sabato, dicembre 06, 2014

SALUTE. DIETA E INVECCHIAMENTO: MANGIARE IN MODO MODERATO FA VIVERE PIÙ A LUNGO. UN RECENTE STUDIO U.S.A DIMOSTRA CHE MANGIARE MENO FRENA L’INVECCHIAMENTO.



Oristano 6 Dicembre 2014
Cari amici,
chi non ricorda il film con Alberto Sordi (un Americano a Roma), che si catapultava su un piattone di pastasciutta con tutt’intorno altri piatti pieni di prelibatezze? Il paragone è utile per mettere a fuoco il significato della recente scoperta fatta dai ricercatori della New York University School of Medicine.
Lo studio, presentato al congresso della Society for Neuroscience a Washington, ha dimostrato che, nei topi, un regime alimentare impostato con un basso apporto calorico, blocca lo sviluppo di 900 differenti geni legati all'invecchiamento. Insomma, il vecchio adagio che recitava 'sei ciò che mangi' ha ora una nuova appendice, che rafforza le tesi dei nutrizionisti: diete molto 'light', a basso contenuto di carboidrati, posso farci vivere meglio e più a lungo.
Stephen D. Ginsberg, autore della ricerca, afferma: "Il nostro studio mostra come la restrizione calorica è praticamente in grado di arrestare l'espressione genica coinvolta nel fenotipo dell'invecchiamento”. Poi aggiunge: “Certo- questo non significa che limitarsi nel mangiare possa essere la fonte della giovinezza, ma che ci sono alcuni elementi di prova a favore della tesi che un'alimentazione 'leggera' è in grado di ritardare gli effetti dell'invecchiamento e di alcune malattie neurodegenerative".
Insomma, cari amici, è dimostrato che le diete che limitano l'apporto calorico sono in grado di frenare l'invecchiamento! Mangiamo meno e rimarremo più giovani: si, perché diminuire le calorie aiuta a vivere meglio e più a lungo! Già precedenti studi avevano evidenziato come un regime alimentare restrittivo è in grado di allungare l’aspettativa di vita del 30%, e questo perché chi mangia poco frena l’ormone della crescita e rimane sensibile all’insulina. Dopo numerosi studi la scienza conferma ancora una volta che il trucco per essere longevi in buona salute, è lo stile di vita a tavola. Oggi possiamo dire che è stata praticamente “identificata” la “molecola anti-invecchiamento”, che rimane attiva solo se si introducono poche calorie.
Questi studi hanno dimostrato che le troppe calorie nel menù quotidiano mettono in moto il processo di deperimento cellulare generale,  facendo “invecchiare” anche il cervello. E’ proprio qui che è stata individuata una molecola capace di proteggere i neuroni dall’invecchiamento, ma che si attiva, però, solo se si mangia meno. Per quantificare cosa significa mangiare meno dovremmo ridurre di circa il 30% (1/3) le calorie normalmente introdotte, stabilite in base al tipo di attività svolta.   Tutto questo processo era già stato individuato in studi precedenti (pubblicati su Science e Nature): gli stessi che avevano già collegato la longevità cellulare a una dieta ipocalorica.
Se la recente ricerca sulla “dieta” dei topi è di chiara marca Americana, la scoperta della molecola “anti-aging cerebrale” è invece tutta di marca italiana: sono stati alcuni ricercatori dell’università Cattolica di Roma a scoprirla”. La molecola si chiama Creb1, viene attivata da una dieta a basso contenuto calorico e funziona da interruttore per il funzionamento di  altri geni importanti per la longevità e per il buon funzionamento del cervello. Lo studio è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences Usa (Pnas). Secondo l’equipe  di ricercatori,  condotta da G. Pani dell’Istituto di Patologia generale, in collaborazione con l’équipe di Fisiologia umana, guidata da C. Grassi, il prossimo obiettivo sarà quello  di trovare il modo di attivare Creb1, per esempio attraverso nuovi farmaci, anche senza doversi sottoporre a una dieta ferrea.
La scienza medica ha più volte posto l'attenzione sulla correlazione tra l’obesità e l'invecchiamento precoce delle funzioni del cervello, causa delle tipiche malattie della terza età, come la demenza senile e il Parkinson. Al contrario, la restrizione calorica (nella giusta misura) mantiene giovane il cervello, rendendolo molto più attivo. Fino ad ora, però, i meccanismi molecolari che governano gli effetti positivi della dieta sul cervello erano rimasti sconosciuti: la molecola, ora individuata dal gruppo di scienziati della Cattolica, apre quindi interessanti nuove possibilità.
Cari amici, ho avuto modo di trattare l’argomento di oggi (la dieta), seppur sotto altre sfumature, già diverse altre volte. La risultante, però, porta sempre allo stesso punto: dobbiamo mangiare di meno, ovvero mangiare poco e meglio. Inserire nel nostro organismo calorie in eccesso non solo non fa bene alla salute, ma porta anche a sprechi incredibili, che, se evitati, potrebbero lenire anche l’altra piaga che ancora flagella il pianeta: la fame di circa un miliardo di persone.
Credo che ogni altro commento sia davvero superfluo.
A domani.
Mario 

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