Oristano 31 ottobre 2020
Cari amici,
Nel post di ieri ho scritto
che lo scatenarsi della pandemia causata dal COVID-19 aveva, tra gli altri
mali, modificato il nostro modo di vivere anche in maniera forte e
traumatica, e che, forse, lo modificherà in modo permanente; insomma, dopo la
cessazione della pandemia “nulla tornerà ad essere come prima”. Ieri ho
qui riflettuto con Voi sul tema della socialità e dei suoi riti, focalizzando
la mia attenzione sulla consolidata usanza della condivisione conviviale, praticata
con familiari ed amici gustando aperitivi e stuzzichini.
Ora però, con il divieto
di assembramento che ha praticamente messo al bando il classico aperitivo al
bar, comunemente consumato come sana abitudine, questo rito consolidato, capace
di rinsaldare amicizie e crearne di nuove, ci è venuto a mancare non poco. Si,
amici, la perdita del rito dell’aperitivo è una delle cose che ci addolora e
che ci crea immensa tristezza. Il piacevole rito, però, non può essere gettato
via alle ortiche e considerato un retaggio del passato, ma si fa di tutto per
conservarlo almeno nei suoi tratti essenziali, nella speranza che possa essere
quanto prima ripristinato alla vecchia maniera.
Ed ecco allora che il
precedente rito pubblico consumato con amici, parenti e conoscenti, si
trasforma, seppure in forma ridotta, in “Aperitivo casalingo”, dove
ognuno di noi può esprimere le sue capacità di BARMAN (o bartender) in
grado di stupire familiari e amici. Ieri ho parlato di alcuni degli stuzzichini che fanno parte del rito, oggi invece cercherò di parlarvi
dei più importanti aperitivi, che, saggiamente miscelati, danno a questo
piacevole rito un tocco di classe. Eccone alcuni particolarmente sfiziosi.
Negroni. È
probabilmente il cocktail italiano più diffuso nel mondo. Fu ideato a
Firenze nel 1919-20 dal conte Camillo Negroni, appassionato viaggiatore e
poliglotta, che proprio in quegli anni era solito frequentare il Caffè Casoni
di Firenze. Si prepara con tre parti uguali di gin, vermut rosso e Campari. Si
riempie il bicchiere con abbondante ghiaccio, si aggiunge in parti uguali
il gin, il vermut rosso e il Campari, si mescola per bene e si completa con una
fetta d’arancia intera (non spremuta) incassata sul bordo del bicchiere.
Daiquiri. È
l’aperitivo classico amato da Hemingway, che ne lanciò la fama. Si
narra che un marine americano scampato al naufragio della sua nave, sia approdato
nel villaggio di Daiquiri, oggi Playa Daiquiri e qui, per placare la sete, fece
allungare il proprio rum con del lime e dello zucchero, inventando così il
daiquiri. Si prepara con i seguenti ingredienti: 4,5 cl Rum bianco, 2,5
cl Succo di lime fresco, 1,5 cl Sciroppo zucchero. Ne esistono due
versioni: sia la versione Frozen, ossia frullato con abbondante ghiaccio
fino a divenire una sorta di sorbetto spumoso e vellutato, sia quella più
semplice Shaken, con le dosi di rum bianco, succo di lime e sciroppo di
zucchero.
Dry Martini. Il
cocktail martini è nato negli Usa tra la fine dell’Ottocento e i primi
del Novecento; è tra i drink più semplici, ma anche uno dei più apprezzati. Di
tenore alcolico sostenuto e netto al palato, rimane tuttavia elegante; viene
preparato miscelando o shakerando, in varie proporzioni in base alle varianti,
vermouth dry e gin. Prima del 1914 conteneva parti uguali di gin e
vermouth dry. Nel tempo, il dosaggio è variato; la ricetta IBA (International
Bartender Association, autorità assoluta quando si tratta di codifica delle
ricette in miscelazione) prevede 60 ml di Gin e 10 ml di Vermouth Dry.
Si procede miscelando nel Mixing Glass con ghiaccio, poi filtrando
nell’iconica coppetta conica ben raffreddata ed infine guarnendo con Lemon
twist e/o oliva verde.
