiari ne trarrebbero
sicuro giovamento!
Il prezioso legame che tiene
unite indissolubilmente le generazioni, il rapporto d’amore che si stabilisce
fra nonni e nipoti, non è paragonabile a nessun altro legame affettivo, perché,
come scrive Ezio Aceti nel suo libro, “i nonni portano in loro un intero mondo.
Sono memorie lontane, ricordi passati che per il bambino hanno i colori
dell’incanto e della fiaba”. Perché i nonni, continua Aceti, “sono
forse gli unici in grado di regalare ai piccoli nipoti il dono più prezioso
della vita: il tempo”, “garanzia di una linfa vitale che passa da una
generazione all’altra, bene prezioso per il futuro, perché una società si basa
sostanzialmente su due pilastri: la memoria dei nostri vecchi e la freschezza
dei nostri bambini”.
Rivalutiamo
i nonni, cari amici, non perdiamo il loro prezioso contributo!
Ciao, a domani.
Mario
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