Oristano 21 ottobre 2020
Cari amici,
Al termine della stagione
estiva, dopo le sospirate vacanze e con l’arrivo dei primi freddi autunnali, a
molti di noi, uomini e donne, capita di ritrovare, al risveglio mattutino, il
cuscino disseminato di diversi capelli. Un fenomeno, quello della caduta dei
capelli, che certamente non mette di buon umore, contribuendo ad aumentare quel
fastidioso senso di disagio che si prova, in particolare all’inizio della stagione
fredda, quando ci si alza al mattino dal letto.
La perdita copiosa dei
capelli in autunno è un fenomeno che crea non poca ansia, anche se in realtà,
tra alti e bassi, dura tutto l’anno, solo che nel periodo autunnale raggiunge
il suo culmine. Il problema è che i capelli hanno una durata di vita limitata, in
quanto i follicoli piliferi, ciclicamente, avviano la produzione di un nuovo
capello in sostituzione del vecchio che si è staccato dal cuoio capelluto.
Dagli studi effettuati risulta che ogni capello ha una durata di vita che può
variare dai 3 ai 7 anni.
Col passare del tempo, dopo
una prima fase di nascita e crescita, chiamata Anagen e che dura per la
quasi totalità della vita del capello, arriva la fase Catagen, in cui il
follicolo inizia ad arrestare la produzione mitotica che fa crescere il
capello, fino ad arrestarsi. Nell’ultima fase, detta Telogen, il
follicolo entra in una fase di pieno riposo e il capello, non più alimentato
dal follicolo, prima si indebolisce e poi muore staccandosi.
Quando il follicolo
riattiva la propria funzione produce un nuovo capello, e il ciclo continua. Ogni
follicolo svolge la propria attività in completa autonomia rispetto agli altri
follicoli. È per questo motivo che ogni giorno possiamo perdere un numero
variabile di capelli: in media comunque perdiamo circa 80 capelli al giorno.
Questo numero può subire variazioni importanti, passando da 50 fino a oltre
200. Circa la maggiore perdita di capelli che si verifica agli inizi dell’autunno,
questo avviene perché durante l’estate un numero maggiore di bulbi peliferi
arresta la propria l’attività, portando il capello prima alla fase Catagen e
poi in quella Telogen, un superlavoro dei follicoli piliferi che dura circa 6/9
settimane, praticamente durante tutto l’autunno. Poi si torna alla norma.
Gli esperti sostengono
che la massiccia caduta di capelli autunnale è provocata dalla forte
esposizione dei bulbi piliferi al calore e ai raggi solari dell’estate, uno stress
che provoca un generale indebolimento del fusto e della radice del capello. Le donne
in particolare si chiedono se sia possibile ridurre il numero di capelli che
cadono. In realtà non vi sono molte certezze, anche se possono essere messe in
atto certe “buone abitudini”, capaci di rendere il capello più forte e
resistente contro strappi, diradamento e indebolimento. Possiamo, per esempio, aiutare
il nostro organismo a rendere più lucente e forte il capello attraverso
l’utilizzo di integratori a base di vitamina B8, o biotina, una molecola in
grado di favorire il benessere del cuoio capelluto e la resistenza dei capelli.
Per quanto riguarda in
particolare le donne, sempre terrorizzate dalla caduta dei capelli, bisogna
sfatare il mito che la caduta autunnale dei capelli sia spia di calvizie. La
perdita di capelli non legata alla stagionalità deriva da una disfunzione più nota
come alopecia. Secondo i dermatologi dell’Istituto Humanitas di Rozzano,
la perdita di capelli, in particolare delle donne arrivate alla menopausa, è
chiamata alopecia androgenetica, in poche parole calvizie, un fenomeno così
diffuso che solo in Italia colpisce 4 milioni donne l’anno andate in menopausa.
L’alopecia, dunque, deriva
da disturbi autoimmuni; oltre quella androgenetica è il caso dell’alopecia
areata, con l’alterazione del ciclo dei follicoli peliferi e la perdita dei
capelli in “vaste zone del capo o tutta la testa”, e dell’alopecia
cicatriziale, scatenata dal sistema immunitario che, attaccando le cellule
staminali, causa la distruzione del bulbo pilifero, con perdita permanente dei
capelli.
Cari amici, a soffrire
della perdita permanente dei capelli non sono solo le donne ma anche gli
uomini. Per ironia della sorte, dietro alla calvizie maschile, ovvero
l'alopecia androgenetica, la fa da padrone proprio l’ormone sessuale, quello
che rende "maschio" un uomo, ovvero il testosterone. In altre parole,
il testosterone, seppure conferisca la mascolinità, indirettamente causa anche
la tanto temuta e odiata testa pelata! A scoprire questo effetto fu, negli anni
Quaranta, l’endocrinologo e anatomista americano James Hamilton. Si accorse che
persone che erano state castrate prima della pubertà (un trattamento che a quei
tempi veniva riservato ai ragazzi con alcuni tipi di disturbi mentali), avevano
meno probabilità di diventare calve.
Cari amici, la realtà è che
avere una bella chioma è un desiderio che accomuna uomini e donne. Possiamo
cercare mille artifizi e mille rimedi, ma l’esteriore, col trascorrere del
tempo, sta diventando anche più importante dell’interiore! Viviamo, è inutile
negarlo, la società dell’apparire, a scapito di quella dell’essere. Allora, io
credo che tutti, uomini e donne, dobbiamo accettarci per quello che siamo, senza
librarci in voli pindarici, senza desiderare la luna! Non dimentichiamo mai che
“È meglio perdere i capelli che…perdere la testa!”.
A domani.
Mario
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