venerdì, novembre 15, 2019

DAL “CAFFÈ SOSPESO” AL “PANINO SOSPESO”: IL “BUON CUORE” DI CHI CERCA DI AIUTARE CHI HA BISOGNO D’AIUTO, IN UN’ITALIA SEMPRE PIÙ POVERA. L'IDEA DI CECILIA RICCIARELLI.


Oristano 15 novembre 2019

Cari amici,

La grande tradizione del buon caffè a Napoli risale a tempi lontani. Agli inizi del 19esimo secolo, grazie ai primi caffettieri ambulanti, la bevanda si diffuse capillarmente, considerato che essi andavano in giro per la città con due grossi recipienti (uno contenente il caffè, l’altro il latte), distribuendo a destra e a manca la gustosa bevanda. Nella cultura Napoletana il caffè diventò così bevanda principe, che tutti avrebbero dovuto gustare. Durante il difficile periodo della Seconda Guerra Mondiale la classe abbiente, volendo aiutare chi non poteva permetterselo, quando andava al bar era solita pagare due tazze di caffè: una per sé e una per una persona meno fortunata. Nacque così l’usanza del “caffè sospeso”.
Un atto di gentilezza che diventò nella città partenopea una bella e apprezzata consuetudine, tanto che successivamente altre città italiane ne imitarono l’esempio, esportando così la tradizione del “caffè sospeso”. Anche lo scrittore e filosofo Luciano De Crescenzo, nel libro intitolato, appunto, “Il caffè sospeso” ebbe modo di scrivere: “Quando qualcuno è felice a Napoli, paga due caffè: uno per sé stesso, ed un altro per qualcuno altro. È come offrire un caffè al resto del mondo.”
La bontà, amici, possiamo dire che diventa facilmente contagiosa, e col passare del tempo “Il caffè sospeso” riuscì a contagiare altri prodotti, facendo rimanere anche questi “in sospeso”, come ad esempio un panino, destinato a chi, con i tempi che stiamo correndo, non avrebbe potuto comprarselo. 
Oggi, cari amici, voglio riportarvi una bella iniziativa, portata avanti con il cuore da una dolce ragazza di Prato, Cecilia Ricciarelli. Con lei a Prato è nato il “panino sospeso”, una meravigliosa idea che, quando l’ho scoperta su Internet, mi ha emozionato fino a commuovermi! Ed è per questo che ho deciso di raccontarla anche a Voi sul mio blog.
Cecilia Ricciarelli è una giovane fornaia di Prato che ha in gestione da tempo la panetteria “Da Sara”; ebbene, in questo locale da Lei gestito, giornalmente raccoglie su una lavagnetta gli scontrini coi quali i suoi clienti possono offrire un pasto, seppure modesto, a chi non può permetterselo. Indubbiamente una bella iniziativa, altruistica e solidale, davvero da apprezzare! Il " panino sospeso" della sua Panetteria fa già parlare molto in giro, considerato che l'idea è piaciuta a tutti. Sara, con un sorriso a chi le chiede il perché risponde: "Era da tanto che volevo fare qualcosa di utile. Questa non è carità, ma è essere solidali con altri".
Cecilia l’iniziativa del “panino sospeso”, che ha inteso portare avanti per dare aiuto a chi ha bisogno,  l’ha scoperta su Internet; leggendo di una iniziativa simile adottata da un negozio di Bologna, ha pensato di farla sua e, detto fatto, si è attrezzata con una lavagnetta nera con una scritta, “il panino sospeso” e qualche scontrino incollato sopra (per rispettare l’aspetto fiscale), pagato dai suoi clienti di buon cuore. In tempi brevi la lavagnetta si è riempita di scontrini, concretizzando un successo anche superiore a quello da Lei inizialmente ipotizzato.
"Le persone che vengono a prendere i panini offerti sono quelle molto sole, abbandonate da famiglia e parenti, e che sopravvivono senza che nessuno le aiuti", dice Cecilia. La sua iniziativa, seppure partita in sordina, a Prato appare sempre in aumento: numerose le persone che mostrano vicinanza e solidarietà ai meno fortunati, e gli scontrini sospesi aumentano ancora. Con un sorriso, quando Cecilia chiacchiera con la sua clientela, confessa che le arrivano messaggi da tutta Italia e addirittura si commuove quando racconta, con gli occhi lucidi, "mi ha scritto anche una ragazza dalla Germania che vorrebbe farmi arrivare i soldi su un conto corrente e donare qualche panino sospeso".
Cari amici, l’iniziativa di Cecilia è ormai una bella realtà. Nella Panetteria da Lei gestita chiunque può offrire due panini ai bisognosi, che possono scegliere come farcirli. La giovane fornaia Cecilia crede molto nella solidarietà della gente; “bisogna solo saperla sollecitare – dice - incoraggiare la loro disponibilità a donare”. "Mi arrabbio quando dicono che non c’è più umanità, che non siamo più solidali, perché non è assolutamente vero. C’è bisogno di tutti. Qualsiasi attività può fare qualcosa, ad esempio le farmacie potrebbero mettere dei "farmaci in sospeso”, conclude Cecilia.
Anche questo suo suggerimento ha colto nel segno. Al Comune di Prato lo scorso ottobre Rosanna Sciumbata, Presidente della Commissione consiliare 5, ha depositato una mozione, proponendo di portare l’”iniziativa solidale” anche nelle farmacie e negli esercizi commerciali. Come in tutte le cose di questo mondo, c'è chi apprezza e chi, invece, egoisticamente storce il naso. L’iniziativa di Cecilia, però, per ora funziona egregiamente, perché, come sostiene la giovane fornaia (che lo ha appreso dai suoi genitori), “dove si mangia in due si mangia anche in quattro”. Parole sante, le sue!
Se fossimo più solidali, il mondo sarebbe davvero ben diverso da com’è ora…
A domani, amici.
Mario
Panini...solidali



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