Oristano 25 novembre 2019
Cari amici,
Che il sistema bancario
stia soffrendo da tempo di situazioni difficili, non è un segreto per nessuno.
Basta dare uno sguardo ai fallimenti bancari verificatisi in casa nostra, con
esborsi massicci di denaro pubblico (effettuati per salvaguardare almeno certe
fasce di risparmiatori), per capire che la banca di una volta in realtà non c’è
più. Una banca quella attuale che, se da un lato non remunera più i propri depositanti (il
tasso di interesse è semplicemente nominale con degli zero virgola che
solo le spese di tenuta conto e le imposte si mangiano, depauperando di anno in
anno il capitale), dall’altro è diventata tanto restia all’erogazione del
credito che per molti richiedenti un prestito, ottenerlo è diventato fare un terno al
lotto.
Su questo spinoso
argomento ho di recente scritto un post su questo blog che, chi ha interesse,
può andare a leggere cliccando sul seguente link: https://amicomario.blogspot.com/2019/11/leconomia-reale-nel-3-millennio-perche.html.
Stante, dunque, la situazione prima descritta, come possono essere soddisfatte
le esigenze di quegli operatori commerciali che avrebbero necessità di un
prestito per avviare o migliorare un’attività? Una delle risposte a questa
esigenza viene data da un nuovo tipo di finanziamento, proposto e portato
avanti in modo innovativo e rivoluzionario, e che ha preso il nome di “Finanza
decentralizzata”. Ma di cosa si tratta esattamente?
La Finanza
Decentralizzata (Decentralized Finance – De.Fi) è dichiarata come un nuovo sistema finanziario
che utilizza la moderna tecnologia; attraverso un insieme di protocolli
informatici, si è posto come scopo quello di colmare il vuoto creato dai
mancati interventi della Finanza tradizionale, mettendo in contatto
direttamente chi ha i soldi con chi ne ha bisogno. Con questo innovativo
sistema, le cui operazioni vengono dichiarate trasparenti e sicure, si raggiungerebbe
lo scopo di finanziare chi ne ha bisogno in modo alternativo alle banche e alle
finanziarie. La De.Fi, infatti, mettendo in contatto diretto richiedente e
offerente, elimina tutti gli intermediari, ovviando alla discrezionalità delle
istituzioni finanziarie tradizionali.
Il sistema risulta ancora
poco noto e tantissime persone (in particolare operatori commerciali) probabilmente o non hanno ancora sentito parlare di "finanza decentralizzata", oppure non si fidano abbastanza. In
realtà questo nuovo tipo di finanziamento ha iniziato a muovere i primi passi
solo un paio di anni fa, ed ha iniziato a diffondersi solo da pochissimi mesi. Ora
ha già iniziato a muoversi sul mercato, affiancando le proposte di
finanziamento diretto a quelle tradizionali offerte da banche, istituzioni, o altri intermediari, ma in modo totalmente decentralizzato, con l’utilizzo di piattaforme
informatiche pubbliche, senza un controllo centrale, e che hanno un funzionamento
simile a quello del Bitcoin.
Il particolare
funzionamento del De.Fi è basato principalmente su Ethereum, (è questa una
piattaforma decentralizzata del Web 3.0 per la creazione e pubblicazione “peer-to-peer”
di contratti intelligenti ‘smart contracts’), che per poter funzionare
necessita appunto dei cosiddetti smart contracts, ovvero programmi informatici
che vengono caricati ed eseguiti su reti decentralizzate, come per l'appunto
quella di Ethereum.
Ecco un esempio di
funzionamento. Tizio necessita di un prestito; con il sistema finanziario tradizionale
dovrebbe rivolgersi ad un intermediario (banca o finanziaria) che valuterà la
richiesta di credito, chiederà delle garanzie, e deciderà se erogarlo oppure
no. Con la De.Fi, invece, non c'è nessun intermediario. Quindi non è più
necessario chiedere un prestito per poterlo ottenere, e passare ad esempio
attraverso un'istruttoria, come prima accennato.
Si fa tutto in rete: Tizio
caricherà la richiesta di prestito, supportata dalle relative garanzie, su un apposito
smart contract, e questo stesso, in automatico, se le garanzie fornite saranno
ritenute sufficienti e la controparte è disposta a concedere il prestito, erogherà
immediatamente la cifra richiesta, senza il rischio di ricevere un rifiuto come
nella finanza tradizionale.
Nella De.Fi, come detto,
non esistono intermediari (il sistema è Peer-to-peer, espressione della
lingua inglese, abbreviato anche P2P ovvero rete paritaria/paritetica), ed
è il contatto diretto tra i due soggetti, prestatore di denaro e richiedente
aspirante debitore, a stipulare il contratto. Il parametro utilizzato per l’accordo
è il tasso d’interesse: il finanziamento verrà messo a disposizione dal
prestatore a quell’aspirante debitore che, come in un’asta, si è dichiarato
disponibile a pagare il tasso maggiore.
Tutta l’operazione viene
gestita in automatico da codici informatici pubblici (verificabili da chiunque), e il finanziamento risulta basato fondamentalmente sull'anonimato e su logiche di base del
mercato.
La De.Fi insomma elimina completamente la discrezionalità dei classici intermediari, delegando l'intera gestione del sistema solo ed esclusivamente agli Smart contract, che sono per l'appunto i codici informatici pubblici prima dettagliatamente descritti.
La De.Fi insomma elimina completamente la discrezionalità dei classici intermediari, delegando l'intera gestione del sistema solo ed esclusivamente agli Smart contract, che sono per l'appunto i codici informatici pubblici prima dettagliatamente descritti.
Cari amici, il sistema ‘finanziario
alternativo’, essendo fortemente innovativo, appare ancora difficile da
accogliere e crea tutta una serie di perplessità, certamente in parte abbastanza
condivisibili. Anche l'eliminazione della discrezionalità produce sicuramente
alcuni limiti, come ad esempio l'impossibilità di ottenere un prestito senza
adeguate garanzie. Tuttavia, se risultasse davvero seria e senza sotterfugi, la De. Fi sarebbe una nuova strada, capace di ovviare alle carenze dell'attuale sistema finanziario tradizionale.
Le innovazioni, lo
sappiamo bene, nella prima fase appaiono tutte rivoluzionarie, ma una volta
accertata la loro utilità si insediano stabilmente nel sistema. È certo,
comunque, che in tempi brevi un “sistema finanziario parallelo” come quello
prima descritto, si affiancherà a quello tradizionale e i due sistemi finiranno
per convivere, magari migliorandosi a vicenda.
A domani.
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