mercoledì, dicembre 07, 2011

IL SEMINARIO TRIDENTINO DELLA DIOCESI ARBORENSE: 300 ANNI, PORTATI SPLENDIDAMENTE! CONCESSO DAL VATICANO UNO SPECIALE “ANNO GIUBILARE”.



ORISTANO 7 DICEMBRE 2011

Cari amici,

lo scorso 10 Ottobre S.E. Mons. Ignazio Sanna, Arcivescovo Metropolita di Oristano, chiudendo il Convegno Ecclesiale ha ufficialmente inaugurato l’Anno Giubilare, concesso da S.S. Benedetto XVI in occasione del trecentesimo anniversario della costruzione del Seminario Arborense.

L’Anno Giubilare concesso dal Papa, come stabilisce il “DECRETUM, emesso dalla Paenitentiaria Apostolica”, concede, ai fedeli che lo vorranno, il privilegio di lucrare l’indulgenza plenaria, rispettando le norme e le disposizioni che questa speciale concessione prevede.


“Quest’anno giubilare –come ha dichiarato Mons. Giuseppe Sanna, Rettore del Seminario, al settimanale “L’Arborense” – costituisce un evento di straordinaria importanza per la nostra Comunità. Trecento anni di vita sono un traguardo di grande portata storica e spirituale per un seminario il cui scopo nel tempo è quello di formare coloro che, accogliendo la divina chiamata, portano avanti la missione di Gesù in mezzo agli uomini”.

Giubileo caldamente richiesto dall’Arcivescovo, S.E. Mons. Ignazio Sanna, non solo per ricordare e festeggiare una struttura che nel tempo ha formato un gran numero di sacerdoti ma, soprattutto, per ringraziare il Signore per il grande dono della fede e delle vocazioni che si augura possano nuovamente crescere e moltiplicarsi.

Invochiamo l’aiuto di Dio – ha concluso S.E. Mons Sanna al termine dell’inaugurazione dell’Anno Giubilare – affinché il Giubileo che ci apprestiamo a celebrare, diventi per ognuno di noi occasione e stimolo per vivere con fede il Vangelo nella nostra quotidianità. Affidiamo a Maria Immacolata, nostra madre a patrona, questo lieto evento perché ci doni la vera gioia per poter viverlo in santità e purezza di spirito”. La bella Cappella del Seminario Tridentino resterà aperta tutti i giorni dalle ore 8,00 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 18,45.

L’anno giubilare appena inaugurato durerà fino al 25 giugno 2012 e culminerà il 1º maggio prossimo, anniversario dell'inaugurazione del Seminario dedicato all'Immacolata (la prima inaugurazione fu fatta dall’Arcivescovo Francesco Masones Nin è porta la data del 1 maggio 1712), con la messa solenne, che sarà concelebrata nella Cattedrale dal legato papale, Cardinal Comasco.

L’occasione dell’Anno Giubilare, che personalmente apprezzo molto, mi da l’occasione per ripercorrere con Voi la storia di questo splendido palazzo che, serio e maestoso, completa, chiudendola armonicamente, l’ampia piazza del Duomo. Con la cattedrale, il campanile e l'episcopio, infatti, il Seminario Tridentino forma un armonioso complesso urbanistico-architettonico di piacevole visione. Il Seminario è stato fino a non molti anni fa il più grande edificio cittadino che, nonostante l’ampiezza dei suoi volumi, non è mai risultato invadente, in virtù delle sue caratteristiche, in particolare per la bella tonalità conferitagli dalla muratura mista in pietrame e laterizi.

L’idea della sua costruzione nasce fin dai primi del 1.600. L’Archivio Storico del Comune di Oristano annovera tra i documenti degli anni 1619 - 1623, alcune disposizioni inerenti proprio l’ipotizzata fondazione di questo Seminario.

Il primo atto concreto per la fondazione del Seminario Tridentino di Oristano risale al 1704, quando l’Arcivescovo Mons. Francesco Masones y Nin, lo stesso che nel 1703 eresse il seminario nella diocesi di Ales, decise, dopo aver valutato le condizioni climatiche e ambientali della città, di dotarla, conformandosi alle disposizioni del Concilio di Trento, di una struttura nella quale i ragazzi e i giovani chiamati al sacerdozio, avrebbero potuto curare la propria formazione culturale e scolastica.

