sabato, ottobre 10, 2020

L’IMPORTANZA DEI SOGNI. TUTTI SOGNIAMO, PRATICAMENTE TUTTE LE NOTTI, MA PERCHÉ ALCUNI SOGNI CI RESTANO IMPPRESSI E ALTRI NO?

 


Oristano 10 ottobre 2020

Cari amici,

Che l’uomo sogni è una realtà nota fin dall’antichità. Tutti sogniamo, praticamente tutte le notti, ma la gran parte dei sogni al nostro risveglio sono scomparsi e non solo non ci ricordiamo di “cosa” abbiamo sognato ma nemmeno “che” abbiamo sognato! La nostra mente lavora sempre, 24 ore su 24, e, seppure cambi registro, stiamo pur certi che è sempre attiva e vigile. I numerosi studi effettuati hanno messo in luce che il “Processo onirico”, così come viene definito, consiste in una analisi fatta dal nostro cervello delle esperienze vissute da ciascuno di noi e dalle tracce, più o meno rilevanti, che queste hanno lasciato nella persona.

Su questo interessante argomento ho già avuto occasione di scrivere diverse volte, tanto che chi fosse interessato può andare a leggere (o rileggere) quanto scrissi cliccando sui seguenti link: http://amicomario.blogspot.com/2013/11/analizziamo-i-nostri-sogni-i-fatti-le.html, post del 28 ottobre 2013 e http://amicomario.blogspot.com/2019/08/il-grande-mistero-dei-sogni-perche-la.html, post del 22 agosto 2019.

Nel post di oggi vorrei riflettere con Voi su un dubbio che ci poniamo tutti: Perché ricordiamo solo una piccola percentuale dei sogni che facciamo, visto che in teoria sogniamo tutte le notti? Gli esperti su questo fatto hanno costruito delle teorie certamente molto vicine alla realtà, ma spesso non tutte concordanti. Se la gran parte degli studiosi afferma che ricordiamo più facilmente quei sogni che facciamo nelle ultime ore di sonno, poco prima di svegliarci (è questa la così detta “fase REM del sonno”, che sta per Rapid Eye Movement), altri affermano diversamente.

Altri, come ad esempio il Professor Roberto Pani (docente di Psicologia Clinica all'Università di Bologna, autore insieme al Professore Marco Casonati del libro “Il sogno”), dividono i sogni a seconda della loro importanza. Ed è proprio in base a questa importanza che alcuni si ricordano e altri no. Partendo dal presupposto che la notte il nostro cervello riordina il nostro vissuto, la maggior parte dei sogni che riguardano avvenimenti già vissuti e metabolizzati, considerati quindi poco importanti perché hanno esaurito la loro funzione, vengono dal cervello cancellati senza problemi, insomma viene effettuato un semplice lavoro di pulizia del contenuto della nostra mente.

Diverso, invece, il problema che il nostro cervello si pone di fronte ad avvenimenti importanti ancora non metabolizzati e che poi vengono rivissuti in certi sogni. Sono questi i sogni che al risveglio ci possiamo ricordare, quelli che per la nostra mente hanno un significato più importante e quindi non accantonabile. Si, amici, sono questi i sogni che si ricordano, perché i problemi a cui si riferiscono non hanno completato il loro percorso, e di conseguenza sono ancora latenti nella nostra mente. Un po' come dire che sono "nodi rimasti ancora nel pettine", quindi non cancellabili.

Cari amici, il Professor Roberto Pani, Docente di Psicologia Clinica all'Università di Bologna, autore insieme al Professore Marco Casonati del manuale universitario, Il sogno (Moretti & Vitali Editori, in vendita su Bol.it), afferma che i sogni che ricordiamo, che ci rimangono impressi, sono relativi a problemi che ci creano un forte malessere interiore; in gran parte sono sogni collegati a problemi derivanti da eventi stressanti, che non si sono ancora metabolizzati, per cui generano ancora ansia e di conseguenza sogni ansiosi. Ma questo, però, non esclude che il riferimento possa essere anche relativo ad eventi che possiamo definire felici. Avvenimenti che possono essere riferiti ad un cambio positivo di vita (come sposarsi, trovare un nuovo amore, un successo lavorativo o sportivo).

Altro quesito importante è come mai nel sogno viviamo situazioni assolutamente assurde, come volare, spostarci come se fossimo in possesso del ‘teletrasporto’ o avessimo in mano la lampada di Aladino. Sono situazioni create a scopo rassicurante, dice il professore, e di conseguenza il nostro cervello si inventa personaggi, così come li possiamo trovare nei fumetti, in modo da stemperare le nostre ansie e i nostri timori. Sempre su questo tema il professor Marco Casonati, co-autore del "Sogno", scrive: “Nel sogno è come se si svolgesse un dialogo con l’Ego, cioè il rappresentante psichico del Sistema Nervoso Centrale, che per convenzione e istanza simbolica consideriamo il nostro principale regista, osservatore e protagonista dei sogni stessi”.

Amici, anche se viviamo nel Terzo Millennio, era dei computer sempre più simili al nostro cervello umano (anche se mai l’intelligenza artificiale potrà uguagliare quella umana), il fatto che il nostro cervello non solo non dorma mai, ma che la notte faccia il Back-up e sistemi tutto il nostro archivio di ricordi, cancellando e mantenendo quello che serve, un po’ spaventa, non credete?

A domani.

Mario   

 

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