Oristano 6 giugno 2025
Cari amici,
In Italia, il sistema
pensionistico è gestito dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. L’INPS,
originariamente, nacque come “ENTE DI PREVIDENZA”, ovvero per gestire i
contributi dei lavoratori durante l’intera vita lavorativa, erogando, poi, agli
stessi, quanto versato e capitalizzato sotto forma di pensione. In seguito,
però, in particolare con la legge n. 118 del 1971, che scaricava sull'INPS anche la tutela e
l'aiuto alle persone bisognose di assistenza, assunse per conto dello
Stato, gli impegni si moltiplicarono, con la completa gestione delle relative prestazioni assistenziali.
L’assunzione, per conto
dello Stato, dell’aggiuntivo onere di erogare la necessaria “ASSISTENZA”
economica a chi non aveva contribuito a crearsi un fondo, ha fatto sì che
l’Istituto erogasse prestazioni (con i soldi dei lavoratori) fuori dai propri
compiti iniziali, ovvero sostituendosi nel compito di assistenza in capo, invece, allo
Stato. Seppure previsto per legge, con il nuovo compito il bilancio dell’Istituto iniziò a
snaturarsi, seppure lo Stato garantisse, anno per anno, con il ripiano di un
eventuale disavanzo.
Mischiare Previdenza e
Assistenza, in realtà non è mai stato considerato un felice connubio, per tutta
una serie di ragioni. La PREVIDENZA altro non è che un vero e proprio “SALVADANAIO”,
gestito da un Ente privato o pubblico, che, con i contributi versati in tanti
anni di lavoro, restituisce al lavoratore, sotto forma di rendita vitalizia, quanto
versato, maggiorato della capitalizzazione, e dagli investimenti effettuati.
Altra cosa, invece, è L'ASSISTENZA, ovvero il doveroso sostegno
economico erogato dallo Stato ai cittadini per le diverse situazioni di bisogno
rappresentate e che, come è giusto che sia, vanno a gravare sul bilancio dello
Stato, ovvero finanziato con le tasse pagate da tutti.
L’aver voluto caricare
sulle spalle dell’INPS, anche l’assistenza, a me è sempre apparsa una
forzatura, perché Previdenza e Assistenza percorrono due strade diverse,
per cui andrebbero gestite in modalità realmente e totalmente separate. Eppure in Italia è
così: l'INPS eroga sia la Previdenza che l'Assistenza, in quanto il nostro sistema
previdenziale è considerato di “natura sociale" e non solo
"assicurativa". Questo sta a significare che l’INPS, oltre a
garantire la pensione agli aventi diritto (ovvero maturata con i contributi versati), con la legge dello Stato prima
richiamata, si è dovuto anche caricare l’onere di fornire le prestazioni
assistenziali di Stato.
Stante il crescente
numero di pensionati e la scarsità di nuovi lavoratori versanti, quale sarà, dunque,
il futuro delle pensioni contributive erogate dall’INPS? Essendo l’attuale
bilancio INPS alquanto preoccupante, sorgono seri dubbi sulla tenuta dei conti! Un problema serio, che impensierisce tutti, pensando anche a ciò che succede in altri Paesi. Anche
negli Stati Uniti, per esempio, la Previdenza sociale è uno dei pilastri del
benessere di milioni di anziani, e le preoccupazioni non mancano.
Negli USA, di recente, dei docenti
universitari hanno proposto di RIVEDERE IL SISTEMA PENSIONISTICO, ipotizzando
di iniziare a tagliare le pensioni dei più ricchi. Questa proposta, considerata
in linea con l’attuale, ampio, dibattito sulla redistribuzione della ricchezza, si
pone l’obiettivo di riformare il sistema previdenziale, trasformandolo, a detta dei promotori, in modo più equo. Per ora nel nostro Paese non ci sono proposte concrete di
abolizione/riduzione delle pensioni ai più ricchi, ma il dibattito sulla
riforma del sistema pensionistico è sempre aperto. Personalmente, infatti, credo
che quanto avviene in USA non tarderà ad arrivare anche da noi in Italia.
Tornando agli Stati
Uniti, il professore della New York University Scott Galloway, ha già
ipotizzato una soluzione drastica: eliminare le erogazioni previdenziali ad un
terzo degli attuali beneficiari. Il motivo? Beh, secondo lui, semplicemente perché
non ne hanno bisogno! Appartenendo i beneficiari alla fascia più ricca della
popolazione americana, continuare a versare loro la pensione di fatto rappresenta
un ingiusto trasferimento di ricchezza dalle generazioni più giovani e povere
ai pensionati più abbienti.
Galloway non si riferisce
solo a una questione morale, ma anche strutturale. Il sistema, sostiene, è
stato concepito come meccanismo di ridistribuzione, ma ha finito per funzionare
al contrario. I dati della Federal Reserve indicano che il 10% più ricco ha un
patrimonio netto medio di 7,8 milioni di dollari. Per questo gruppo, la perdita
di un sussidio mensile avrebbe avuto un impatto minimo o nullo sulla qualità
della vita. Per molti giovani lavoratori, tuttavia, questo onere fiscale fa una
differenza significativa.
Cari amici, la proposta
di Galloway e degli altri professori americani ha acceso un ampio dibattito
negli USA tra i favorevoli e i contrari.
Il problema è serio, ma la soluzione non appare adeguata. La PREVIDENZA, ovvero
la pensione creata con i contributi dovrebbe essere sempre garantita, tuttalpiù
si potrebbe tassare maggiormente, ma non cancellare! È L’ASSISTENZA, che dovrebbe
essere gestita dallo Stato in altre forme! Il problema anche in Italia è serissimo,
e una soluzione, comunque, dovrebbe essere presto adottata, perché stante lo
status quo delle pensioni, si mormora che l'INPS potrebbe presto collassare.
A domani.
Mario
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