Oristano 30 ottobre 2025
Cari amici,
Anche la Sardegna si
avvia verso una nuova "pastorizia tecnologica", che affida le proprie greggi non più ai
fedeli cani ma ai DRONI! Questi modernissimi strumenti di sorveglianza, in origine destinati a scopi militari, ora vengono usati anche per
svariate attività civili: dai servizi antincendio alle fotografie aeree, per
arrivare anche all’utilizzo in agricoltura e pastorizia, dove svolgono anche azione di sorveglianza delle greggi al pascolo. In
quest’ultima mansione, sotto certi aspetti curiosa, c’è da dire che si sono
rivelati alquanto utili nelle diverse parti del mondo: dall'Irlanda, in Europa,
fino all'Oceania! Insomma, i DRONI si stanno rivelando dei fedeli sorveglianti veramente utili, veri sostituti dei cani!
Questo nuovo particolare
utilizzo, come hanno pubblicato alcuni dei quotidiani più popolari del mondo, da quello anglosassone, il britannico TELEGRAPH, a quello statunitense, lo WALL STREET JOURNAL, si è rivelato eccellente! Essi hanno dato grande risalto
all'ultima applicazione di questi piccoli elicotteri senza pilota, comandati a
distanza. In sostanza, come le documentazioni video dimostrano in modo
inequivocabile, i DRONI oggi sono considerati un mezzo ideale per gestire anche
le greggi, in particolare quelle più numerose!
A testimoniarlo in modo
chiaro il caso del pastore irlandese Paul Brennan, di Carlow, cittadina
del sud-est dell'Irlanda, che ha affidato al fratello minore la gestione del suo
gregge, dopo aver provato in prima persona l'affidabilità di questo nuovo
strumento. Allo stesso modo, l'allevatore neozelandese Michael Thomson, che
assicura che, grazie al drone utilizzato, sua sorella può spostare il gregge
composto da oltre mille pecore, senza sforzo e senza dover trascurare le
faccende domestiche. Credo che si stia arrivando ad un cambio epocale: i cani
pastore e gli stessi pastori a cavallo (o con il fuoristrada), stanno arrivando
all’anticipato pensionamento!
Insomma, amici, pascolare
le pecore su terreni impervi ed estesi non è mai stato facile, per cui ora il
DRONE, lasciando al pastore maggiore libertà e consentendogli di fare anche altro, appare
indubbiamente una soluzione ottimale. Ovviamente, all’apparente vantaggio
prima evidenziato, sono anche da mettere in evidenza diversi svantaggi, come le insidie
esistenti in natura, a partire dalla presenza dei predatori (prima controllati dai cani), per cui, come
sempre è avvenuto, si dovranno valutare i pro e i contro, ovvero calcolare – postando sul piatto della bilancia – vantaggi e svantaggi derivanti da questo
cambiamento tecnologico.
Ebbene, amici, anche
in Sardegna l’utilizzo del “DRONE-CANE PASTORE” appare già utile e gradito.
Nella nostra isola, dove la pastorizia è praticata sin dall'età nuragica, si sta
assistendo ad una moderna, silenziosa rivoluzione. I tintinnii dei campanacci
si mescolano al ronzio elettronico che arriva dal cielo. Alzando gli occhi, si
intravede un piccolo elicottero che volteggia per chilometri, controllando un
vasto territorio in poco più di un’ora; dall'alto monitora ogni movimento del
gregge, impedisce dispersioni e guida gli animali lungo i sentieri più sicuri. Dove una volta servivano
più uomini e branchi di cani pastore oggi basta un dispositivo che pesa
pochissimo: appena due chili! Le comunità pastorali sarde, custodi di saperi
millenari, sperimentano con molta cautela questa innovazione. A terra, un
giovane pastore, gestisce e guida un gregge di oltre 1.200 pecore attraverso i vasti pascoli, aiutato da un drone che pesa quanto una bottiglia d'acqua minerale.
Una rivoluzione che appare quasi un sogno, un miracolo!
Sembrano così lontani i
tempi delle transumanze epiche, iniziate già in epoca nuragica, quando immense
greggi migravano per giorni interi, seguendo antiche rotte incise nella memoria
delle numerose precedenti generazioni. Anche in Sardegna, dunque, terra antica
che conserva orgogliosamente le sue tradizioni, la modernità si sta facendo
strada, seguendo quel cambiamento che trasforma la vita in modo vertiginoso. Si,
quello che prima richiedeva settimane di preparazione e giorni di cammino, ora
si risolve con poche manovre da remoto.
I cambiamenti, lo sappiamo,
sono ineluttabili, ce lo ricorda la storia, ammonendoci che l'innovazione non si può
rifiutare. Il cambiamento, però, non deve mai cancellare il passato, ma
armonizzarsi con esso! L’identità pastorale sarda, come nel caso di cui
parliamo, continua a rimanere, nel senso che “IL PASTORE DEL 2025” continuerà a
conservare lo stesso sguardo attento dei suoi antenati, dedicando la stessa
cura ad ogni singolo animale del suo gregge. E anche le pecore, seppure ora seguite
da questo nuovo guardiano aereo, sembra che abbiano accettato la novità: non sono
più inseguite dai cani, ma dolcemente accompagnate da una presenza discreta che
veglia dall'alto.
Cari amici, anche dopo
questa straordinaria trasformazione, l'identità pastorale sarda deve riuscire a
reinventarsi, senza tradire le sue radici. Anche il futuro della nostra
pastorizia, dell'allevamento estensivo e transumante nelle nostre splendide
campagne, seppure accettando e praticando il rinnovamento, sono certo
che riuscirà a fondere in modo eccellente la nostra tradizione antica con la
tecnologia digitale.
A domani.
Mario







.jpg)

















.jpg)












.jpg)









.jpg)