Questo attivo Arcivescovo, nonostante le difficoltà finanziarie, nominò subito una commissione di quattro sacerdoti con il compito di individuare il luogo in cui sarebbe sorto il Seminario e successivamente di occuparsi della sua edificazione. Ci si orientò su un fabbricato vicinissimo alla Cattedrale, che risultava dotato di un ampio giardino. Per far fronte alle spese d’acquisto e della necessaria ristrutturazione l’Arcivescovo impose una tassa dell’ 1% su tutti i benefici esistenti in diocesi a iniziare dalla “mensa arcivescovile”.

Lentamente la costruzione prese forma ed il 1 maggio del 1712, con grande tripudio di folla, fu solennemente effettuata l’inaugurazione del Seminario, dedicato alla Beata Vergine, con la celebrazione di una S. Messa solenne nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, a lato della quale la nuova struttura era sorta. Durante la celebrazione il rettore, il sacerdote Giovanni Elia Gamboni, e gli altri responsabili della nuova opera giurarono, nelle mani dell’Arcivescovo, di osservare fedelmente le norme contenute nelle “Costituciones del Seminario de Santa Maria de la Assumpta… erigido en la Ciudad de Oristan”.

Il primo impianto non era certo quello che ammiriamo oggi. Era questa, infatti, una struttura molto modesta, composta da quattro camere e una sala che, ben presto, si dimostrò insufficiente ad accogliere i numerosi seminaristi che intendevano frequentarla. Negli anni tra il 1744 e il 1746, l’edificio risultava assolutamente incapiente e l’Arcivescovo Maurizio Fontana lo fece ampliare al fine di accogliere trenta alunni. Dal 1746 al 1772 l’Arcivescovo Emanuele De Carretto dispose di far erigere un altro Seminario molto più stabile e molto più ampio che venne aperto nel 1794, quando guidava l’arcidiocesi l’Arcivescovo Giuseppe Luigi Cusano. Nel 1828 l’Arcivescovo Giovanni Maria Bua, rilevandone la necessità, dispose un nuovo ampliamento dell’edificio, affidandone i lavori all’Architetto Giuseppe Cominotti da Cuneo. I lavori relativi a questo ulteriore ampliamento terminarono nel 1833, mentre nel 1834 venne edificata la nuova cappella, dedicata all’Immacolata. Nel 1876 Monsignor Antonio Soggiu volle accrescere di un altro piano il braccio occidentale dell’edificio e ulteriori rinnovamenti vennero operati dall’Arcivescovo Paolo Maria Serci nell’anno 1882. Gli ampliamenti e i rimaneggiamenti, però, non sono ancora finiti. Nel 1910 si dà inizio alla costruzione di un nuovo piano sopra la biblioteca e, durante tali lavori, venne eretta anche la maestosa scala di ingresso a doppia rampa, tutta in calcare bianco di Nuraminis, su progetto dello scultore Giuseppe Sartorio. Nel 1912, l'edificio venne arricchito del fastigio che incornicia il portale d’ingresso, mentre la gran parte delle sale, delle stanze e dei corridoi vennero affrescate con interessanti pitture che ancora oggi ornano la gran parte dei locali.

Nonostante la lunga e tortuosa vicenda costruttiva il Seminario Arborense è ancora oggi una struttura funzionale, dotata, all'interno, di ampie e comode sale, fra cui quelle dove sono alloggiati la biblioteca e i musei didattici, e di spaziosi e luminosi corridoi.

Con il Seminario così ampliato e abbellito fu celebrato, con feste solenni, il bicentenario della sua fondazione, nei giorni dal 27 al 30 ottobre del 1912. L’edificio, successivamente, subì ulteriori cambiamenti agli inizi degli anni sessanta del XX secolo, per portarlo allo stato attuale.

Al suo interno questo edificio conserva collezioni storiche e archeologiche di inestimabile valore (in numerose bacheche sono custoditi interessantissimi reperti provenienti dall’antica città di Tharros), tra cui una biblioteca straordinariamente ricca di incunaboli e cinquecentine, oltre a preziosi volumi dell’Encyclopédie des Sciences, una Bibbia poliglotta e altri volumi del XVI e XVII secolo.

