mercoledì, giugno 11, 2025

NUOVE SOLITUDINI. LA SOLITUDINE DELLA “MEZZA ETÀ”: COL PASSARE DEL TEMPO, CON L'INVECCHIAMENTO, LA SOLITUDINE AUMENTA; GLI AMERICANI SI SENTONO PIÙ SOLI DEGLI EUROPEI.


Oristano 11 giugno 2025

Cari amici,

La vita dell’uomo è sinteticamente divisa in età: praticamente in quattro fasi, che vanno dall’infanzia, alla giovinezza, proseguendo poi con la maturità e arrivando poi alla vecchiaia. Ebbene, tra la maturità e la vecchiaia, c’è un periodo particolare, praticamente di transizione, che viene comunemente definito “DI MEZZA ETÀ”, che risulta essere piuttosto difficile da affrontare, in quanto si inizia a intravedere l’età del tramonto, ovvero quello della vecchiaia. È questo un periodo caratterizzato da ansia e tristezza, in particolare colpito da una difficile solitudine.

Si, amici, la “MEZZA ETÀ” è una fase che viene quantificata generalmente tra i 40 e i 60 anni, ed è un periodo di transizione in cui uomini e donne iniziano a sperimentare cambiamenti fisici, psicologici e sociali importanti. Questo periodo è spesso associato alla così detta "crisi di mezza età", un momento in cui le persone iniziano a mettere in discussione la propria identità, il significato della vita e i propri, particolari obiettivi che l’hanno connotata, entrando, nella gran parte dei casi, in un tunnel: quello della triste solitudine.

Un recente studio su questa difficile età ha messo in luce che la solitudine derivante non colpisce in modo uguale in tutto il mondo, con luoghi dove risulta più marcata, come negli USA, dove gli americani di mezza età, in particolare i baby boomer (nati tra il 1946 e il 1964), soffrono di solitudine ben di più dei coetanei europei. La ricerca ha rilevato che la solitudine che colpisce in questa fascia d'età potrebbe essere un problema strutturale e non solo passeggero. Nell’analisi delle varie popolazioni si è appurato che gli americani della Generazione X (sono quelli nati tra il 1965 e il 1980) manifestano i livelli più alti di solitudine rispetto agli altri Paesi analizzati.

Amici, in una età particolare come quella della Mezza Età, la solitudine incide non poco sulla salute fisica, risultando un alto fattore di rischio, con effetti negativi paragonabili, per fare un esempio, ai danni derivanti da un consumo elevato di tabacco (fino a 15 sigarette al giorno). Quanto alla diffusione della solitudine tra gli americani di mezza età (45-65 anni) residenti negli Stati Uniti, lo studio ha evidenziato, come accennato prima, una prevalenza della solitudine in particolare tra i nati appartenenti alla generazione dei baby boomer (1946-1964). Il livello di solitudine riscontrato in questa fascia di popolazione americana risulta significativamente più alto rispetto ai coetanei europei e israeliani.

Lo studio ha anche rilevato un incremento trasversale della solitudine: appurato un trend preoccupante di aumento della solitudine che non riguarda solo la generazione dei baby boomer americani prima evidenziato, ma si estende anche alle generazioni successive (Generazione X). Le cause alla base di questa maggiore vulnerabilità alla solitudine tra gli americani di mezza età non sono ancora del tutto chiare e necessitano di ulteriori approfondimenti. Tuttavia, lo studio suggerisce alcune possibili piste di riflessione.

È verosimile che fattori sociali e culturali giochino un ruolo determinante. La società americana contemporanea in realtà è portata ad enfatizzare eccessivamente l'individualismo e la competizione, creando un terreno fertile per l'isolamento e la disconnessione sociale. Al contrario, i sistemi di welfare presenti in molti Paesi europei potrebbero essere in grado di offrire una maggiore rete di sicurezza e supporto alle persone di mezza età, facilitando le relazioni sociali e mitigando il senso di solitudine.

Come affrontare, dunque, questo problema diventato alquanto serio? Quali le Strategie da mettere in atto per affrontare questa precoce solitudine, in particolare in USA? Lo studio si è spinto oltre la mera rilevazione del fenomeno, proponendo alcune, possibili strategie di intervento. Tra queste strategie rientrano le attività di volontariato, finalizzate ad incrementare la connessione sociale e l'importanza di un supporto strutturale da parte delle istituzioni pubbliche (assistenza a chi si occupa di cura e aiuti, anche economici).

Cari amici, questa seria ricerca ha messo in evidenza la necessità di sensibilizzare la popolazione sul tema della solitudine, nell’intento di promuovere adeguate strategie di prevenzione. Inoltre, la conoscenza di questo studio può aiutare psicoterapeuti e psicologi a sviluppare interventi mirati per combattere la solitudine nei loro pazienti di mezza età. Ad esempio, si possono integrare nel percorso terapeutico strategie per favorire la costruzione e il rafforzamento delle relazioni sociali. Insomma, in sintesi, la medicina migliore sarebbe quella di Vivere la mezza età e la vecchiaia, mantenendo le relazioni sociali, nel modo più ampio possibile!

A domani.

Mario

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