martedì, marzo 12, 2013

ANTONIO CORRIGA: L’ UOMO E L’ARTISTA. UN PERSONAGGIO CHE ORISTANO SEMBRA AVERE GIA’ DIMENTICATO….


Oristano 12 Marzo 2013

Cari amici,

è già passato oltre un anno dalla morte del noto pittore Antonio Corriga e credo che pochi si siano ricordati della sua scomparsa, avvenuta ad Oristano il 16 Dicembre del 2011, a partire dai pubblici amministratori della Città. Lui, artista illustre, che non si era mai disinteressato della vita politica cittadina, rivestendo per varie legislature il ruolo di consigliere, sembra anch’esso avviato all’oblio. Io, che da semplice cittadino  mi sono onorato per anni della Sua amicizia, credo di avere il dovere di doverlo ricordare a tutti gli oristanesi con grande orgoglio, con quel rispetto che meritano quegli uomini che nella Loro vita hanno contribuito a fare grande la nostra terra. Ecco, per i giovani che poco lo hanno conosciuto, o non lo hanno conosciuto affatto, un breve sunto della sua grande carriera di artista e di uomo.
Antonio Corriga nasce ad Atzara, in provincia di Nuoro, nel 1923. Pur di grandezza modesta Atzara è un  paese di alta collina, un antico borgo di origine medievale, fondato probabilmente intorno all'anno Mille. Il paese conserva tutt'oggi l'originario tessuto urbano di epoca catalana, con le tipiche architetture basse realizzate in granito e con i soffitti coperti da robusta travatura in legno di quercia. Alcune case poi presentano graziose decorazioni a scalpello sui portali e sulle cornici delle finestre. Atzara è luogo famoso per la luce e i colori dei suoi paesaggi, ricchi di boschi e di pendii coltivati a frutteti e vigneti, dai quali si ricava, con tecniche tradizionali, il famoso vino nero "Mandrolisai", un dolce nettare famoso anche oltre tirreno. Senza dimenticare la straordinaria bellezza dell’antico costume tradizionale femminile che, col caratteristico copricapo Sa Tiagiola, è stato immortalato nelle opere dei grandi pittori sardi della prima metà del Novecento. La fama di Atzara, infatti, spaziava già allora fuori dalla Sardegna: aveva raggiunto la Spagna, invogliando famosi pittori iberici costumbristi, come Eduard Chicharro e Antonio Ortiz Echagüe, a trascorrere lunghi periodi nelle sue antiche case di foggia catalana. Successivamente  seguirono l’esempio degli spagnoli i pittori sardi Antonio Ballero, Filippo Figari, Giuseppe Biasi, Mario Delitala, Carmelo Floris e Stanis Dessì. Atzara, infatti, sin dai primissimi anni del secolo scorso fu meta ininterrotta di una quantità di giovani pittori  come quelli prima indicati, che vi importarono un nuovo modo di dipingere, facendo di Atzara la capitale artistica più innovativa, pittoricamente parlando.
Questo fermento artistico vissuto da Corriga in età giovanile accende ulteriormente la sua fantasia e la sua predisposizione artistica che ricevette dunque uno stimolo importante dalla frequentazione di questi artisti e dalla presenza e dall’ammirazione delle importanti opere d'arte da questi realizzate. La fantasia artistica del giovane Corriga ricevette una prima sapiente educazione da parte del grande pittore tedesco Richard Scheurlen, che trascorse molti anni ad Atzara. Altro importante ulteriore stimolo a perfezionarsi nell’arte pittorica lo ricevette da Filippo Figari, diventato in quel periodo direttore dell'Istituto d'Arte per la Sardegna di Sassari. Dal 1935 al 1941 Antonio Corriga si trasferisce a Sassari dove frequenta l'Istituto d'Arte. Qui entra in amicizia con Stanis Dessy, appassionandosi alla tecnica dell'arte dell’incisione in cui  Dessy era un grande maestro. Nel 1941-42 partì per il servizio militare e, una volta rientrato a Sassari, si diplomò all'Istituto d'Arte. Nel 1943 si trasferì a Firenze per frequentare l'Istituto Superiore d'Arte "Magistero di Porta Romana", dove conseguì il diploma nel 1944, ottenendo l'abilitazione all'insegnamento. Non pago dell’esperienza acquisita, sempre ne capoluogo toscano,  frequentò per alcuni anni l'Accademia delle Belle Arti, per poi rientrare definitivamente in Sardegna nel 1946.
Al suo rientro si trasferì ad Oristano, dove aprì un laboratorio di ceramica dedicandosi anche all’insegnamento presso la scuola professionale diretta da Vincenzo Urbani. Nel 1946 tenne anche la sua prima mostra personale di pittura. La sua ispirazione pittorica è  incentrata prevalentemente su scene di vita paesana e sui generi tradizionali quali il ritratto, e si sviluppa nel solco di un realismo non esente da impennate espressioniste. L’attività di ceramista non dura molto: non lo appagava particolarmente e dopo qualche anno lascia l'arte della ceramica per concentrarsi unicamente sulla pittura. Questa si che lo affascinava in modo più pregnante! Pur affrontando diverse tematiche è sempre più attratto dal sacro, quello profondamente presente nella tradizione popolare sarda: famose ed uniche le sue processioni, i volti sofferenti dei confratelli, la partecipazione sentita del popolo ed in particolare la rappresentazione delle figure sacre. Ha lasciato anche un’impronta indelebile  in pregevoli rappresentazioni della vita nei campi, in figure in costume e, da buon socialista, in rappresentazioni della protesta sociale. La sua fama nel frattempo ha, con forza, scavalcato i confini dell’Isola. Gli vengono commissionate numerose opere per edifici sacri, tra le quali ricordiamo le più importanti: la “Crocefissione” per la parrocchiale di Fonni e la Pala d’altare per la chiesa della Madonna di Bonaria a Cagliari. Altre sue opere di pregio, nel complesso della sua vasta produzione, sono le grandi pale d'altare eseguite per la Chiesa di S.Sebastiano in Oristano, per la Cappella dell'istituto Cottolengo di Fordongianus e per la parrocchiale di Atzara. Corriga opera anche nel contesto commerciale, realizzando illustrazioni per pubblicazioni in sardo, etichette e numerosi manifesti. Questo il poliedrico uomo Corriga, grande “artista” dalle mille sfaccettature.