Tutto questo materiale sarà presto visibile: come molti sanno, da tempo è in corso la sistemazione dei locali per l’esposizione al pubblico di un grande “Museo Diocesano”, nel quale, oltre quelli prima indicati, saranno esposti altri preziosissimi cimeli religiosi del passato.

Questo splendido Seminario Tridentino nei suoi tre secoli di vita, oltre che una grande schiera di santi sacerdoti ha accolto e formato tra le sue possenti mura non pochi uomini illustri: ne cito uno per tutti, in quanto è forse uno degli oristanesi più noti: Salvator Angelo De Castro.

Ecco rapidamente la sua sintetica scheda.

Salvator Angelo De Castro, intellettuale, canonico e uomo politico, nacque ad Oristano nel 1817. Studiò al Seminario Tridentino di Oristano e successivamente nelle università di Sassari e Cagliari, laureandosi in diritto nel 1837.

La sua grande sete di sapere e l’ampia apertura mentale lo portò, negli anni della sua formazione, ad avvicinarsi alla cultura liberale e ai grandi scrittori europei del tempo. Nel 1839 divenne sacerdote e fu aggregato alla facoltà giuridica cagliaritana. Nel 1843 ebbe la docenza di Istituzioni di diritto canonico e diede vita con altri alla rivista “La Meteora” una delle pubblicazioni più importanti della "Rinascenza Sarda", a cui collaborarono illustri nomi sardi e italiani (Balbo, Cattaneo, Gioberti, Leopardi) ed europei (Byron, Hugo). La rivista, letteraria e scientifica, era mal tollerata dai piemontesi perché in realtà dissimulava tra le righe ‘coraggiose posizioni progressiste’, contrarie all'assolutismo dei Savoia, ed in difesa di un'isola che doveva rivalutare la sua cultura e il glorioso passato per superare l'intollerabile servitù.

Nel 1846 De Castro abbandonò l'insegnamento per il canonicato e assunse la Presidenza del Seminario Tridentino, proprio quello dove aveva iniziato la sua formazione.

Fu deputato dal 1848 al 1857. Nel 1855 divenne provveditore agli studi di Oristano. Lasciato il Parlamento nel 1859, grazie alla legge che escludeva i canonici dall'elettorato attivo, divenne preside del Convitto Nazionale e del Regio Liceo di Cagliari e, dal 1867 al 1878, provveditore agli studi di Sassari. Morì ad Oristano il 31 Marzo del 1880.

La casa dove abitò e morì è ancora visibile nella via che porta il Suo nome (via De Castro), dove una targa, in marmo bianco, lo ricorda.
Sono trascorsi trecento anni ed il Seminario, che porta splendidamente i suoi anni, come un grande vecchio, sembra osservare il tempo che passa; solo un velo di tristezza sembra attraversarlo: forse sente la mancanza del frastuono e delle voci gioiose dei molti seminaristi che gli hanno, per molti anni, fatto compagnia. La speranza è che un certo numero di vocazioni riprenda a sbocciare: credo che ritroverebbe, senza indugio, il suo sorriso.

L’odierna realtà, cari amici, è che anche l'Arcidiocesi Arborense, come molte altre, si trova a fare i conti con la crisi delle vocazioni che sta investendo l'intera Chiesa Cattolica. Crisi che, in una realtà come quella della Diocesi di Oristano, si traduce in una preoccupante carenza di sacerdoti. Su 85 parrocchie, come ha più volte ribadito l'arcivescovo S.E. Mons. Ignazio Sanna, appena 60 sono realmente operanti. «Molti parroci, infatti, sono ormai molto anziani e per amministrare i fedeli di una arcidiocesi come la nostra, con 147mila abitanti servono non poche risorse umane».

L’augurio che possiamo fare tutti, di cuore, è che l’Anno Giubilare appena proclamato sia fecondo di nuove vocazioni e che il Seminario Tridentino, antica e splendida quercia, riaccolga con gioia tanti altri giovani tra le sue stanze, che ora rimpiangono l'allegro anche se rumoroso chiacchiericcio del passato.

Grazie a tutti Voi dell’attenzione.

Mario

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