Oristano 1° giugno 2025
Cari amici,
Inizio i post di giugno riflettendo su un problema alquanto triste e che, purtroppo non accenna a diminuire: il costante aumentare della POVERTÀ. In Italia le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese continuano ad aumentare. Il RAPPORTO ISTAT sulle Condizioni di
vita e reddito delle famiglie (riferito al periodo 2023-2024) evidenzia un
peggioramento della situazione economica: il 23,1% della popolazione è a
rischio di povertà o esclusione sociale (22,8% nel 2023). Particolarmente
colpite le famiglie numerose (34,8%) e i monogenitori (32,1%); anche gli
anziani soli sono sempre più vulnerabili (29,5%). Il divario tra Nord e Sud
rimane significativo, con il Mezzogiorno che registra il tasso più alto di
rischio povertà (39,2%).
Se piange lacrime amare
che fatica a trovare un lavoro, non dorme sonni tranquilli nemmeno chi un
lavoro in realtà lo ha. Per chi è al lavoro c’è un aumento nominale del reddito
medio (+4,2%), ma l’inflazione continua a ridurre il potere d’acquisto, col risultato che possiamo definire quello del “gatto che si morde la coda”. Si, amici, mentre
prima chi aveva un lavoro a tempo indeterminato poteva dormire sonni tranquilli, oggi anche chi ha uno stipendio che viaggia intorno ai 1600 - 1800 euro al mese, corre il rischio di
cadere in povertà.
Come spiega bene Alice Facchini, giornalista, per
quanto il dato non sia molto noto, in Italia quasi 6 milioni di persone, circa
il 10% della popolazione, si trovano in condizioni di povertà assoluta. I
prezzi sono in continuo aumento, i salari no, e a fare la differenza sono le proprietà di
famiglia. In questa percentuale non sono compresi solo quelli che non hanno un
lavoro, ma anche persone che un lavoro ce l’hanno, ma che, comunque, alla fine del
mese arrivano con grande difficoltà!
Si, come conferma la
Facchini nel suo nuovo libro, “POVERI NOI” (in libreria dal 23 maggio
per Il Margine), nemmeno chi oggi ha un reddito sicuro intorno ai 1800 euro e un
contratto a tempo indeterminato, risulta immune dal rischio della povertà.
Lavorare può non bastare, se non si possiedono immobili o non si ha accesso ad
altre forme di rendita. Lo spiega bene la Facchini, giornalista, nel suo
nuovo libro. Al giorno d’oggi, in un
mondo che ha costruito un modo di vivere dalle mille sfaccettature, la povertà esiste ed ha mille
volti! Come possiamo leggere nel libro della Facchini, c’è la povertà alimentare,
quella abitativa e quella energetica; tutte povertà che consistono nell’assenza, o nella
scarsità, di alcuni beni fondamentali per la nostra vita: il cibo, la casa, il
riscaldamento. Ma non è tutto. Ci sono anche la povertà educativa e quella
sanitaria, che misurano la nostra difficoltà ad accedere a qualcosa di fondamentale,
anche se non è tangibile, come l’istruzione e la salute.
Quanto alla povertà
economica, scrive la Facchini, i dati più recenti raccontano, come accennato prima, una realtà
difficile: quasi 6 milioni di persone in Italia, circa il 10% della
popolazione, si trovano in condizioni di povertà assoluta. Seppure ci siano anche i miliardari (in Italia ne sono noti 73), i bisogni delle persone in povertà restano, e gli "ultimi" aumentano! L’inflazione, esplosa dopo la guerra in Ucraina, ha fatto da detonatore: i prezzi
sono aumentati, i salari no. Così anche chi ha uno stipendio considerato
dignitoso talvolta è costretto a scegliere: un’alimentazione varia e completa o
l’asilo nido per i figli? Una vacanza o il dentista? La povertà non è più solo
quella che vediamo al dormitorio. Può bastare un contesto sfavorevole – niente
casa di proprietà, un paio di figli piccoli, servizi pubblici carenti, una malattia importante – perché
1600 o 1800 euro al mese non siano sufficienti. Oggi chi riceve pacchi
alimentari spesso ha un lavoro e un reddito, ma il suo stipendio non basta a
coprire i bisogni.
Cari Amici, “POVERI
NOI” è un libro che mette il dito nella piaga. In una situazione complessa
come quella che stiamo vivendo, le associazioni assistenziali come Banco
Alimentare, Save the Children e Forum delle Associazioni familiari, chiedono con insistenza al
Governo misure urgenti per contrastare la povertà, tra cui il rafforzamento del
Fondo per la povertà alimentare, politiche fiscali più eque e il potenziamento
dell’offerta educativa. Servono, infatti, interventi strutturali per garantire
condizioni di vita dignitose e prevenire il rischio di esclusione sociale per
le fasce più vulnerabili della popolazione. Riusciremo a migliorare le cose? Chissà!
Io la vedo molto in salita…
A domani.
Mario
1 commento:
Verissimo!
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