Oristano 3 novembre 2019
Cari amici,
La pasta, nonostante
le non poche critiche, era e continua ad essere uno dei piatti preferiti dagli
italiani, anzi il piatto per eccellenza! Chi non ricorda Alberto Sordi nel film "Un americano a Roma" di
fronte ad un immenso piatto di spaghetti? Ma perché tante, anzi tantissime
critiche, su questo piatto vegetale che non è assolutamente controindicato nell’alimentazione
umana? Uno dei motivi principali, in particolare nell’era moderna, il falso
problema che la pasta farebbe ingrassare, cosa assolutamente non corrispondente
a verità.
Lo studio di questo
alimento ha messo in chiaro che non è assolutamente vero che la pasta appesantisce
e fa ingrassare: sono invece le quantità errate consumate e i condimenti
aggiunti a renderla spesso anche molto pesante. Il giusto consumo di pasta, se pensiamo
che è concessa persino ai diabetici, avendo un basso indice glicemico (ciò significa
che il glucosio viene assorbito più lentamente), apporta solo benefici. Quanto
alla quantità, bisogna ribadirlo, essa va mangiata con moderazione: 80 grammi
di pasta al giorno sono l'ideale.
Sulla pasta possiamo
stilare anche un decalogo, con indicati tutti i vantaggi nel consumarla! Ebbene, se al
primo punto in favore della pasta c’è il fatto che nella giusta quantità non fa ingrassare, al
secondo possiamo evidenziare che è tra gli alimenti più
importanti della “Dieta Mediterranea”, una delle diete più salutari del
mondo. Essendo fonte di carboidrati, la pasta è alla base dell’equilibrio nutrizionale
che, con i giusti abbinamenti, crea una base alimentare diventata il modello
numero uno a livello mondiale.
Al terzo punto
possiamo aggiungere che la pasta, in particolare quella cucinata al “dente”, riesce a
prolungare il senso di sazietà, evitando l’eccesso di cibo. La struttura
proteica della pasta ha infatti un indice
glicemico abbastanza basso. L’indice glicemico valuta la qualità di carboidrati con una
scala che va da 0 a 100, distinguendo quelli che vengono digeriti, assorbiti o
metabolizzati velocemente (ad alto IG) da quelli che lo sono lentamente (a
basso IG). Questo significa che mangiare un alimento a basso indice glicemico
permette di metabolizzarlo più lentamente, prolungando il senso di sazietà: la
pasta ha valori bassi fra 36 e 51 (ad esempio la patata ha un valore 87).
Al quarto punto
possiamo collocare la sua versatilità. Combinando la corretta
porzione di pasta (80-85 grammi) con una varietà di abbinamenti, dalle verdure
al pesce ai legumi, si ottiene una pietanza eccellente: gustosa ed equilibrata.
Al quinto punto
possiamo scrivere l’equilibrio. Un buon equilibrio tra carboidrati,
proteine e grassi è fondamentale per mantenere un corretto peso corporeo e ridurre
il rischio di malattie. Uno studio del 2009 dell’Harvard School of Public
Health and Pennington Biomedical Research Center ha scoperto che le diete
composte dal 36-65% di carboidrati sono tanto efficaci per la perdita di peso
quanto altre diete meno ricche di carboidrati.
Al sesto punto a
favore
c’è da aggiungere che la pasta rappresenta una buona fonte
di cereali da inserire nella dieta. Dare al nostro organismo la giusta
quantità di cereali, così come suggerito anche dal Dipartimento
dell’Agricoltura statunitense (abbastanza in linea con il Modello Mediterraneo),
significa proprio inserire regolarmente la pasta nella nostra dieta alimentare,
privilegiando quella integrale e cucinata al dente.
Al settimo punto possiamo
collocare l’equilibrio calorico. Il consumo regolare della pasta, ovviamente nella
giusta misura, consente all’organismo di mantenere un buon equilibrio
calorico;
La pasta è povera di sodio e di grassi e una corretta
porzione di pasta senza condimento (80-85 gr) apporta circa 280 Kcal, è povera
in grassi (circa 1 grammo, senza grassi saturi o trans), senza colesterolo e
povera di sodio (non considerando il sale che si aggiunge in cottura). Per
mantenere questi valori virtuosi della pasta, è importante non esagerare con i
condimenti.
All’ottavo punto
possiamo riconoscere alla pasta la sua grande forza energetica. I
carboidrati sono la principale fonte di energia nella nostra alimentazione. Il
nostro organismo utilizza infatti i carboidrati per ottenere il glucosio,
“carburante” che fornisce l’energia necessaria per il suo funzionamento.
L’organismo può consumarlo immediatamente o conservarlo nel fegato e
utilizzarlo quando è necessario. La carenza di glucosio comporta gravi
conseguenze per la salute. Un giusto carico di carboidrati è quindi
consigliabile per una performance atletica anche intensa.
Al nono punto
dobbiamo riconoscere alla pasta le sue capacità anti stress e atte a facilitare il buon umore. La pasta è ricca di vitamine del gruppo B, che sono un valido sostegno
nella riduzione dello stress e dei disturbi correlati; la pasta poi aiuta la produzione
di serotonina, nota anche come 'ormone del buonumore'! Questo
neurotrasmettitore, che viene sintetizzato principalmente nell'apparato
gastrointestinale e a livello del sistema nervoso centrale, è utile anche per
combattere gli attacchi di fame nervosa e gli stati depressivi.
Al 10 punto a favore
della pasta possiamo riconoscergli anche i suoi effetti benefici sul cuore
e sul mantenimento dell’efficienza della nostra memoria. La
pasta è amica del cuore in quanto aiuta a mantenere più basso il livello di
trigliceridi nel sangue, allontanando il rischio di disturbi cardiaci e altre
patologie alle arterie e alle coronarie; quanto all’efficienza de nostro
cervello, secondo recenti studi chi consuma pasta regolarmente corre un minor
rischio di incorrere nell'Alzheimer rispetto a chi mangia pochi carboidrati.
Una dieta povera di grassi animali, infatti, previene la demenza senile e
l'arteriosclerosi, fenomeni associati a questa malattia degenerativa.
Che dire poi del fatto
che la pasta aiuta anche a conciliare il sonno (se consumata a cena facilita il sonno, essendo ricca di triptofano, precursore della serotonina), mette in moto l'ormone del buonumore e del relax e, nelle donne, riesce anche a
contrastare la sindrome premestruale, in quanto i suoi carboidrati
complessi compensano i cali fisiologici degli zuccheri nel sangue e della
serotonina, tipici della sindrome premestruale! Insomma, la pasta risulta
essere un alimento d’eccellenza!
Cari amici, oggi ho
voluto fare un “inno alla pasta”, non solo perché per me è un alimento
graditissimo, ma perché sono davvero convinto che fa parte di
quell’alimentazione eccellente, più nota come Dieta mediterranea, che in realtà
ci è invidiata un po’ da tutti i Paesi del mondo. Il problema non è se la pasta
fa bene o no, il problema è condirla nella giusta maniera e consumarla
nella giusta quantità!
Grazie, fedeli lettori, a
domani!
Mario
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