Oristano 4 gennaio 2025
Cari amici,
Se è pur vero che il
cambiamento, il rinnovamento, sono parte integrante dell’evoluzione del percorso di vita
del genere umano, è anche vero che col passare del tempo nessuno dovrebbe
dimenticare il suo passato, ovvero le sue radici, nel senso che non si dovrebbe mai scordare "chi siamo stati", in modo da vivere bene il presente e
anche fare in modo di programmare al meglio il futuro. Le radici sono sempre importanti, sia nella
formazione dell’uomo che nell’evoluzione del contesto dove operiamo, ovvero quello che noi abbiamo costruito nei secoli
e nei millenni. Anche il rinnovamento delle città, dunque, dovrebbe sempre
seguire questa regola, e le tracce del passato dovrebbero essere religiosamente
conservate, per ricordare ai posteri lo stile di vita di quelli che ci hanno preceduto.
Oristano, purtroppo, non
ha conservato molto del suo passato, nonostante la città abbia rivestito un’importanza
strategica, in particolare nel periodo giudicale, tanto che oggi ben poco possiamo
osservare del suo passato: dalle sue possenti mura, alle torri (unica sopravvissuta quella di Piazza Roma), oltre agli
altri elementi del suo nobile passato. Non è mai troppo tardi, però, e, per
quanto possa essere poco quello che ci è rimasto, questo dovrebbe essere orgogliosamente messo in evidenza e valorizzato, perché possa essere conosciuto e apprezzato
dalle generazioni future.
Amici, ho fatto questa
premessa per prendere atto che, seppure con grande ritardo, Oristano sta cercando
di far conoscere alle nuove generazioni sprazzi del suo passato. Lo dimostrano
i lavori in corso nel vecchio complesso di San Francesco, opera medioevale di valore posta a fianco della Cattedrale, edificio in parte poi requisito dallo Stato e diventato Distretto Militare, che, una volta dismesso, ora è in restauro; a seguire (seppure con non poche critiche) il rifacimento delle due piazze (Piazza Manno e Piazza Mariano), di
recente riconsegnate alla città. Un altro punto storico che a breve verrà restituito rinnovato alla città è l'antica “Pratza de i Bois”, ovvero il luogo dove si svolgeva il mercato del bestiame, che era diventato il mercato di scambio più importante dell’isola.
Dopo il lungo restauro
del fabbricato, e la sistemazione della piazza antistante, a breve verranno realizzate delle "particolari opere", che dovranno ricordare alle nuove generazioni la sua originaria funzione di mercato del
bestiame. A ricordare agli oristanesi ed ai visitatori l'antica funzione della Piazza saranno dei particolari mosaici, realizzati dalla PRGT Restauri, dell’Architetto Antonio Loddo, mosaici che, collocati sui muri di recinzione del fabbricato confinante con la scuola di Via Marconi, non solo abbelliranno la piazza, ma, raffigurando gli elementi identitari del passato, ne celebreranno la storia.
A. Loddo nel cortile interno |
Ora i mosaici di questo
straordinario architetto arricchiranno anche i muri del fabbricato al centro
dell’antica piazza-mercato del bestiame, luogo deputato alle lunghe trattative di
compravendita; nella Pratza de is Bois, per la grande festa di Santa
Croce, arrivavano numerosi personaggi del mondo agro-pastorale provenienti da tutta la Sardegna, che la
riempivano all’inverosimile. Era una grande festa di popolo, con bancarelle,
piene di ogni cibo di terra e di mare, con lunghe permanenze dei forestieri, tanto che venivano allestiti dei rifugi di fortuna, dove essi trascorrevano la notte.
A ricordare gli antichi
fasti, ora, ci saranno i mosaici realizzati dalla scuola dell’architetto Loddo,
che verranno posti, come accennato, sui muri di recinzione dei fabbricati confinanti con la scuola di via
Marconi, e che raffigureranno elementi identitari che richiamano l’antica
destinazione della Piazza. Si, dopo il centro storico e il quartiere di Su
Brugu, anche piazza Pintus (Pratza de is Bois) sarà, dunque, presto abbellita
dagli eccellenti mosaici identitari, completando così i lavori di riqualificazione della piazza.
Cari amici, conosco da
molti anni l’Architetto Antonio Loddo. Lo conobbi quando lavoravo in banca, molti anni fa, e ricordo che si adoperò in tutti i modi, con grande caparbietà, per acquisire l’antica, storica casa posta in Via Diego Contini
(che si affaccia anche sulla via De Castro), trasformandola in una meravigliosa
abitazione (dove oggi vive), operando nel pieno rispetto della costruzione originaria, ripristinando in tutto e per tutto la sua antica destinazione di
casa-fattoria, dove allora si preparava e si produceva tutto il necessario per vivere.
Amici, sul muraglione che racchiude
la sua casa e il suo vasto cortile, (l'antico spazio interno dove ancora si trovano ben conservate parti delle mura della
città giudicale), sono state inserite nel 2018 degli straordinari mosaici, con scene che riportano immagini della civiltà contadina: vi sono rappresentati carri trainati da buoi, cavalli, arazzi e scene di feste agresti, legate alla tradizione sarda, insomma, simboli della passata Civiltà contadina. Altri stupendi
mosaici della scuola dell'architetto Loddo adornano oggi la città di Oristano: sui muri delle palazzine tra via
Iglesias e via Caprera, le antiche “case minime”, con soggetti equestri che
celebrano il profondo legame del quartiere con la Sartiglia, ed anche in altri
punti della città. Amici, è anche grazie a questi stupendi mosaici, che il ricordo della grande Oristano, l'antica città
giudicale che ha vissuto tante vite, può continuare a ricordare il suo passato, che non deve mai essere dimenticato!
A domani, amici lettori.
Mario