Oristano 16 giugno 2025
Cari amici,
Che l’Intelligenza
Artificiale abbia contagiato un po’ tutti, grandi e piccoli, è cosa ormai nota,
anche se spesso sottovalutiamo i rischi che possono correre i soggetti minori, che
iniziano ad usarla fin da giovanissimi. Arrivati poi all’adolescenza,
essi interagiscono sempre più frequentemente con le diverse forme di A.I. arrivando ad utilizzarla in tutti i modi e a tutte le ore. Con il costante avanzare della tecnologia, che
vede l’A.I. sempre più in grado di operare in autonomia, sono comparsi sulla
scena nuovi, straordinari compagni di viaggio virtuali, come i CHATBOT e i COMPANION AI, dotati di una autonoma capacità intellettiva, in grado di offrire piacevoli conversazioni interattive, opportunità di apprendimento e di intrattenimento, espresse in diverse forme.
Quando queste Intelligenze
Virtuali dialogano con gli adulti, possiamo dire che il pericolo appare
abbastanza modesto, ma se ad intrattenere le conversazioni con questi CHATBOT è
un minore, il rischio aumenta notevolmente. Il problema è davvero serio, in quanto molti
giovanissimi trovano questi amici virtuali più divertenti e coinvolgenti dei
compagni reali, ignari dei potenziali rischi che potrebbero correre. Tali
rischi sono diversi: includono preoccupazioni sulla privacy, disinformazione e anche un possibile, forte attaccamento emotivo. Questo libero scambio informativo, in atto tra
minore e Chatbot, a ben vedere dovrebbe essere alquanto protetto e non libero, ed i genitori
dovrebbero ben saperlo.
La realtà è che questi CHATBOT e COMPANION
AI, risultano sempre più diffusi, in particolare tra i giovanissimi, che li utilizzano in
continuazione, facendo così esperienze digitali fin dalla più tenera età. Amici, seppure questi personaggi virtuali, alimentati dall'Intelligenza Artificiale, risultino ben graditi dai
giovanissimi, in quanto risultano coinvolgenti, fanno interessanti conversazioni
e forniscono compagnia, in realtà possono diventare un serio pericolo, creando,
in alcuni casi, anche un forte pathos emotivo.
Amici, i chatbot sono un
programma d’Intelligenza Artificiale addestrato per conversare con gli utenti
che li cercano, e sono in grado non solo di dare risposte, ma anche di fare
domande che invitano ad approfondire la relazione. Per questo, nell’età della
formazione, ad essi ci si affeziona in fretta, spesso in tempi davvero brevi, ignorando,
però, quasi sempre i rischi. Per un adolescente conversare con questo nuovo
amico virtuale, che sembra capirlo meglio di chiunque altro, risulta inizialmente alquanto
rassicurante: non gli dà mai torto, ed è sempre disponibile ad ascoltarlo (a
differenza dei genitori…), non avendo certo altri impegni che lo distolgono dalla
relazione con lui.
Sempre più graditi e
perfezionati, dunque, questi Chatbot o AI Companion, sono in grado di proporsi come fidati
confidenti virtuali, disponibili in ogni momento a rispondere alle domande
fatte loro e ad offrire conforto. Le conversazioni, pensate, possono spingersi fino a
toccare le corde emotive più profonde! Essi possono diventare consulenti in
problemi di natura romantica, ma anche di natura sessuale, più o meno
esplicitamente, e questo con i minorenni, è un problema di non poco conto. Pensate
che un’inchiesta del Wall Street Journal ha messo in luce come una situazione
del genere possa crearsi anche con dodicenni – almeno nei chatbot di Meta – con
tutti i problemi del caso!
Il problema, amici,
appare alquanto serio. Questi compagni virtuali, frutto dell’A.I., in realtà
danno sempre ragione a chi li usa, e nella relazione con un adolescente possono
ad esempio indirizzarlo verso scelte discutibili come quella di abbandonare la
scuola o interrompere i rapporti con i genitori, arrivando anche a suggerire di
liberarsi di loro! Il legame con un amico virtuale di questo tipo può diventare
molto stretto e saturare le esigenze di socializzazione di un teenager, con
esiti spesso anche gravi. È il caso del quattordicenne americano Sewell Setzer morto
suicida nel febbraio 2024, dopo mesi di intense interazioni con un chatbot.
Ebbene, nonostante i rischi, il pericolo
continua. È da poco che Google ha annunciato di rendere disponibile il proprio Chatbot
Gemini anche ai bambini di età inferiore ai 13 anni, all’interno del
servizio di parental control Family Link. In una lettera ai genitori Google li
invita a sorvegliare sull’uso del nuovo sistema da parte dei propri figli, non
escludendo del tutto la possibilità che s’imbattano in contenuti inadatti, e
ammonendo sui rischi di scambiare tali servizi per persone in carne e ossa. In realtà il messaggio di Google appare molto contraddittorio, considerato che l’A.I. è alla
ricerca di utenti sempre più giovani.
Cari amici, chi segue il
mio blog sa bene come la penso sulla pericolosa evoluzione dell’Intelligenza
Artificiale, che, se è pur vero che risulta da un lato di grandissima utilità, dall'altro, deve sempre essere tenuta sotto controllo da parte dell’uomo, evitando fughe in
avanti alquanto pericolose. L’A.I. è un grande strumento, potente e straordinario, ma alquanto pericoloso, che deve restare
governato da mani umane, SEMPRE E COMUNQUE! Un grande, particolare strumento, che, se lasciato libero e autonomo, per l’uomo potrebbe essere la fine, capace di portarlo in tempi brevi all'estinzione!
A domani.
Mario
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