Oristano 2 ottobre 2020
Cari amici,
Dopo il discusso, seppure
tanto atteso “ritorno a scuola” degli studenti, la formazione culturale in
qualche modo ha ripreso il suo corso. Lo si è fatto dopo aver stabilito una
lunga serie di normative comportamentali, oltre a modifiche negli edifici che
hanno comportato anche esborsi economico-finanziari importanti. Ebbene, l’attività
scolastica, dopo aver previsto gli ingressi scaglionati (per evitare contatti
troppo ravvicinati), l’uso di mascherine, i banchi singoli, e un calcolato
distanziamento tra gli studenti, (sono state queste, in linea di massima, le principali
norme anti-Covid su cui si è basato il ritorno a scuola dopo lo stop anticipato
per l’emergenza coronavirus), è lentamente ripresa, anche se ci si è accorti
che tutto questo non bastava.
Insomma, il Governo e il Ministero,
cercando di chiudere una porta al possibile contagio, hanno in realtà lasciato
aperto un portone! In numerosi Istituti, già dal primo giorno del rientro a
scuola, ci si è accorti che qualcosa non ha funzionato. Dall’assembramento di
genitori e studenti davanti alle scuole, prima dell’inizio delle lezioni (in
alcuni casi addirittura senza la classica mascherina di protezione sul viso), ai
pericolosi assembramenti degli studenti all’uscita dalle lezioni.
Nel predisporre un “sano rientro
a scuola” degli studenti di ogni ordine e grado, si è pensato molto alle ore da
trascorrere in aula, ma non certo “al dopo”, alle ore che gli studenti
trascorrono insieme prima del rientro a casa. In tanti si sono chiesti a che
servono rigidi comportamenti in aula, se non si pensa anche al resto? I
giovani, lo sappiamo bene, sono poco rispettosi quando si sentono liberi e poco
controllati!
Il Covid, cari amici, non
funziona ad orario, ed un possibile contagio può avvenire in ogni momento della
giornata. Ne è chiara dimostrazione l’aumento dei contagi verificatisi subito
dopo l’apertura delle scuole. La realtà è che ci si è incaponiti emanando norme
severissime per il ritorno a scuola, pianificando ogni attimo, a partire
dall’ingresso negli istituti scolastici (misurazione della temperatura,
isolamento dello studente con linee di febbre, quarantena per 14 giorni in caso
di soggetti venuti a contatto con uno ‘positivo’, solo per indicare le norme
più importanti), ma si è trascurato di pensare a vigilare sul comportamento che
gli studenti avrebbero dovuto tenere prima e dopo la permanenza in aula.
Ad Oristano, il primo
Dirigente scolastico a mettere “il dito sulla piaga” è stato Franco Frongia,
Preside dell’Istituto superiore “OTHOCA”, che ha preso carta e penna e ha
scritto al Prefetto di Oristano, Dr. Gennaro Capo e al Sindaco della città,
Ing. Andrea Lutzu, mettendo in evidenza ciò che non andava, ritenendolo
inadeguato e pericoloso. Nella lettera inviata il professor Frongia ha chiesto
alle massime autorità che rappresentano il Governo e la Comunità locale, un
pronto intervento da parte delle forze dell’Ordine nei luoghi pubblici posti
nelle vicinanze delle scuole, per far rispettare ai ragazzi le norme stabilite
per la protezione dal Covid.
Nel suo sfogo il
Professor Frongia, senza giri di parole, ha commentato: “È inutile usare
la massima prudenza a scuola, se poi, appena fuori, non si fanno rispettare le
regole contro l’assembramento. Senza interventi si corre il rischio di vanificare
gli sforzi fatti finora”. La sua è una lucida riflessione, da educatore
e da uomo di saggezza e di cultura: se i ragazzi non vengono sorvegliati e messi
in condizione di rispettare le regole, andranno vanificati tutti gli sforzi finora
compiuti, sia dalle autorità governative che da quelle scolastiche.
Uno sfogo pienamente
giustificato quello del professor Frongia, considerato che quanto afferma può essere
verificato da ciascuno di noi se si prende la briga di andare a guardare cosa
succede all’uscita dalle lezioni. Personalmente l’ho fatto, e ho potuto osservare
i numerosi gruppi di ragazzi, ammassati senza rispetto delle distanze e addirittura
senza mascherina, con grave rischio di contagio.
Ecco un altro breve
saggio delle dichiarazioni del professor Frongia: “Ogni giorno, sia io
che i colleghi, vediamo troppi assembramenti degli studenti fuori dalla scuola;
a cosa potrà mai servire il nostro grande impegno, profuso con sacrificio per
rendere il nostro Istituto a norma e garantire un rientro in classe il più
sicuro possibile, se poi i ragazzi, appena fuori dalla scuola, non rispettano
le regole valide all’interno ma assolutamente ignorate all’esterno?”.
Cari amici, il professor Franco
Frongia, seppure personalmente alquanto amareggiato, non si dà per vinto, e
continua, nei limiti del suo possibile, a cercare di far capire ai ragazzi il
serio pericolo che essi corrono e fanno correre agli altri. Per questo motivo
ha cercato di sensibilizzare tutto il suo corpo docente, chiedendo loro di rimarcare
costantemente ai ragazzi le regole da seguire, dentro e fuori dalla scuola;
regole che riguardano sia la salute propria che quella degli amici e delle loro
famiglie, incorrendo, tra l’altro, anche nelle severe sanzioni previste dalle
normative nazionali e regionali in vigore circa l’uso della mascherina e del
distanziamento.
Credo che dovrebbero
essere in tanti i dirigenti della scuola come il professor Franco Frongia!
A domani, amici.
Mario
In ogni scuola....non c'è rispetto per le distanze...
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