Oristano
2 Novembre 2014
Cari amici,
il sito archeologico di
Mont’e Prama sembra non finire di riservarci ancora incredibili sorprese! Se quarant’anni fa fossimo stati un po’ più
accorti, le incredibili grandi statue (quelle ritrovate per prime risalgono al
Marzo del 1974), oggi visibili nei musei di Cagliari e Cabras, avrebbero
valorizzato la nostra Sardegna ben prima di oggi. Meglio tardi che mai, viene
da dire, ma il tempo perduto, purtroppo, non lo potremo mai recuperare. Ma se in
passato siamo stati poco accorti,
cerchiamo almeno di non ripetere, oggi, gli stessi errori.
E’ finita su tutti i
giornali la grande polemica sorta sui recenti scavi, da tempo ripresi nel sito
di Mont’e Prama. Polemica alimentata da una sotterrane lotta tra il Ministero
dei beni Culturali e gli archeologi delle Università di Cagliari e Sassari, che
attualmente effettuano lo scavo. Un braccio di ferro che potrebbe farci ricadere
negli errori del passato. Il sito archeologico di Mont’e Prama, cari amici, è
qualcosa di straordinario che non può essere messo minimamente in discussione
per delle futili beghe di bottega! Spero, davvero, che, per il bene di tutti,
la vertenza possa ricomporsi senza creare ulteriori ritardi e senza svilire le alte
professionalità sarde oggi in campo.
Il lavoro svolto attualmente,
effettuato dall'Università di Sassari con il Prof. Raimondo Zucca e dall’Università
di Cagliari con il Prof. Gaetano Ranieri, è distribuito in due fasi: una prima
sul campo, con il georadar, la seconda a tavolino, in cui vengono attentamente analizzate
queste radiografie del sottosuolo. La potente macchina che scannerizza il suolo
rileva le così delle “anomalie”, ovvero delle discontinuità che, per gli
esperti, sono da considerarsi opere umane, come grandi muraglioni, resti di edifici, colonne o statue. A Mont’e
Prama le radiografie hanno evidenziato, oltre le statue già estratte dal suolo,
un edificio grande decine di metri, un nuraghe, e forse una grande costruzione
ancora più antica.
Venendo ai fatti più
recenti, il ritrovamento degli ultimi giganti, portato a termine da poche
settimane, ha permesso agli archeologi di mettere ancor più in evidenza la grande
e complessa civiltà del periodo. La statua del pugilatore ritrovata di recente,
ad esempio, non ha il pugno col guantone e lo scudo elevati in alto sul capo,
come i precedenti che si possono già ammirare nei musei di Cagliari e Cabras. L’ultimo
ritrovato ha le mani chiuse a pugno, strette sul petto e sul fianco. Gli
archeologi Alessandro Usai della Soprintendenza e Paolo Bernardini
dell'Università di Sassari hanno affermato che questo particolare rende il
pugilatore somigliante in modo straordinario a un piccolo bronzetto nuragico
ritrovato nella celebre tomba etrusca di Vulci, in provincia di Viterbo. Di
quel bronzetto è stata ricavata con certezza l'età: IX secolo avanti Cristo,
epoca in cui la grande statuaria greca era ancora da venire. Se il legame tra
la statua di arenaria e il bronzetto fosse accertato definitivamente, i Giganti
diventerebbero l'esempio più antico di "colossi" nella grande
statuaria classica dell'area Mediterranea!
Importantissimo,
quindi, poter dare una data certa agli antichi reperti di Mont’e Prama, sito considerato
oggi, anche da grandi studiosi internazionali, un vero “laboratorio a cielo aperto”, capace di darci straordinarie
risposte che potrebbero rimettere in discussione certezze storiche consolidate,
riferite ad altre civiltà, in primis a quella greca. Per fare questo sul sito si
stanno già testando e sperimentando da parte dell’Università di Cagliari nuove
tecniche, alcune altamente innovative, per effettuare una datazione certa dei
reperti. Il Professor Gaetano Ranieri, docente di geofisica applicata all’Università
di Cagliari, profondo conoscitore del sito archeologico di Mont’e Prama, in una
recente intervista ha detto che le sorprese sotto il suolo di Mont’e Prama non
sono ancora finite: “a pochi metri di profondità c’è quasi certamente una grande
costruzione, e poi un terzo gigante, simile agli ultimi due ritrovati”.
Il Prof. Ranieri, che insieme
alla sua squadra di sei persone ha “radiografato in anteprima tutto il sito”,
vasto oltre 6 ettari, è l’unico a sapere “casa esattamente si nasconde” sotto
la collinetta di Mont’e Prama. Approssimativamente, dice Gaetano Ranieri, le “anomalie”
rilevate dal Georadar sono circa “sessantamila": immaginatevi, cosa
potrebbero significare! Tantissimi, dunque, i “pezzi” da scoprire e riportare
alla luce. "Mont'e Prama a mio parere è la più grande scoperta archeologica
nel Mediterraneo occidentale negli ultimi cinquant'anni", ha
sentenziato il professore.
Ora sul sito si stanno
sperimentando nuove e innovative tecniche di datazione, proprio per stabilire
con precisione la “cronologia” del sito. Oltre alla datazione
con il carbonio 14, a Mont’e Prama verranno sperimentati altri tre tipi di
esami: verranno compiuti esami radiometrici, magnetici e pollinologici. Il
principio, per quanto complicato, è simile in ogni nuova metodologia di
datazione: «Proveremo a confrontare i materiali rinvenuti nelle tombe con quelli
che stanno sul terreno. La differenza tra le quantità degli elementi che
indaghiamo nei reperti ci potrà dire quali sono i periodi storici di
riferimento», ha spiegato il geofisico. L’indagine
esaminerà le cariche radioattive e magnetiche nei metalli alcalino-terrosi e le
quantità di polline conservate nei reperti. Insomma, Mont’e Prama è destinato a
diventare un sito di primo piano anche per la sperimentazione scientifica.
Cari amici, ho iniziato
questa riflessione pensando all’immenso tempo perso, dalla scoperta dei Giganti
ad oggi. Scoperta che risale a più di 40 anni fa. Oggi, nonostante abbiamo la
certezza di trovarci di fronte a qualcosa di straordinario, le immancabili “beghe
tra potenti” rischiano di allungare ulteriormente i tempi. I Giganti, senza
ombra di dubbio, non sono solo qualcosa di eccezionale sotto il profilo
culturale, ma uno straordinario e potente “richiamo turistico”, capace di
calamitare sulla nostra Isola, flussi economici di grande rilievo. I Giganti,
insomma, potrebbero, con la loro notorietà, far diventare la Sardegna un grande
polo di attrazione sotto molti aspetti, con benefici economici di spessore,
capaci di modificare in positivo la nostra fragile economia.
Spero che i sardi
questa volta smettano di considerarsi “sudditi”, ma reclamino ed ottengano di
essere considerati sul serio vero “cittadini”,
di una nazione oggi matrigna. I giovani tutto questo ce lo chiedono a gran
voce, e le colpe, ricordiamocelo ricadrebbero solo su di noi.
Grazie dell’attenzione.
Mario
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