Oristano 8 Novembre 2014
Cari amici,
quarant’anni fa, con la Legge del
16.7.1974 n.306, nasceva la Provincia di Oristano. Con l’istituzione della
quarta provincia sarda arrivarono ad Oristano numerosi uffici periferici dell’amministrazione
statale, come la Prefettura, la Questura e, tra gli altri, anche l’Archivio di
Stato.
Proprio l’Archivio di Stato di
Oristano ha festeggiato, Venerdì 7 Novembre, i suoi primi 40 anni di vita.
Questa struttura periferica dello Stato a carattere provinciale, fa parte del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed ha il compito di provvedere
alla tutela e conservazione dei documenti prodotti dagli uffici statali
esistenti nel suo ambito provinciale, riferiti ad operazioni concluse da oltre
40 anni. Ha inoltre il compito di conservare gli atti notarili anteriori agli
ultimi 100 anni versati dall'Archivio distrettuale di Oristano, nonché archivi
di Enti pubblici ed ecclesiastici soppressi, di Istituti scolastici, oltre a
documenti di varia tipologia e natura.
Nel grande archivio di questa
struttura oristanese, ubicata in Piazza Ungheria n.9 (ex pastificio Putzu),
sono conservati, tra gli altri, gioielli preziosissimi acquisiti di recente,
come gli Statuti di alcune Corporazioni Artigiane di Oristano, più note come “Gremi” (sono pervenuti di recente lo
Statuto del Gremio del Falegnami del 1693, quello del Gremio dei calzolai del
1618 ed il successivo del 1721), l’archivio del Liceo De Castro e quello
della Società Bonifiche Sarde, che ripercorre il lungo iter per la nascita di
Arborea. Complessivamente il voluminoso materiale nei suoi archivi si sviluppa
con oltre 4 Km di documenti, tra volumi,
buste, carte sciolte, mappe, registri, fascicoli etc.; consistenza destinata a
crescere ancora, visti i costanti periodici versamenti.
Il Convegno, oltre che
festeggiare i primi quarant’anni di operatività, aveva l’intento di mostrare le
tappe più significative della storia dell’archivio e del suo patrimonio,
rendendo note le più importanti attività svolte ed gli avviati progetti in
corso, che dedicano una particolare attenzione alla questione femminile.
Numeroso il pubblico presente, che annoverava, oltre il Prefetto Vincenzo De
Vivo, il Sindaco di Oristano Guido Tendas, il parlamentare Caterina Pes, il
Sindaco di Neoneli Salvatore Cau, l’ex Direttrice dell’Archivio Marina Valdès,
funzionari della sede regionale, oltre ad un gruppo di ragazzi delle scuole di
Neoneli, il coro femminile di Oristano “Sa Pintadera” e il gruppo teatrale
dell’Istituto Tecnico Othoca di Oristano.
Come da prassi ha aperto il
convegno la Direttrice Carla Ferrante, che ha voluto far precedere il suo
discorso da un “canto augurale” portato dal coro Sa Pintadera. Dopo i saluti la
Dottoressa Ferrante ha dato la parola al Sindaco Guido Tendas che, nel porgere
gli auguri della cittadinanza, parlando dell’attuale inadeguatezza dei locali,
ha voluto anticipare che, se le procedure per l’acquisizione dell’ex Distretto
Militare andassero presto a buon fine, quegli spazi potrebbero diventare la
prestigiosa sede definitiva dell’Archivio di Stato. Luogo ideale, ha detto il
Sindaco, in quanto nel periodo giudicale quella era la Sede operativa e
decisionale della Corte dei Giudici d’Arborea.
Il Sindaco Tendas ha colto anche
l’occasione (togliendosi qualche sassolino dalla scarpa) per ricordare
all’organo periferico del Ministero dei beni culturali che non esistono solo i
“Giganti di Mont’e Prama” di cui ormai solo si parla, ma che certe strutture
oristanesi, come quella indicata prima, sono ugualmente importanti, senza nulla
togliere ai Giganti di Cabras! anche Oristano ha i suoi Giganti, ha detto,
anch’essi di grande valore, che andrebbero opportunamente valorizzati.
Ha poi preso la parola il
Prefetto Dr. De Vito. Oltre a portare i Suoi saluti, il Dottor De Vito ha
ricordato le sue esperienze, svolte precedentemente al suo arrivo ad Oristano,
quando si dovette occupare anche della catalogazione dei documenti destinati
agli archivi di Stato. Dopo di Lui ha preso la parola il Sindaco di Neoneli,
che ha messo al corrente il pubblico dell’interessante antica documentazione
esistente nel suo Comune, che riportava ai primi tempi dell’emancipazione
femminile che anelava al “Diritto di Voto”. Dopo il saluto ed i ricordi della
ex direttrice Marina Valdés, un gruppo di ragazzi e ragazze che indossavano il
costume sardo, utilizzando proprio gli antichi documenti reperiti a Neoneli, ha
creato un pièce teatrale, di grande effetto.
Veramente apprezzabile la regia
della serata: gli interessanti interventi, che ripercorrevano i 40 anni di vita
della struttura oristanese, venivano intervallati dal coro Sa Pintadera con
brani armoniosi ed apprezzabili, che, oltre che creare grande piacere
d’ascolto, servivano a mantenere viva
l’attenzione dei presenti. Dopo la curiosa proiezione di numerose fotografie
del ventennio, che immortalavano le grandi lotte fatte per la bonifica della
malsana e paludosa zona dove sarebbe sorta “Mussolinia”, oggi Arborea, ricavate
dalla catalogazione dei documenti della Società Bonifiche Sarde recentemente
acquisiti, si sono alternati, davanti ad un pubblico attento, gli ultimi interventi:
con letture e recitazione di brani, tratti dal prezioso patrimonio documentario
conservato nell’Archivio Oristanese. Cori, canti, balli e un piacevolissimo
rinfresco, hanno posto fine all’interessante convegno.
Cari amici, viviamo in Italia un
momento particolarmente difficile dal punto di vista economico, tant’è che ci
si sta avviando verso l’abolizione di tanti Enti che non solo tutelavano il
nostro territorio, ma lo rendevano vivo e attivo. Dopo la scomparsa anni fa
della filiale della Banca d’Italia, altri uffici periferici dello Stato hanno abbandonato
Oristano. Nel nome del “risparmio” si sacrificano strutture che, soppresse, si
rivelano però un boomerang: più un danno che un guadagno. Continua
conseguentemente, lentamente ma inesorabilmente, lo spopolamento dei piccoli centri,
con concentrazione delle attività importanti solo nei grandi poli. E’ un bene
tutto questo? Io Penso proprio di no. La così detta “spending review”, credo
che debba riguardare ben altro, non sacrificare sempre le stesse pecore mandate
al macello. Che ne sarà (le voci corrono...) della Prefettura e della Questura, date in soppressione? E dell'Archivio di Stato? Speriamo che i
tagli indiscriminati non sopprimano anche quest'ultima struttura, che possiamo
considerare come un grande “custode della nostra storia”.
A me piacerebbe molto vedere,
me lo auguro di tutto cuore, questo grande “archivio dei nostri ricordi” collocato nella "nuova
sede" promessa dal Sindaco Guido Tendas: l’ex Convento di San Francesco. Un luogo
antico e anch’esso ricco di storia: per ricordare la Oristano del passato,
quella Oristano che nel periodo giudicale era considerato il centro
socio-culturale più importante dell’Isola!
Grazie amici, della Vostra
attenzione.
Mario
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