mercoledì, gennaio 15, 2020

I SEGRETI DELLA BUONA COMUNICAZIONE. TUTTI SIAMO SEMPRE PRONTI A PARLARE…MA SIAMO ANCHE CAPACI DI ASCOLTARE? L’ASCOLTO È IMPORTANTE QUANTO LA PAROLA.


Oristano 15 gennaio 2020

Cari amici,

Viviamo nell’era della comunicazione: tutti, ma proprio tutti, vogliamo dire sempre la nostra! Sembra che il tempo ci manchi, ci sfugga sempre più dalle mani, come un pugno di sabbia non appena allentiamo la presa! Si, abbiamo sempre voglia di parlare, ma quasi mai di ascoltare. Eppure lo sappiamo bene cha la comunicazione ha due facce, un dritto e un rovescio: parlare e ascoltare. “Parlare è una necessità, ascoltare è un’arte”, sosteneva Johann Wolfgang von Goethe, scrittore, poeta e drammaturgo tedesco, e io mi sento di aggiungere che anche ascoltare è una necessità, oltre che un’arte, perché solo ascoltando gli altri diamo vita ad una comunicazione efficace. Saper ascoltare è un processo fondamentale di acquisizione della conoscenza. 
In un mondo ormai globalizzato, tutti abbiamo ingigantito la voglia di Parlare, mentre, al contrario, in pochi ormai sanno ascoltare, limitandosi a sentire! Si è perso il piacere dell’ascolto, nel senso che l’arte di saper ascoltare è diventata obsoleta, gettata alle ortiche, e quando gli altri parlano sentiamo ma non ascoltiamo! Spesso capita che al termine di una giornata di lavoro, o anche di svago, abbiamo sentito molte cose, ma ne abbiamo ascoltate ben poche. Sentire ed ascoltare sono due azioni fortemente diverse: l’ascolto è un sentire attivo, costituito da un interesse a recepire quanto dice l’altro; l’ascolto attivo non è un’arte facile, ma è da imparare col tempo, e nasce dal silenzio!
Si dal silenzio, perché in troppi casi siamo stimolati a parlare, pronti ad interrompere chi parla anche senza un motivo logico, magari solo perché ciò che dice non è di nostro gradimento. Un proverbio orientale dice: “Non c’è peggior maleducato di chi inizia a parlare prima che il suo interlocutore abbia terminato”. Nell’ascolto attivo la nostra mente deve essere liberata dal nostro pensiero e aperta verso il pensiero dell’altro, a prescindere dalla condivisione della conversazione, che dobbiamo ascoltare in silenzio. Lo scrittore di origini indiane J. Krishnamurti, affermava che “Ascoltare è un atto di silenzio”.
L’ascolto attivo è alla base di ogni comunicazione sana, anche se a volte la colpa di una cattiva comunicazione è imputabile alla scarsa capacità di chi parla, in quanto se il messaggio risulta mal formulato, è incapace di creare in chi ascolta le necessarie, giuste emozioni. Un parlare approssimativo, confusionario o indefinito, quindi in gran parte superficiale, non facilita l’ascolto, facendolo diventare un semplice sentire, senza alcun significato. Senza l’interesse dell’ascolto, il dialogo diventa un monologo, fine a se stesso! E se capita che siamo noi a parlare, se non lo facciamo con cognizione di causa, saranno pochi quelli che saranno in grado di ascoltarci veramente, limitandosi a sentire!
Cari amici, comunicare significa interagire tra persone, scambiarsi informazioni, conoscenza e sapere, ed è proprio per questo che, oltre il parlare da una parte, ci deve essere l’ascolto attivo (non il semplice sentire) dall’altra. L’ascolto è una parte importante (direi determinante) dell’interazione tra due o più persone. Se nessuno ascolta, la parola non ha alcun effetto, sarà priva di utilità! Parlare senza che il messaggio vada correttamente ricevuto, significa gettare via il suo valore, il suo significato, rendendo inutile la conversazione. 
In realtà possiamo imparare tanto, grazie all’ascolto. Il grande Ernest Hemingway, scrittore e giornalista statunitense, autore di romanzi e di racconti, diceva: “Amo ascoltare. Ho imparato un gran numero di cose ascoltando attentamente. Molte persone, invece, non ascoltano mai”. 
Si, amici, saper ascoltare con interesse e attenzione l’altro, colui che ci parla, significa iniziare a conoscerlo meglio, significa “mettere a fuoco la sua personalità”, significa cercare di capire “chi è veramente”, conoscerlo nella sua interezza, capirne le capacità e la carica emotiva, insomma entrare nel suo Io e conoscerlo in profondità. 
Nel testo classico taoista “Wen Tzu” (in inglese Wenzi) troviamo scritto: “Parlare è un mezzo per esprimere sé stessi agli altri, ascoltare è un mezzo per accogliere gli altri in sé stessi”. 
Cari amici, seppure viviamo in una società globalizzata, dove il tempo pare ci sia sfuggito di mano, dobbiamo ritrovare il piacere dell’ascolto e quello del silenzio. Lo psicologo statunitense Edgar Schein, ha affermato nei suoi scritti che “viviamo in un mondo in cui viene insegnato a parlare, ad affermare, a dire, ma non ci viene insegnato ad ascoltare stando in vigile silenzio, non solo a sentire”. Ascoltare con vero e profondo interesse è il segreto di ogni relazione di successo, una relazione capace di durare nel tempo con piena e reciproca soddisfazione.
A domani.
Mario
Il silenzio e la parola

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