Margarita. C’è
chi dice che fu inventato nel 1942, in un bar di Juàrez, in Messico, in seguito
alla richiesta di una donna che aveva in realtà chiesto un Magnolia a un
cameriere che non ne conosceva la ricetta, e che quindi si inventò lì per lì il
Margarita. Una certezza c’è: oggi è il classico cocktail da grigliata
della domenica per gli statunitensi. Il Margarita è il cocktail a base tequila
col posizionamento più alto della classifica Drinks International. Gli ingredienti:
3,5 cl di Tequila, 2 cl di Triple Sec (liquore aromatizzato
all’arancia tipo Cointreau), 1,5 cl di succo fresco di limone o lime,
Sale. Si prepara versando in uno shaker con ghiaccio cinque parti di
tequila puro agave, due di triple sec, una e mezzo di succo di lime appena
spremuto; shakerare, versare in coppa cocktail (o nell’apposita e panciuta
coppa Margarita) ghiacciata e, a scelta, incrostata di sale sull’orlo. È
possibile realizzarlo anche in versione frozen.
Manhattan. Sono
in tanti a prediligere il Manhattan, questo classico assoluto, nominato
nella top10 dei più venduti. Pare sia stato inventato verso il 1870 al
“Manhattan club” di New York, durante un ricevimento organizzato da Jerrie
Jerome, madre di Winston Churchill, a favore del candidato alla presidenza
Samuel Tilden. Ecco gli ingredienti: 5 cl Rye Whiskey, 2
cl Vermouth rosso, Gocce di Angostura. Si prepara versando in Mixing
Glass cinque parti di Rye o bourbon, due di vermouth rosso e l’Angostura o
altri bitter, quindi procedere agitando in coppa cocktail gelata e guarnendo
con ciliegia sotto spirito.
Mojito.
Altra preparazione cubana. Ernest Hemingway nei suoi giorni cubani, era
solito ripetere “Mi Daiquiri en El Floridita, mi Mojito en La Bodeguita”. Si
riferiva alla celeberrima Bodeguita del Medio, luogo di nascita di questa
bevanda successivamente divenuta proprietà esclusiva di pessimi bar della
movida e di adolescenti in cerca di modi per darsi un tono. Gli ingredienti:
50 ml. di rum bianco, 6/8 foglie di menta, Acqua gassata, Succo
di 1 lime (circa 3 cl), 2 cucchiaini di zucchero di canna bianco, Ghiaccio.
Si prepara versando sul fondo di un tumbler alto un cucchiaio di zucchero
di canna bianco, si aggiunge succo di lime fino a coprirlo completamente e
qualche rametto di menta fresca; si pesta poi delicatamente la menta, si colma
con ghiaccio (in cubetti nella versione de La Bodeguita, tritato secondo
l’IBA), quindi si aggiunge una parte di rum bianco e due di soda o acqua
frizzante. Miscelare e servire.
Aperol Spritz. Riporto
per ultimo questo aperitivo. È un prodotto del nostro Nord Italia, nasce
infatti nel Triveneto nell’Ottocento, durante la dominazione asburgica, quando
i soldati austriaci cominciano a “spruzzare” i robusti vini della zona con il
seltz. La sua consacrazione avviene nel 1919, quando alla fiera di Padova,
viene presentato per la prima volta l’Aperol dei Fratelli Barbieri. È senza
dubbio il più semplice da riprodurre a casa, tra i drink elencati in questa
lista. Ecco gli ingredienti: Aperol, Prosecco, Soda. Si procede versando in
bicchiere Old Fashioned o capiente calice da vino riempiti di ghiaccio due
parti di Aperol, tre di Prosecco e una spruzzata di soda; miscelare
delicatamente e guarnire con una fetta d’arancia.
Cari amici, vi ho
elencato un “Settebello” di aperitivi, che accompagnano piacevolmente gli
stuzzichini di cui abbiamo parlato ieri. È un momento poco piacevole quello che
stiamo vivendo, lo sappiamo, ma qualche piccola consolazione non può e non deve
mai mancare! Per quanto ovvio, non ho indicato tutte quelle altre bevande
analcoliche che accompagnano il rito dell’aperitivo, in particolare quello in
famiglia, dove ci sono certamente anziani e bambini (dalla coca cola
all’aranciata, dal succo d’arancia al the freddo, etc.).
A domani, amici!
Mario
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