Oristano 26 giugno 2025
Cari amici,
La GIOVINEZZA è
considerata dagli studiosi una delle fasi cruciali della nostra vita. È un
periodo di intensa formazione, caratterizzato da un forte potenziale di
apprendimento, di sviluppo cognitivo e di formazione. È certamente un necessario periodo di rodaggio,
nel quale le persone imparano, giorno dopo giorno, ad esplorare i percorsi di crescita, acquisiscono
nuove competenze, costruiscono quei valori che utilizzeranno poi nel loro
percorso di vita. La giovinezza è un concreto passaggio dall’adolescenza all’età
adulta, una forte trasformazione, che potremmo definire una “METAMORFOSI”,
come quella del bruco che, poi, diventa una bella farfalla.
Lo scrittore boemo FRANZ
KAFKA, nel suo libro “LA METAMORFOSI”, pubblicato per la prima volta
nel 1915, scriveva che “La giovinezza è felice perché ha la capacità di
vedere la bellezza e che, chi la conserva, non invecchierà mai”. Questo
concetto è stato ripreso da uno studio recente, pubblicato da alcuni ricercatori
dell’Università dell’Arkansas e della Virginia, sulla rivista scientifica
Frontiers in Developmental Psychology, e conferma la straordinaria, profonda intuizione del
grande scrittore boemo. Vediamo meglio, amici, questa interessante, recente indagine.
Lo studio, partendo dal
fatto che la giovinezza è il periodo in cui si formano le amicizie, ha
evidenziato che queste rimangono poi le più importanti nella vita adulta. Questa
permanenza deriva dal fatto che il feeling nato e sviluppato in quei primi
rapporti d’amicizia, hanno contribuito a sviluppare e formare la nostra salute
psico-sociale e il nostro benessere psicologico. Questo pregnante periodo di
formazione costituisce, in realtà, un vero e proprio apprendistato, dove si
imparano le giuste competenze sociali, il valore dell’empatia, quello dei sani comportamenti
come la gentilezza e l’umorismo, oltre alla capacità di formare e mantenere le vere
amicizie.
Queste prime esperienze
formative giovanili risultano indispensabili per costruire la vita futura nell'età della maturità. Sentirsi
considerati e apprezzati dai propri coetanei, rafforza il valore paritario esistente
nel gruppo, e consentirà, poi, di applicare e praticare questo valore nella
vita. Un valore, amici, che rafforza l’autostima, e che stimolerà il giovane a
fare nel modo migliore il primo passo di maturazione della vita futura. Quando,
poi, ogni giovane, ciascuno per proprio conto, dopo aver compiuto i 18 anni, avrà
lasciato il gruppo, sperimenterà con maggiore competenza la vita da adulto, in particolare nelle future
relazioni personali messe in atto, nelle quali, come dicono gli psicologi, farà
grande sfoggio del proprio Sé.
L’interessante studio ha
messo in luce la validità dell’importanza rivestita dalle serie amicizie
giovanili, in quanto dalle analisi è risultato che gli adulti che all’età di
13-18 anni si sentivano accettati e apprezzati dal gruppo sono risultati quelli
che poi hanno avuto i livelli più bassi di ansia e aggressività, la miglior
salute fisica, la maggior connessione sociale e la maggior soddisfazione nella
vita professionale e nelle relazioni di coppia. Anche la qualità delle amicizie
più strette sviluppate dopo i 17 anni sembra aver avuto un ulteriore valore positivo.
Amici, finora si era data
più importanza alle relazioni fra i 17 e i 18 anni, spesso finendo col dare
maggior peso psicologico alle relazioni romantiche, più frequenti in quella
fascia d’età. E in effetti un altro studio americano, pubblicato su Child
Development, ha confermato il classico detto «il primo amore non si scorda
mai», perché nell’adolescenza il rapporto romantico ha ovviamente un impatto
psicologico più potente, anche rispetto a quello delle amicizie molto intime. L’amicizia
iniziata in gioventù è sempre e comunque molto importante, così come lo sono i
rapporti romantici, affermano i ricercatori statunitensi, perché i rapporti
soddisfacenti predicono un benessere bio-psicologico a lungo termine, mentre invece
i rapporti conflittuali e incerti portano ad un aumentato rischio di
insoddisfazione nella vita.
Cari amici, sono nato poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, cioè agli inizi del secolo scorso, quindi ho vissuto una vita alquanto
diversa dai giovani di oggi. L’amicizia di allora era davvero forte, oserei
dire fortissima, tanto che ancora oggi, alle soglie degli 80 anni, ho mantenuto con grande piacere quelle amicizie! Pensate che, quando incontro gli amici di gioventù, il cuore mi si riempie di gioia e li abbraccio con lo
stesso affetto e trasporto di ieri!
A domani.
Mario
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