Anche il Corriga uomo “socio-politico” è attivo: fortemente interessato alle vicende della sua città d’adozione, Oristano, è militante ed attivista nel partito socialista; partecipa attivamente alla vita politica cittadina ed è più volte eletto consigliere comunale. Per diversi anni, dal 1966 al 1976,  è presidente dell' I.S.O.L.A. Nel 2000 diventa direttore artistico della Pinacoteca "Antonio Ortiz Echagüe" di Atzara, le cui sale custodiscono diverse sue tele tra cui i Funerali di un socialista, dipinto in memoria di Peppino Catte. Numerose sue opere sono conservate presso gli uffici della Regione Sardegna, della Provincia di Oristano, del Comune di Oristano, del Comune di Atzara, nella sede della Comunità Montana Barbagia-Mandrolisai. Nel 2007 il Museo d'arte moderna e contemporanea di Atzara presenta ”Pinturas de ammentos”, mostra antologica che ripercorre sessantadue anni della sua carriera artistica. Ecco un sintetico consuntivo delle sue più importanti mostre. Muore ad Oristano il 16 dicembre 2011 all'età di 88 anni.

Cari amici, Antonio Corriga può essere considerato oggi uno tra gli uomini migliori del panorama artistico sardo: pittore, acquerellista, incisore, scultore e ceramista. Personalmente sono convinto che la sua città d’adozione, Oristano, dovrebbe tributargli non pochi riconoscimenti, anziché ignorarlo. Spero che il tempo non copra anche il suo ricordo con quella grigia patina di oblio che altri, come Antonio Garau, hanno già tristemente assaporato.

Grazie della Vostra sempre gradita attenzione.

Mario


                            


                               

2 commenti:

Anna Palmieri Lallai ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anna Palmieri Lallai ha detto...

Gentilissimo, mi sarebbe piaciuto che, ricordando la figura dell'artista e in particolare la mostra personale tenuta a Cagliari nel 1946, si fosse menzionato anche mio zio, prof. NICOLA VALLE, presidente-fondatore degli "Amici del libro", che, da buon intellettuale e critico d'arte, PROPOSE la prima mostra personale del giovane Corriga e lo fece conoscere al pubblico cagliaritano e non solo, in un periodo particolarmente difficile per la città che, anche tramite la cultura e l'arte, cercava di rinascere dopo i bombardamenti del 1943. Mi risulta che i loro rapporti siano rimasti molto cordiali anche se non frequentissimi. Penso che una simile precisazione avrebbe arricchito non solo l'analisi molto articolata che, giustamente, fa dell'artista, ma avrebbe ricordato anche chi per primo, avendone intuito e colto le capacità, gli diede "lustro".
Cordiali saluti Anna Palmieri Lallai