Oristano 19 ottobre 2020
Cari amici,
Che il Governo, nell’intento
di contrastare in ogni modo possibile l’evasione, stia cercando di convincere
clienti e commercianti a puntare di più e meglio sull’uso della moneta
elettronica anziché sul contante, è cosa ben nota. Il piano governativo “cashless”, previsto come
concreta misura per abbassare quanto possibile l’uso della carta moneta, in
funzione antievasione, ha fatto un importante passo avanti. È stato di recente
raggiunto a Palazzo Chigi un accordo tra Governo e responsabili del sistema
bancario, per eliminare le commissioni sulle transazioni effettuate con il
sistema elettronico al di sotto della soglia dei 5 euro.
L’idea di abolire le
commissioni sulle transazioni di piccolo importo appare come una specie di “cavallo
di troia”, nel senso che sia il cliente che il commerciante diventano così più
propensi ad effettuare la transazione elettronica al posto del contante, se non
ci sono commissioni da pagare, e, in questo modo, l’uso diventa poi abitudine,
e d’ora in poi l’uso della carta si dovrebbe diffondere a macchia d’olio per
pagamenti di qualsiasi importo. Inoltre, il Governo ha confermato che anche le
operazioni di piccolo importo contribuiranno al raggiungimento delle soglie
minime di acquisti con pagamenti digitali per ottenere il rimborso del 10% sui
3.000 euro annui da spendere per avere diritto al cashback di 300 euro introdotto
dall’esecutivo per rilanciare i consumi.
Amici, che in Italia l’uso
dei pagamenti elettronici sia abbastanza indietro, rispetto a quanto avviene
negli altri Stati anche dell’Europa è un dato di fatto. Ora quest’iniziativa di
stimolo appare positiva e incentivante, tanto da aver incassato il consenso da
parte delle banche, che in alcuni casi si sono addirittura mosse nei confronti
ella propria clientela, stabilendo limiti di esenzione delle commissioni anche superiori
al tetto fissato dal Governo; Intesa Sanpaolo, per esempio, ha già portato a 10
euro il limite al di sotto del quale sono stati aboliti i costi di commissione
per i pagamenti via Pos.
Non c’è dubbio che a dare
un forte impulso all’uso della moneta elettronica abbia contribuito in buona
misura anche l’emergenza scatenata dal Covid-19, con un rilevato, sensibile
aumento delle transazioni effettuate con i vari sistemi, come i pagamenti via
smartphone, cresciuti dell’80% rispetto allo scorso anno, per un valore
complessivo di 1,3 miliardi di euro spesi, come riportato nell’ultimo Osservatorio
del Politecnico di Milano sui pagamenti digitali. I pagamenti con carte
contactless hanno anch’essi visto un incremento notevole nei primi sei mesi di
quest’anno, crescendo di oltre il 15% rispetto al 2019, per un valore totale di
oltre 31,4 miliardi di euro.
Sul sistema di pagamento elettronico
“contactless”, come ho avuto modo di scrivere in altro post su questo blog, a
partire dal 1° di gennaio 2021, la soglia per i pagamenti senza pin, dagli
attuali 25 euro verrà portato ai 50 euro. A questo proposito Confesercenti ha
rilevato che sarebbe stato più logico se il Governo avesse raggiunto l’accordo
con le banche per portare a 50 euro la soglia al di sotto della quale abolire
definitivamente le commissioni; in questo modo si sarebbero salvaguardate le
esigenze dei molti commercianti che trovano ancora svantaggioso accettare
pagamenti con carta o con altri metodi elettronici, proprio a causa dei costi
di commissione e di gestione, come ha riportato il quotidiano La Repubblica.
Cari amici, il Governo le
sta cercando tutte per convincere cittadini e commercianti ad usare la moneta
elettronica, in modo tale da diminuire, se non abbandonare, il consolidato
utilizzo dei pagamenti in contanti. Come accennato prima, il Governo ha messo sul
tappeto altri ulteriori incentivi, come il così detto “Cashback”.
Vediamolo in dettaglio.
Il piano cashless (da cui
deriva il cashback) si basa sull'app "Io", lanciata dalla Pubblica Amministrazione.
Per accedere al piano l'utente dovrà registrarsi e fornire i suoi dati tra cui
l'IBAN. Ogni componente di un nucleo famigliare può partecipare individualmente
al cashback. L’operazione prevede rimborsi ai consumatori del 10% sulle spese
sostenute con strumenti tracciabili per un massimo di 3mila euro all’anno, il
che garantirà un rimborso di 300 euro. Il bonus verrà accreditato sul conto
corrente del consumatore ogni sei mesi, la prima volta a giugno e la seconda a
fine anno. Occorrerà aver fatto almeno 50 transazioni in un semestre: ecco
perché conviene pagare con carta di credito anche il caffè al bar. Non vengono considerati,
però, gli acquisti online.
A questo si aggiunge un
altro piano, definito Supercashback, che prevede di riconoscere un premio
di 3mila euro ciascuno per le prime 100 mila persone che nell'arco di 6 mesi
avranno effettuato il maggior numero di transazioni con carte e altri strumenti
di pagamento elettronici. Questo si aggiungerà al cashback. Tutto ciò
(cashback, riduzione del tetto del contante e spinta all'utilizzo delle carte)
potrebbero generare un gettito addizionale per lo Stato di 4,5 miliardi di
euro. Di certo, non appare poca cosa.
Insomma, amici, questi
incentivi saranno strumenti davvero utili a combattere l’evasione? Il tempo ce
lo dirà sicuramente, se la strada intrapresa è quella giusta…
A domani.
Mario
Se paghiamo anche il caffè con la carta, forse... |
1 commento:
Mario sempre nr. 1 (pago IO PA)
tu alle 9,36
io alle 10,50 per il mio Gruppo "I Ciccalotti del Drago"
...e allora pago io come secondo arrivato, ciao Amico Mario e sempre grazie di tenerci Super'aggiornati.
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